
Salario minimo, l’Ue verso l’accordo finale sulla direttiva: di cosa si tratta
Il round decisivo di negoziati tra Commissione, Parlamento e Consiglio europeo prende il via a Strasburgo nella giornata di lunedì 6 giugno. Atteso il via libera nella notte. La proposta mira a stabilire dei requisiti di base per garantire un reddito che permetta un livello di vita dignitoso per i lavoratori e le loro famiglie. L'Italia è al momento tra gli unici 6 Paesi in Ue che ancora non hanno una regolamentazione in materia: il provvedimento è fermo al Senato

L'Ue è a un passo dall'accordo politico sulla direttiva per il salario minimo. Il round decisivo di negoziati tra le istituzioni europee (Commissione, Parlamento e Consiglio Ue) prende il via oggi, lunedì 6 giugno, alle ore 19 a Strasburgo, a margine della plenaria del Parlamento europeo
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Le probabilità di arrivare a un'intesa nella notte tra lunedì e martedì, a quanto si apprende da fonti europee, sono molto alte. La direttiva, proposta dalla Commissione europea nel 2020, ha ottenuto l'approvazione in prima lettura dall'Europarlamento e dal Consiglio. Inoltre è stata già programmata una conferenza stampa per martedì mattina a Strasburgo in previsione dell’atteso accordo
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La proposta del Parlamento europeo (approvata il 25 novembre 2021 con 443 voti a favore, 192 contro e 58 astensioni) mira a stabilire dei requisiti di base per garantire un reddito che permetta un livello di vita dignitoso per i lavoratori e le loro famiglie. Si punta a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi rispettando le diverse impostazioni nazionali dei Ventisette e a rafforzare il ruolo della contrattazione collettiva
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L'Italia è al momento tra gli unici 6 Paesi in Ue che ancora non hanno una regolamentazione in materia. Il provvedimento è fermo al Senato (in foto). Ad oggi il “minimum wage”, oltre al nostro Paese, non è stato istituito solo in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Svezia. Con la resistenza dei nordici che si spiega nella loro volontà di preservare a tutti i costi l'autonomia delle parti sociali e il loro modello del mercato del lavoro, dove le ingerenze statali sono pressoché nulle
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A mandare un messaggio chiaro è direttamente l'intestatario della misura, il commissario Ue al Lavoro Nicolas Schmit, che spiega: il regime non sarà negativo per la creazione dei posti di lavoro e per l'occupazione. Anzi, "è stato dimostrato" il contrario, per esempio dalla Germania, che nei giorni scorsi ha tra l'altro rivisto la soglia minima al rialzo. Ma spetta poi "al governo e alle parti sociali in Italia dover decidere l'importanza di introdurre un salario minimo"
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Questo perché la direttiva - evidenziano all'unisono le tre istituzioni comunitarie prima di quello che con tutta probabilità sarà l'ultimo round di negoziati - non fissa un salario minimo comune per tutti, né tantomeno un obbligo. Punta invece "a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi" rispettando le diverse tradizioni di welfare dei Ventisette per garantire "un tenore di vita dignitoso", ridurre le disuguaglianze e mettere un freno ai contratti precari e pirata

I deputati propongono due possibilità per raggiungere l'obbiettivo: un salario minimo legale (il livello salariale più basso consentito dalla legge) o la contrattazione collettiva fra i lavoratori e i loro datori di lavoro. L'intenzione è anche di "rafforzare il ruolo delle parti sociali e della contrattazione collettiva", la cui copertura sarà fissata in una soglia compresa tra il 70% e l’80%

Tra i criteri suggeriti per stabilire salari minimi legali, l'Ue inserisce il livello generale di salari lordi, la loro distribuzione e il loro tasso di crescita, gli sviluppi sulla produttività del lavoro, e il potere d'acquisto. Tutti elementi più centrali che mai davanti all'inflazione record
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“I salari minimi legali saranno aggiornati con regolarità. Il loro importo potrà inoltre essere adeguato mediante meccanismi di indicizzazione automatica”, si legge nel testo. I ministri hanno convenuto una serie di misure per migliorare l'accesso effettivo alla tutela garantita dal salario minimo per chi ne ha diritto: controlli e ispezioni adeguati, informazioni facilmente accessibili sulla tutela garantita dal salario minimo, un richiamo alle norme vigenti in materia di appalti pubblici, il diritto di ricorso e sanzioni per i datori di lavoro inadempienti

"Non possiamo ignorare che molti lavoratori stanno soffrendo per il caro-vita", ha evidenziato Schmit, invitando a "un approccio equilibrato". Senza dimenticare che le tutele - salario minimo compreso - dovranno poi allargarsi ai rider e, più in generale, al drappello di lavoratori 'invisibili' della platform economy