
Concordato preventivo biennale, scaduti i termini per aderire. Quali sono le stime
Il 31 ottobre si è esaurita la possibilità di accettare la proposta del Fisco con cui il contribuente paga una cifra forfettaria di tasse in cambio di meno controlli e vantaggi fiscali. L’adesione allo strumento non sembra essere stata alta. Al momento le verifiche sugli autonomi sono molto poche, in particolare per alcune categorie. Di questo si è parlato nella puntata di “Numeri”, il programma di SkyTG24 andato in onda il 31 ottobre 2024

LA SCADENZA
- Ieri è scaduto il termine per aderire al concordato preventivo biennale, strumento con il quale il governo spera di far emergere una parte di redditi non dichiarati negli anni passati. L’adesione non sembra essere stata alta ma è caos tra i commercialisti che chiedevano una proroga dei termini e hanno deciso di scioperare. Di questo si è parlato nella puntata di “Numeri”, il programma di Sky TG24 andato in onda il 31 ottobre 2024

LE PERCENTUALI DEI CONTROLLI TRA GLI AUTONOMI
- Gli autonomi controllati dal Fisco sono infatti pochissimi: come ha sottolineato la Corte dei Conti a giugno 2024, le verifiche sono aumentate negli ultimi due anni ma restano sempre sotto il 5%

I CONTROLLI TRA LE CATEGORIE
- Alcune categorie poi, sono meno controllate di altre: tra gli autonomi, i commercianti, ad esempio, hanno poche possibilità di incappare in una verifica fiscale. Percentuali appena più alte quelle di studi medici e agenti immobiliari, così come per elettricisti e idraulici

LE PAROLE DELLA CORTE DEI CONTI
- La stessa Corte dei Conti lo ha scritto nero su bianco pochi mesi fa, evidenziando le limitate possibilità del Fisco di controllare tutti i contribuenti

LE PAROLE DEL VICEMINISTRO LEO
- A ribadirlo è stato anche lo stesso viceministro Maurizio Leo, che ha sottolineato l’assenza di una “capacità operativa che consente controlli a 360°”

COS’È IL CONCORDATO PREVENTIVO BIENNALE
- Date queste difficoltà, il governo ha puntato sul nuovo strumento del concordato preventivo biennale. Si tratta di una proposta che il Fisco fa al contribuente: in cambio di una determinata percentuale di reddito da versare in tasse, se si accetta si avrà il vantaggio di avere meno controlli e anche vantaggi fiscali

LE STIME
- Le prime stime dell’Associazione Nazionale dei commercialisti parlano di un’adesione tra il 10 e il 15% degli aventi diritto. Confartigianato ha sondato migliaia di imprese registrando una adesione tra il 18% e il 23%. Indiscrezioni di stampa le quotano intorno tra le 150 e le 200 mila (ma c'è chi azzarda 500 mila). Il ministro Giancarlo Giorgetti non si sbilancia sull'esito dell'operazione

A CHI CONVIENE ADERIRE
- Ma a chi conviene aderire? Si tratta di un vantaggio che può interessare soprattutto i professionisti certi di guadagnare più di quanto previsto dal Fisco negli anni successivi e le partite Iva che vogliono far emergere legalmente i redditi non dichiarati tra il 2018 e il 2022

LO SCIOPERO
- La scadenza di ieri ha però causato caos: anche per questo i commercialisti hanno indetto uno sciopero di una settimana fino al 7 novembre. “Senza una proroga dei termini del concordato sono venute meno le condizioni professionali e deontologiche per svolgere al meglio il nostro lavoro”, hanno dichiarato

NESSUNA PROROGA
- A questo proposito il governo ha fatto sapere che non ci sarà nessuna proroga. Un punto sul quale anche i commercialisti sembrano essersi rassegnati. “In merito alle notizie che stanno circolando nel web e sui social media, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili precisa che, al momento, non risulta alcuna proroga del termine per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi”, ha dichiarato il presidente dei professionisti Elbano de Nuccio