
Riforma del fisco, dall'Irpef all'Irap: tutte le novità sulle tasse
Lo scorso 30 giugno le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno pubblicato il documento conclusivo che servirà come base per definire la legge-delega. Giù le tasse sul ceto medio, prevista la riduzione dell’Irpef, l’abolizione dell’Irap e il secondo acconto delle imposte a rate. Spariti i riferimenti alla patrimoniale. Tutti i dettagli

Il governo e il Parlamento sono al lavoro per la riforma del fisco. Lo scorso 30 giugno, le Commissioni Finanze di Camera e Senato hanno licenziato un lungo documento (Leu astenuta, Fdi contraria, tutti gli altri favorevoli) in cui si tracciano le linee-guida della prossima riforma fiscale, che dovrà vedere luce - grazie a una delega all'esecutivo - entro il 31 luglio
Fisco, ok Commissioni Finanze a riforma Irpef: giù tasse ceto medio
Tra le maggiori novità del documento c'è una riduzione allo scaglione Irpef "di mezzo" (quello che riguarda il ceto medio), l’abolizione dell'Irap e la rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per i titolari di partita Iva. Giù le tasse sul lavoro, nuove semplificazioni, rivisitazione del rapporto tra cittadini ed amministrazione finanziaria, lotta all'evasione, abbassamento dell'Iva (ovvero "semplificazione e possibile riduzione dell'aliquota ordinaria attualmente applicata")
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Via inoltre le "microtasse", dal superbollo alla tassa sul rumore degli aerei. Sciolto il nodo sul forfait per gli autonomi, mentre non si accenna più alla patrimoniale che invece compariva nelle prime bozze del documento (bocciato un emendamento del Pd sul riordino complessivo anche dei valori catastali)
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IRPEF - Nel testo si spiega che il governo dovrebbe puntare a "ridefinire la struttura dell'Irpef", con un abbassamento dell'aliquota media effettiva con particolare riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito tra i 28.000 e i 55.000 euro (l'aliquota del 38%). L'intervento dovrà seguire anche l'obiettivo di modificare la dinamica delle aliquote marginali effettive, eliminando le discontinuità più brusche
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Tra le proposte c'è quella di prevedere un sistema ad aliquota continua, ma solo per le fasce di reddito medio, accompagnato da un intervento sulla no tax area, un minimo esente da intendere come una maxi-deduzione
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Gli interventi sull’Irpef riguarderanno anche la razionalizzazione delle detrazioni fiscali, che potrebbero trasformarsi in spese pubbliche ed essere riconosciute - su base volontaria - come erogazioni dirette in caso di pagamento con carte o bancomat. In pratica, anziché aspettare la presentazione della dichiarazione dei redditi, il contribuente potrebbe ricevere subito la somma riconosciuta
IRAP - Le Commissioni hanno evidenziato la necessità del superamento dell’Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive, introdotta negli anni Novanta come strumento di semplificazione e razionalizzazione, e poi stravolta nel tempo. Si va verso l'abolizione di questa tassa, il cui gettito verrebbe assorbito in tributi già esistenti, come l'Ires (su cui a sua volta si pensa a una semplificazione)

IRI - Sulle imprese, c'è l'ipotesi di un ritorno dell'Iri, imposta introdotta nel 2018 e abolita ancor prima di diventare operativa. Le Commissioni raccomandano la reintroduzione dell’imposta sul reddito di impresa che garantirebbe - su base opzionale - una parità di trattamento rispetto a quanto previsto per le società di capitali. Imprese individuali e società di persone in contabilità ordinaria avrebbero la possibilità di optare per l’applicazione di un'aliquota proporzionale, a condizione che l'utile prodotto sia rinvestito in azienda

PARTITE IVA - Nel documento c'è anche la proposta di rateizzazione del secondo acconto delle imposte sui redditi per le partite Iva e i lavoratori autonomi. L’idea è quella di cancellare la scadenza del 30 novembre

Le Commissioni propongono di istituire un meccanismo di rateizzazione, su base opzionale, che preveda il versamento del saldo e del primo acconto in sei rate mensili di uguale importo da luglio a dicembre dello stesso anno, nonché il versamento del secondo acconto in un’unica soluzione entro il 31 gennaio dell’anno seguente o in sei rate mensili di pari importo da gennaio a giugno dell'anno seguente. Contestualmente verrebbe eliminata o ridotta la ritenuta d’acconto

REGIME FORFETTARIO - Il documento propone anche di intervenire sul regime forfettario, introducendo un regime fiscale transitorio per i contribuenti che superano il limite di 65.000 euro: la proposta è quella di introdurre una tassazione agevolata per le partite Iva che superino questa soglia di ricavi e compensi

Le Commissioni raccomandando in tal caso di introdurre un regime opzionale per la continuazione del regime forfettario nei due anni successivi al superamento del tetto di 65.000 euro, in caso di aumento del volume d’affari pari almeno al 10 per cento rispetto all'anno precedente. Le aliquote dell'imposta sostitutiva salirebbero dal 15 al 20 per cento e dal 5 al 10 per cento per le start-up

RENDITE FINANZIARIE - Prevista infine anche una profonda revisione dell'imposizione sulle rendite finanziarie, ma non un calo come invece era ipotizzato nelle prime bozze del documento. Per i redditi finanziari (attualmente tassati mediamente al 26%) si auspica un intervento complessivo di rivisitazione che preveda la creazione di un'unica categoria "Redditi finanziari", l'unificazione del criterio e la modifica della tassazione della previdenza complementare