Ex Ilva, accordo tra ArcelorMittal e Invitalia: l'acciaio torna di Stato. Critico Calenda

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L'Agenzia controllata dal ministero dell'Economia entrerà al 50% (per poi salire al 60%) nella compagine azionaria di Am Invest Co Italy, la società veicolo di ArcelorMittal che ha in gestione gli impianti. Soddisfazione da parte dei ministri Patuanelli e Gualtieri, critiche dal leader di Azione Calenda: "Mittal ha vinto la lotteria di Capodanno". Il sindaco di Taranto Melucci: "Il piano, per noi, è carta straccia"

Torna lo Stato nella gestione delle acciaierie dell'ex Ilva. Nella serata del 10 dicembre, ArcelorMittal e Invitalia hanno firmato l'accordo che consente all'Agenzia controllata dal ministero dell'Economia di entrare al 50% (per poi salire al 60%) nella compagine azionaria di Am Invest Co Italy, la società veicolo di ArcelorMittal che ha in gestione gli impianti. Soddisfatti i ministri Stefano Patuanelli e Roberto Gualtieri, critico invece il leader di Azione Carlo Calenda, che da ministro dello Sviluppo economico si era occupato della vicenda ex Ilva: "Mittal ha vinto la lotteria di Capodanno, invece di ridare dei soldi ne prende parecchi".

Cosa prevede l'accordo

Come spiega Invitalia in un comunicato, l'accordo prevede un aumento di capitale di Am Invest Co Italy per 400 milioni di euro, che darà a Invitalia il 50% dei diritti di voto della società. A maggio 2022 è programmato un secondo aumento di capitale, che sarà sottoscritto fino a 680 milioni da parte di Invitalia e fino a 70 milioni da parte di ArcelorMittal. Al termine dell'operazione, Invitalia sarà l'azionista di maggioranza con il 60% del capitale della società.

TARANTO, ITALY - APRIL 09: Steel produced by Ilva stationary in the port of Taranto, ready to be shipped all over the world on April 09, 2020 in Taranto, Italy. (Photo by Donato Fasano/Getty Images)

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Il processo di decarbonizzazione

Come si legge in una nota del ministero dell'Economia, l'accordo fra ArcelorMittal e Invitalia per il passaggio di controllo dello stabilimento di Taranto prevede "un articolato piano di investimenti ambientali e industriali". Sarà "avviato il processo di decarbonizzazione dello stabilimento, con l'attivazione di un forno elettrico capace di produrre fino a 2,5 milioni di tonnellate l'anno". Si è stabilito poi "il completo assorbimento, nell'arco del piano, dei 10.700 lavoratori impegnati nello stabilimento". L'obiettivo del piano di investimenti nel Mezzogiorno è quello di trasformare l'ex Ilva di Taranto nel più grande impianto di produzione di acciaio "green" in Europa.

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Calenda: "Mittal ha vinto la lotteria di Capodanno"

Caustico il commento del leader di Azione Carlo Calenda, che da ministro dello Sviluppo economico si era occupato a lungo della vicenda ex Ilva: "Mittal ha vinto la lotteria di Capodanno perché aveva un contratto blindato all'esito di una gara per cui doveva impegnare 4 miliardi e 200 milioni di euro, di cui 2,4 su un piano ambientale e industriale e 1,8 per ripagare i creditori tra cui lo Stato". "Quando hanno fatto saltare lo scudo penale - ha aggiunto Calenda parlando a Radio anch'io - Mittal ha minacciato il recesso, mentre veniva strombazzata la cacciata degli speculatori. Ora il risultato netto è che con questo accordo Mittal rimane dentro e invece di ridare dei soldi ne prende parecchi".

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Soddisfazione da parte dei ministri Patuanelli e Gualtieri

"Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e il ministro dell'Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri esprimono soddisfazione per la firma dell'accordo di co-investimento tra Invitalia e ArcelorMittal per l'ex Ilva", si legge in un comunicato. L'accordo "prevede un significativo impegno finanziario da parte dello Stato italiano, e rappresenta un passo importante verso la decarbonizzazione dell'impianto di Taranto, attraverso l'avvio della produzione di acciaio con processi meno inquinanti". Nella nota si specifica che "circa un terzo della produzione di acciaio avverrà con emissioni ridotte, grazie all'utilizzo del forno elettrico e di una tecnologia d'avanguardia, il cosiddetto 'preridotto', in coerenza con le linee guida del Next Generation Eu. La riduzione dell'inquinamento realizzabile con questa tecnologia è infatti del 93% a regime per l'ossido di zolfo, del 90% per la diossina, del 78% per le polveri sottili e per la CO2".

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Melucci (sindaco Taranto): "Il piano, per noi, è carta straccia"

"Ancora adesso non conosciamo le carte di dettaglio di questo piano e andiamo avanti con l'accordo di programma. Questo piano per noi è carta straccia, noi dobbiamo occuparci della salute del tarantini". Così il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci sull'intesa tra ArcelorMittal e Invitalia. Il Comune e la Regione Puglia intendono costituire il "Tavolo per la sottoscrizione dell'Accordo di Programma per la bonifica, il risanamento ambientale, la riconversione e lo sviluppo del polo siderurgico di Taranto" con proposte alternative a quelle del governo e della multinazionale.

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Melucci: "Non possiamo sacrificare ancora la salute dei tarantini"

"Da Conte - ha aggiunto Melucci riferendosi alle dichiarazioni rilasciate dal premier al termine del vertice europeo - ne abbiamo sentite tante di parole importanti. Ci viene chiesto di fare l'ennesimo atto di fede, ma noi non possiamo accettarlo. La prospettiva che il governo pone rispetto al tema dell'idrogeno è una prospettiva molto lunga". Secondo il primo cittadino, "la verità è che prima del 2022 non cambia niente, resta anche l'attuale governance in capo a Lucia Morselli con la presenza dello Stato, che ancora non è in maggioranza. E non ci sono investimenti importanti dal punto di vista tecnologico". Il sindaco di Taranto osserva: "Per gennaio - non so se i sindacati lo annunciano o riferiscono solo delle cose dal loro punto di vista positive - ci saranno altre 3mila persone in cassa integrazione. Insomma, l'orizzonte che traccia il premier chiaramente ci interessa, lo valuteremo sul Tavolo dell'accordo di programma". Melucci conclude: "Oggi ci viene chiesto almeno fino al 2025 di sacrificare ancora la salute dei tarantini. Noi non lo possiamo accettare. Volevamo più coraggio, più investimenti anche dal Recovery plan e interventi che partissero subito con questa prospettiva".

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