Pietre d'inciampo: cosa sono, quante sono e dove si trovano in Italia. FOTO
Si tratta di blocchi quadrati di 10x10 cm ricoperti di ottone lucente, posti davanti alla porta di casa di un deportato nei campi di sterminio nazisti. Sono presenti anche nel nostro Paese e a Roma ce ne sono 384. A posizionarli è l'artista tedesco Gunter Demnig, ideatore dell'iniziativa, che vuole mantenere vivo il ricordo delle vittime della Shoah
- Sono oltre 70mila in tutta Europa, sparse tra le vie di 2.000 città: ognuna di esse ricorda una vittima delle deportazioni nei lager nazisti. Sono le cosiddette "pietre d'inciampo", simili a sampietrini ma ricoperte di ottone lucente, con sopra incisi i nomi di coloro che furono sterminati durante la Shoah
- L'iniziativa è nata dall'artista Gunter Demnig (in foto), nato a Berlino nel 1947, come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, con l'obiettivo di ricordare tutte le vittime del Nazismo perseguitate e uccise per la loro religione, etnia, idee politiche e orientamento sessuale
- L'idea di Demnig risale al 1993, quando l'artista viene invitato a Colonia per un'installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All'obiezione di una signora, secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l'artista decide di dedicare tutto il suo lavoro alla ricerca e alla testimonianza dell'esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste
- Per spiegare la propria idea, Demnig ha fatto proprio un passo del Talmud, testo sacro dell'ebraismo: "Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome". A distanza di trent'anni, l'artista posa ancora personalmente ciascuna pietra
- Dal punto di vista materiale, la pietra d'inciampo è un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm) ricoperto di ottone lucente, posto davanti alla porta di casa di un deportato nei campi di sterminio nazisti. Sulla pietra viene riportato il nome, l'anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte
- Obiettivo della pietra d'inciampo è, appunto, un inciampo emotivo e mentale, non fisico, che permetta di mantenere viva la memoria delle vittime della Shoah nel luogo simbolo della vita quotidiana - la loro casa - invitando i passanti a riflettere su quanto accaduto
- A partire dalla prima pietra d'inciampo - installata da Deming a Colonia, in Germania, nel 1992 - grazie al passaparola si sono diffuse in oltre 2.000 città europee, tra Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria
- In Italia le prime pietre d'inciampo sono state posate a Roma nel gennaio 2010. Ora si trovano anche a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino e Venezia, oltre ad altri numerosi centri minori. Al momento, le pietre d'inciampo sono 2.378, distribuite in 290 Comuni da Nord a Sud
- È Roma la città italiana con il maggior numero di pietre d'inciampo, per un totale di 384. Segue Milano con 171 blocchi, Venezia con 159, Torino con 143, Trieste con 115, Firenze con 74, Parma con 45 e poi a scendere
- A Milano, su iniziativa del Comitato locale per le pietre d'inciampo, i primi sei blocchi sono stati posati nel gennaio 2017, cui sono seguiti altri 26 all'inizio del 2018. In totale, dal 2017 al 2023 il Comitato di Milano ha posato 171 pietre
- Nella Capitale le pietre d'inciampo si trovano a Prati, San Giovanni, nella zona del Ghetto tra via Gallia, via Po, via Cava Aurelia, viale Giulio Cesare e via della Reginella. Più in generale, sono collocate nei Municipi I, II, III, IV, V, VII, VIII, XII, XIII e XIV