
Condizionatori, dal 1° maggio la stretta per gli uffici pubblici: novità, limiti e multe
Il decreto bollette impone un irrigidimento delle norme su riscaldamento e aria condizionata delle pubbliche amministrazioni: dal 1° maggio al 31 marzo 2023 la temperatura potrà scendere a massimo 27 gradi in estate e non potrà superare i 19 gradi in inverno, con due gradi di tolleranza

Stop al condizionatore selvaggio negli uffici pubblici. Mentre il governo continua a lavorare per scongiurare gli effetti della crisi energetica alla luce della guerra in Ucraina, arriva una stretta per gli uffici pubblici
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Le commissioni Ambiente e Attività produttive hanno approvato un emendamento del M5S al decreto bollette - che ha poi ottenuto il via libera alla Camera il 13 aprile - che impone una stretta su termosifoni e condizionatori delle Pa
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Dal 1° maggio al 31 marzo 2023 la media ponderata della temperatura negli edifici pubblici in estate non dovrà essere inferiore a 27 gradi, con 2° di tolleranza, e non dovrà superare i 19 gradi in inverno (quindi 21° in inverno e 25° in estate)
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La misura, riporta il Corriere della Sera, non viene al momento applicata a cliniche, ospedali e case di cura
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Restano però il nodo dei controlli nei singoli edifici e l'ipotesi di estendere le regole anche ai privati
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In caso di violazione delle regole sono previste multe dai 500 ai 3mila euro

Il tema dei controlli rimane però complesso, spiega il Corriere, perché andrebbero fatti in ogni immobile della Pubblica amministrazione

Controlli che diventerebbero ancora più complessi se le norma fossero estese anche ai privati, quindi alle aziende e alle case degli italiani

Al momento nelle case non si dovrebbero superare i 20 gradi in inverno, con fasce di accensione dei termosifoni che variano in base alla zona in cui si vive

Secondo il Corriere della Sera, potrebbe arrivare anche un decreto per diminuire il consumo elettrico dei comuni limitando il numero dei lampioni accesi e le ore di illuminazione