Su Sky TG24 "Vite - L'arte del possibile", interviste a grandi italiani di successo

Economia

Il direttore Giuseppe De Bellis conduce un ciclo di incontri con grandi personalità del nostro Paese che hanno saputo raggiungere il successo a livello internazionale

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Cos’è “l’arte del possibile”? È la capacità di vivere per fare, di avere un’idea e impegnarsi per realizzarla, diventando gli artefici del proprio successo. Questa capacità è il filo rosso che unisce le interviste di “Vite – L’arte del possibile”, il programma curato e realizzato dal direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis. L’appuntamento è su Sky TG24. Tra gli intervistati Marco Tronchetti Provera, Paolo Sorrentino, Renzo Piano, Amalia Ercoli Finzi, Brunello Cucinelli, Massimo Bottura, Nerio Alessandri e altri. “Vite – L’arte del possibile” è disponibile anche on demand e sul sito SkyTG24.it, con una sezione dedicata in cui sono presenti le interviste video accompagnate dal testo integrale.

Un ciclo di interviste a grandi italiani

“Vite– L’arte del possibile” è un ciclo di interviste dedicate al successo e alla capacità di raggiungerlo. Un ritratto professionale e umano di grandi italiani che si sono distinti nel proprio campo: dall’industria all’architettura, dal cinema alla scienza, dalla creatività alla gastronomia, dallo stile alla cultura, divenendo noti in tutto il mondo (ALCUNE PUNTATE: BRUNELLO CUCINELLI - DIEGO DELLA VALLE - ALESSANDRO BARICCO - FEDERICO MARCHETTI - FABIOLA GIANOTTI - AMALIA ERCOLI-FINZI - MICHELE DE LUCCHI - RENZO ROSSO - ANDREA ILLY - BEATRICE VENEZI - LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO).

De Bellis: “Racconto grandi italiani che hanno seguito la propria strada fino in fondo”

“Con ‘Vite – l’arte del possibile’ – spiega il direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis - voglio raccontare grandi italiani che sono stati capaci di seguire la propria strada fino in fondo e raggiungere il successo nel proprio ambito professionale. Che hanno reso, quindi, possibile la propria vita, ovvero che sono riusciti a fare ciò che fanno oggi e che li ha resi famosi. Per farlo ho scelto di incontrarli fuori dal rigore di uno studio televisivo, portandoli invece in luoghi che hanno per loro un significato particolare. Luoghi, insomma, che fanno parte indissolubilmente della loro essenza. Volevo parlare delle loro storie nel contesto in cui si sono espresse, per restituire allo spettatore un ritratto autentico e più sfaccettato”.

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