Tasse, chi paga abbastanza da sostenere il welfare italiano? I DATI
Su chi pesa il carico fiscale in Italia? La risposta arriva dal report Itinerari Previdenziali: un quinto dei contribuenti con i redditi più alti paga il 63% del totale delle tasse sul reddito in Italia. Queste poi finiscono nella spesa pubblica sanitaria e assistenziale, una delle più alte d'Europa. Anche di questo si è parlato nella puntata di "Numeri", approfondimento di Sky TG24, andata in onda il 30 ottobre
- Su chi pesa il maggior carico fiscale in Italia? La risposta arriva anche quest’anno dal report Itinerari Previdenziali: è un quinto dei contribuenti con i redditi più alti ad avere sulle spalle il 63% del totale delle tasse sul reddito in Italia. Anche di questo si è parlato nella puntata di Numeri, approfondimento di Sky TG24, andata in onda il 30 ottobre
- D’altra parte, dal report emerge come dai due quinti dei contribuenti, decine e decine di milioni di persone, arrivi soltanto l’1% del totale del costo Irpef. È la forte sproporzione che deriva dal nostro sistema progressivo: chi guadagna di più, paga di più
- Il quadro si può guardare anche da un altro punto di vista. Lo Stato spende in media 2.221 euro all’anno per ogni cittadino per garantire le cure e i servizi sanitari. Ma quanti sono i contribuenti che pagano in media questa cifra di tasse? Sono 19 milioni, mentre sono 31 quelli che non arrivano a versare 2.221 euro di tasse
- Ci sono vari fattori che contribuiscono a questo risultato, come il fatto che negli ultimi anni il cuneo fiscale sui redditi del ceto medio-basso è stato tagliato. Nel 2013 un lavoratore dipendente con 15mila euro di reddito annuo pagava 240 euro di tasse e contributi, nel 2024 ne ha pagati 50
- C’è poi il fatto che dall’Irpef sono uscite voci di reddito anche importanti, tassate in altro modo (e con altre aliquote). È così per le rendite delle case messe in affitto, dei redditi dei lavoratori autonomi in regime forfettario e per i guadagni sulle operazioni finanziarie
- A questo si aggiunge l’evasione fiscale. Per quanto riguarda l'Irpef si parla di 3,9 miliardi di euro per i lavoratori dipendenti e di 29,6 miliardi di euro per gli autonomi
- Uno degli obiettivi alla base di Itinerari Previdenziali è capire se siamo in grado di finanziare tutto il nostro welfare (che pesa molto sul bilancio pubblico). Guardiamo ad esempio alla spesa assistenziale, cioè quella sostenuta per fornire servizi a chi ne ha bisogno (come i redditi bassi): nel 2008 si spendevano 73 miliardi, nel 2022 157 miliardi di euro (solo in parte motivati dall'aumento dell'inflazione)
- L'Italia negli ultimi anni ha quindi scalato molte posizioni nella classifica di chi spende di più per la protezione sociale (pensioni e spese assistenziali insieme) in percentuale al Pil: poco più dell'Austria e poco meno della Finlandia
- Questo imponente dispiegamento di risorse ha funzionato? Non sembrerebbe: tra il 2008 e il 2023 le persone in condizione di povertà assoluta sono quasi triplicate, passando da poco più di 2 milioni a poco meno di 6 milioni
- Per capire questo scollamento, bisogna ad esempio ricordarsi che una grande fetta della spesa sociale statale va nel pagamento di pensioni per persone che non hanno versato i contributi necessari (o comunque non abbastanza). Si tratta ad esempio di chi veniva da un'altra generazione, come le donne - ora anziane - cresciute quando non esisteva nemmeno la prospettiva dell'occupazione femminile. Sono molti i casi simili: il 40,6% dei pensionati