
Aumento prezzi: distributori metano minacciano lo sciopero, Assoutenti chiede nuove misure
Le associazioni sollecitano il governo a intervenire contro l'aumento dei prezzi che continua ad avere ricadute sia sulle famiglie che sulle imprese. Il settore del metano lamenta di essere stato escluso dagli interventi precedenti e lancia un ultimatum

Assogasmetano, Assopetroli-Assoenergia e Federmetano, tre associazioni che rappresentano i proprietari dei distributori di gas naturale per autotrazione, hanno minacciato di indire uno sciopero se il governo non farà in modo di abbassare il prezzo del metano. Le loro richieste sono quelle di ridurre l’Iva dal 22% al 5%, come già accordato per gli usi civili e industriali, e di estendere il credito d'imposta per gli autotrasportatori anche al gas naturale per autotrazione
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Il presidente di Federmetano, Dante Natali, lamenta che i decreti messi in campo per fronteggiare l'aumento dei prezzi dell'energia hanno escluso il settore del metano, mentre il numero uno di Assopetroli-Assoenergia, Andrea Rossetti, parla di un rischio di default e chiede un “intervento urgentissimo di protezione come fatto contro il caro benzina"
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I rincari non riguardano solo il metano. La Fao evidenzia che i prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale hanno segnato un +12,6% a marzo rispetto a febbraio. Più nel dettaglio, i prezzi mondiali del grano sono aumentati del 19,7%, aggravati dalle preoccupazioni per le coltivazioni negli Usa, mentre quelli del mais hanno fatto registrare un aumento del 19,1% un livello record, insieme a quelli dell'orzo e del sorgo
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Proprio all’aumento dei prezzi Assoutenti attribuisce il calo delle vendite dei beni alimentari, che secondo l’Istat sono scese dell’1,9% in volume rispetto a febbraio 2021. "Da mesi denunciamo come gli aumenti spropositati dei prezzi registrati in Italia sui beni di prima necessità come pane, pasta, frutta e verdura, avrebbero avuto conseguenze sulla spesa delle famiglie”, ha detto il presidente Furio Truzzi parlando degli ultimi dati come di una "conferma" di queste previsioni
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"Il taglio della spesa alimentare da parte degli italiani è un segnale allarmante che deve spingere il Governo ad adottare misure straordinarie, soprattutto in considerazione dell'andamento al rialzo dell'inflazione”, prosegue Truzzi. "Serve ricorrere ai prezzi amministrati almeno per i generi di prima necessità come i beni alimentari, per bloccare le speculazioni e contrastare gli effetti del caro-bollette e della guerra in Ucraina”
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Secondo la Coldiretti, il caro prezzi è responsabile anche del balzo delle vendite dei discount. L’associazione afferma che questo risultato evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo e su beni essenziali come cibi e bevande

Oltre alle famiglie, soffrono anche le imprese. Secondo un’indagine effettuata dall’Area Studi di Legacoop, tra l’89% e il 98% delle cooperative aderenti ha registrato rincari delle fonti energetiche con aumenti medi del 44% del metano, del 41% dell'energia elettrica, del 37% del gas naturale, del 29% di benzina e gasolio e del 26% del Gpl

Il 39% delle cooperative segnala rincari anche delle materie prime necessarie al processo produttivo. In base alla ricerca, l'aumento medio più elevato è quello dei metalli (42%), seguiti dai componenti per l'edilizia (41%), dal legno e dai fertilizzanti (39%), dai mangimi (38%), dai materiali plastici (35%)

Nell’introduzione al Def, si legge che i rincari della bolletta energetica per famiglie e imprese, con le misure già adottate dal Governo (5,3 miliardi nel 2021 e 14,7 miliardi per il primo semestre 2022) verrebbero ridotti nel primo semestre "di almeno un quarto rispetto a uno scenario senza gli interventi del Governo". Da più parti, arriva però la richiesta a fare di più

In un recente convegno, il direttore generale della Banca d'Italia Luigi Federico Signorini ha detto che “dopo il 24 febbraio (inizio della guerra in Ucraina) gli ulteriori rincari delle fonti energetiche e le incertezze sul relativo approvvigionamento - particolarmente accentuate in paesi come l'Italia e la Germania, molto dipendenti dal gas russo - hanno appesantito ulteriormente il clima congiunturale”

A sua detta, "occorrerebbe concentrare le risorse pubbliche disponibili, più che sui prezzi in sé, sull'obiettivo di sostenere, in un'ottica di emergenza, il reddito delle famiglie e delle imprese più colpite, mitigando le conseguenze sociali dello shock"