
Superbonus 110%, cos'è la certificazione SOA che si richiede alle imprese
Un emendamento approvato prevede che diventi obbligatoria dall'anno prossimo per lavori con determinati importi. Il documento, finora richiesto per partecipare ad alcuni appalti pubblici, comprova la capacità economica e tecnica di un’impresa di qualificarsi per l'esecuzione dei lavori. Nelle intenzioni, la stretta serve ad evitare le frodi, ma c'è chi lamenta che escluderà la maggior parte delle piccole e medie imprese

Un emendamento approvato al dl Ucraina bis prevede una nuova stretta sui bonus edilizi. A partire dal 1 luglio del 2023, per beneficiare delle agevolazioni per lavori sopra i 516mila euro, bisognerà rivolgersi ad imprese che hanno la certificazione SOA, fino ad oggi necessaria alle aziende per poter partecipare a determinati appalti pubblici
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Più nel dettaglio, l'obbligo di richiedere la SOA per i lavori edilizi scatterà dal primo gennaio 2023, perché da quella data le imprese dovranno dimostrare di aver fatto almeno richiesta agli enti certificatori. Dal primo luglio di quell'anno dovranno invece aver ottenuto la certificazione vera e propria per poter effettuare i lavori sopra l'importo fissato
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Come si legge sul sito AttestazioneSOA.it, la certificazione è un attestato che comprova la capacità economica e tecnica di un’impresa di qualificarsi per l’esecuzione di determinati lavori - nel caso degli appalti pubblici, è richiesta per quelli di importo maggiore a € 150.000,00 - e conferma che il soggetto certificato è in possesso di tutti i requisiti necessari alla contrattazione pubblica
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Il sito specifica che viene emessa da Organismi SOA appositamente autorizzati, al termine di un’approfondita valutazione dei requisiti imposti dalla legge

La Repubblica riferisce che i paletti sono stati inseriti per gli appalti per garantire la realizzazione di opere con soldi pubblici solo da parte di imprese realmente qualificate e che la certificazione è richiesta anche alle imprese che lavorano alla ricostruzione delle zone terremotate

Secondo quanto riportano varie testate, l'obbligo di avere la certificazione è stato esteso al settore privato dopo le richieste dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili, che aveva parlato della presenza di numerose imprese “improvvisate” e prive dei necessari requisiti per portare avanti i lavori incentivati dai bonus edilizi
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La stretta dovrebbe servire ad evitare potenziali frodi. Tuttavia, secondo Confartigianato e Cna, con questo intervento, "il Parlamento si assume la grave responsabilità di escludere circa l'80% di micro e piccole imprese dal mercato della riqualificazione edilizia introducendo nuove e incomprensibili barriere burocratiche”
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A detta loro, “anche nel pubblico le SOA non hanno dimostrato particolare efficacia e non hanno alcuna utilità nel contrasto delle frodi”. La modifica, quindi, avrà come uniche conseguenze "l'ennesimo rallentamento dell'esecuzione dei lavori e l'apertura di un business rilevante per le società che rilasciano attestazioni SOA"
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Intanto, a partire dal 27 maggio, bisognerà rivolgersi ad un’impresa che applica i contratti collettivi del settore edile per poter usufruire dei benefici fiscali legati ai bonus edilizi per i lavori di importo superiore a 70.000 euro. Questo requisito è frutto della legge di conversione del decreto Sostegni ter