
Evasione fiscale, con Dac7 le piattaforme online fornirebbero i dati degli utenti
Si tratta di una direttiva che potrebbe essere approvata dal Parlamento europeo nel mese di marzo. Se passasse, i gestori di servizi di vendite online dovranno collaborare con le amministrazioni fiscali e fornire informazioni sui movimenti che avvengono nell'ambito dei propri siti

Le nostre transazioni online potrebbero essere comunicate al fisco direttamente dalle piattaforme digitali. È lo scenario che si prefigura se il Parlamento europeo approverà la Direttiva sulla cooperazione amministrativa Dac 7. Vediamo di cosa si tratta
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Se la direttiva sarà approvata, dal 1° gennaio 2023, questi gestori dovranno comunicare al fisco i dati sulle operazioni di acquisto tramite le loro piattaforme

Tra le cosiddette “attività rilevanti” da comunicare, sono state individuate la locazione di immobili, la vendita di beni, la fornitura di servizi, il noleggio di qualsiasi mezzo di trasporto, l’attività di crowdfunding

In questo modo i singoli Paesi potranno reclamare il gettito fiscale che gli spetta su ciascuna operazione

E sarebbero piattaforme come Amazon, Airbnb, Google, eBay, Facebook, Instagram o Uber a informare il Fisco sulle operazioni dei propri utenti

La direttiva Dac7 ha già incassato l’approvazione dell’Ecofin (il Consiglio dei ministri delle Finanze dell’Unione europea) il 1° dicembre 2020

Ora dunque manca solo l’approvazione del Parlamento europeo, che dovrebbe pronunciarsi nel mese di marzo

Nome e cognome, codice fiscale o partita Iva, denominazione sociale, ammontare dei corrispettivi pagati o accreditati in ciascuno dei periodi oggetto di monitoraggio, eventuali diritti, commissioni o imposte trattenuti o addebitati dalla piattaforma: questi i dati che i gestori dovranno comunicare se la direttiva sarà approvata

Ma la Dac7 premette che la comunicazione di questi dati non si scontrerà con la normativa comunitaria sulla privacy

Verranno prese in considerazione solo le “attività rilevanti” degli utenti. E inoltre sono esclusi i venditori che hanno effettuato mento di 30 operazioni e per le quali l’importo totale non supera i 2mila euro durante l’anno di riferimento

Esclusi anche i venditori “professionali” per cui la piattaforma facilita più di 2mila “attività rilevanti” per l’affitto di immobili in relazione a una “Proprietà Inserzionata”

Tra le sanzioni previste per le piattaforme che non vorranno adeguarsi ci sarebbe addirittura la sospensione di accesso al mercato

Alle stesse piattaforme è infine imposto l’obbligo di registrarsi in uno Stato dell’Unione europea