
Lavoro, al via questa settimana il tavolo per contratti e salari: i nodi
Tra i temi più urgenti ci sono la crescita dei contratti a tempo determinato, la corsa dell'inflazione che erode le retribuzioni, la lotta al precariato e al dumping. Dai sindacati arrivano proposte per eliminare i contratti precari. Il ministro Orlando si dice pronto a riflettere anche su "nuovi strumenti" per tutelare il lavoro

Questa settimana riparte il confronto tra il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, e le parti sociali, che poi, dopo Pasqua, torneranno a Palazzo Chigi. Sul tavolo ci sono i contratti e i salari, tra la crescita dei posti a tempo determinato e la corsa dell'inflazione che erode le retribuzioni
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Un tavolo che "a questo punto assume ancora maggior rilievo - sottolinea il ministro- per fare il punto sul tema della contrattazione in generale e dei suoi meccanismi", insieme al tema "fondamentale" dei salari
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Il ministro si dice pronto a riflettere anche su "nuovi strumenti" per tutelare il lavoro se gli ammortizzatori sociali 'ordinari' non dovessero risultare sufficienti. Il punto di partenza è la lotta al precariato e al dumping
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Di fronte alla crescita dei contratti a tempo determinato, che negli ultimi mesi ha di fatto sostenuto la ripresa dell'occupazione, si fa strada un intervento di razionalizzazione delle tipologie contrattuali orientato proprio ad arginare il lavoro precario
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Non sfugge l'andamento dei cosiddetti mini-jobs. Gli ultimi dati trimestrali, riferiti a fine 2021, indicano la durata spesso breve (anche di un solo giorno) dei contratti attivati a tempo determinato: il 39,5% fino a 30 giorni, il 13,3% un solo giorno e solo lo 0,9% supera un anno
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Dati recentemente ricordati dallo stesso ministro, insieme alle criticità sui salari, che mostrano "un arretramento delle retribuzioni" per le categorie più fragili del mercato del lavoro, a partire dalle donne e dai giovani

Alla luce della corsa dell'inflazione, i sindacati già da febbraio chiedono che, nel confronto con Confindustria e le altre associazioni datoriali, si apra la discussione per rivedere il parametro alla base nel rinnovo dei contratti nazionali (Ipca)

L'indice dei prezzi al consumo armonizzato a livello europeo ad oggi è depurato dai costi energetici (che oggi sono quelli più in salita e che spingono in alto il livello generale dell'inflazione): mantenerlo così significa, secondo i sindacati, ridurre il valore reale dei salari

Per quanto riguarda le retribuzioni contrattuali, il Def nello scenario tendenziale ipotizza che "gli adeguamenti dei minimi contrattuali continueranno a prendere come riferimento il tasso di inflazione al netto dei prodotti energetici importati"

A marzo, ad esempio, l'indice nazionale dei prezzi al consumo al netto dell'energia è salito su base annua del 2,5%, mentre l'indice generale è cresciuto del 6,7%. Ma "è sbagliato far ricadere sui contratti i costi delle speculazioni", sostiene la Cisl

I sindacati sono per cancellare i contratti più precari. Tra le proposte, la Cgil chiede l'introduzione di un unico contratto di inserimento al lavoro a contributo formativo e stabile. La Uil invece richiama il “patto spagnolo” con cui si è eliminato il contratto a tempo determinato, lasciandolo solo per sostituzione o picchi produttivi