Fisco, ok delle Commissioni Finanze delle Camere a riforma Irpef: giù tasse su ceto medio

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Approvato il documento che guiderà il governo verso la riforma fiscale, il cui testo sarà presentato entro il 31 luglio. Nel testo l’abbassamento dello scaglione Irpef tra 28.000 e 55.000 euro, meno tasse sul lavoro, l’addio alle “microtasse”, la riduzione dell’Iva. Sciolto il nodo sul forfait per gli autonomi, mentre non si accenna più alla patrimoniale

Via libera delle Commissioni Finanze di Camera e Senato al documento che indica al governo la strada per la riforma fiscale. L'esecutivo, che presenterà il testo entro il 31 luglio, dovrebbe avere secondo il Parlamento un “faro”: abbassare lo scaglione Irpef “di mezzo”, quello che colpisce il ceto medio (tra 28.000 e 55.000 euro). L'approvazione del documento, (Leu astenuta e FdI contraria), viene salutata dal presidente della Commissone Finanze della Camera, Luigi Marattin (Iv): “Grazie al collega presidente della Commissione Finanze di Palazzo Madama, Luciano D'Alfonso e a tutte le forze politiche, comprese le due che non hanno votato a favore, per sei mesi di lavoro serio e competente. Il cammino della riforma fiscale è ancora lungo, ma possiamo dire che stasera ha preso il via col piede giusto”.

Le misure: via le “microtasse”, non c’è la patrimoniale

Oltre all’Irpef, il teso prevede meno tasse sul lavoro, semplificazioni, rivisitazione del rapporto tra cittadini e amministrazione finanziaria, nuova lotta all'evasione, abbassamento dell'Iva ovvero "semplificazione e possibile riduzione dell'aliquota ordinaria attualmente applicata". E via le “microtasse”: dal superbollo alla tassa sul rumore degli aerei. Sciolto il nodo sul forfait per gli autonomi ("bene ma ci sono criticità da affrontare"), mentre non si accenna più alla patrimoniale che invece compariva nelle prime bozze del documento (bocciato un emendamento del Pd sul riordino complessivo anche dei valori catastali). E le rottamazioni? Positive, favoriscono gli adempimenti anche se c'è da rinforzare ancora e non poco la lotta all'evasione.

Milano - Dichiarzione dei redditi - Tasse (Rich / IPA/Fotogramma,  - 2016-11-23) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

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Le coperture e gli obiettivi

Un percorso certo non semplice, più volte tentato dai precedenti governi, che deve fare anche i conti come sempre con le risorse. Punto sul quale le commissioni parlamentari identificano una possibile “fonte”: la revisione dei moltissimi sconti che il fisco concede, a volte per pochi casi, ai cittadini. Il tutto con tre obiettivi dichiarati: stimolare la crescita abbassando in alcuni casi il “peso” del prelievo, sfoltire e semplificare e rendere meno distorsivo il trattamento fiscale dei fattori produttivi, cioè agire su capitale e lavoro.

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La tassazione “green” e le rendite finanziarie

Molte le proposte anche sul fronte delle aziende e su quello della tassazione “green”: dal superamento dell'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive, alla semplificazione dell'Ires fino a una rateizzazione più corposa per alleggerire l'impatto sui lavoratori autonomi. Mentre per l'Iri si raccomanda la reintroduzione del regime opzionale. È prevista anche una profonda revisione dell'imposizione sulle rendite finanziarie, ma non un calo come invece era ipotizzato nelle prime bozze del documento. Si punta inoltre all'''elevazione al rango costituzionale di alcune parti dello Statuto del contribuente".

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“Rivedere la legge sul federalismo fiscale”

Per i redditi finanziari (attualmente tassati mediamente al 26%) si auspica un intervento complessivo di rivisitazione che preveda la creazione di un'unica categoria "redditi finanziari" e l'unificazione del criterio e la modifica della tassazione della previdenza complementare. Infine per i tributi locali si auspica di "non archiviare un'aspirazione riformatrice più completa, in grado di rivedere strutturalmente la legge sul federalismo fiscale" e questo per "adeguarne i principi ispiratori ai pilastri di autonomia e responsabilità, che di prevederne una completa attuazione".

Nel 2016 sono stati scoperti appalti pubblici irregolari per un valore complessivo di 3,4 miliardi di euro, più del triplo del valore di quelli irregolari scoperti nel 2015 (un miliardo). Il dato è contenuto nel Rapporto annuale della Guardia di Finanza, che verrà presentato oggi a Roma alla presenza del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e del comandante generale della Gdf Giorgio Toschi. I controlli sulle irregolarità negli appalti pubblici hanno consentito di denunciare 1.866 persone e di arrestarne 140. 
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