Alla Bbc, il presidente ucraino attacca i Paesi europei che continuano ad acquistare energia dalla Russia: "Sono soldi sporchi del sangue di altre persone". E mette (quasi) la parola fine ai negoziati: i massacri di Mariupol, Bucha e Borodyanka "ci portano a essere vicini a interrompere i colloqui di pace"
Il presidente ucraino Zelensky attacca i Paesi europei che continuano ad acquistare energia dalla Russia. "Sono soldi sporchi del sangue di altre persone", ha affermato in un'intervista alla Bbc. A essere chiamate in causa da Zelensky sono soprattutto Germania e Ungheria, accusate di bloccare gli sforzi per arrivare a un embargo totale sull'export energetico di Mosca (GLI AGGIORNAMENTI SULLA GUERRA - SPECIALE).
"È una questione di sopravvivenza"
"Alcuni dei nostri amici e partner capiscono che ora è un momento diverso, che non è più una questione di affari e denaro, ma è una questione di sopravvivenza", ha detto Zelensky, aggiungendo che Mosca potrebbe guadagnare dalle esportazioni energetiche oltre 300 miliardi di dollari nel 2022.
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"Dopo Mariupol e Bucha, negoziati verso l'interruzione"
Nel colloquio con la Bbc, il presidente ucraino ha sottolineato che le atrocità commesse a Mariupol, Bucha e Borodyanka hanno ridotto le possibilità di un fine positivo dei colloqui di pace. Quanto accaduto "ci porta a essere vicini a interrompere i negoziati. Non si tratta di me, si tratta della Russia. Non avranno più molte possibilità di parlare con noi", ha evidenziato. Parlando poi di Mariupol, Zelensky ha spiegato che "oltre alle decine di migliaia di morti, molti sono scomparsi" e "sono stati portati in Russia, alcuni nei campi, altri in altre città".
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"Servono velocemente più armi"
Il presidente ucraino ha infine ribadito la necessità di ricevere più armi, affermando che i rifornimenti attuali non giungono abbastanza velocemente per contrastare l'invasione russa. La parola chiave, spiega, è "adesso".