Oggi va in scena l’opera “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk”, che inaugura la stagione lirica del Teatro alla Scala. Alcuni esponenti di +Europa hanno annunciato “un flash mob simbolico, volto a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica e della classe dirigente sulla situazione in Ucraina". Presente anche un presidio della Cgil per invitare "il mondo di cultura e spettacolo" contro il nuovo codice dello spettacolo, le ingerenze della politica nelle scelte artistiche, l'inadeguato finanziamento pubblico
Il partito +Europa ha annunciato un flash mob a Milano, davanti al Teatro alla Scala dove oggi va in scena la prima con Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, per richiamare l’attenzione sulla situazione in Ucraina e sulla guerra che il Paese sta combattendo contro la Russia (GLI AGGIORNAMENTI LIVE SULLA GUERRA). Presente anche un presidio della Cgil in piazza, invitando "tutto il mondo della cultura e dello spettacolo" contro il nuovo codice dello spettacolo, le ingerenze della politica nelle scelte artistiche, l'inadeguato finanziamento pubblico. Ed è presente anche il presidio ”La prima popolare", organizzato da centri sociali, sindacati di base e movimenti a sostegno della Palestina. "I giudici hanno detto che è illegittimo il licenziamento della maschera che alla Scala ha gridato 'Palestina libera' e quindi urliamo insieme al teatro 'Palestina libera!’”, hanno detto. All'altoparlante, in collegamento telefonico, è intervenuto anche Mohammad Hannoun, presidente dell'associazione palestinesi d'Italia, che ha ricevuto un foglio di via di un anno da Milano.
Il flash mob di +Europa
"In occasione della prestigiosa inaugurazione della stagione lirica del Teatro alla Scala, una delegazione di +Europa terrà un flash mob simbolico, volto a richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica e della classe dirigente sulla situazione in Ucraina. Il nostro gesto non vuole essere una critica all'arte o alla cultura, ma un monito alla libertà e alla democrazia in Europa minacciate dalla Russia di Putin, difese strenuamente dal popolo ucraino", hanno dichiarato Martina Scaccabarozzi, +Europa Milano, e Giulio Guastini, dell'assemblea nazionale +Europa. I due hanno aggiunto: "Rappresentiamo l'Europa dello stato di diritto, dalla parte dell'Ucraina e ci appelliamo all'Ue perché la crisi internazionale e le sfide economiche ci impongono un'accelerazione verso gli Stati federati d'Europa, per la difesa dei valori che mettono al centro la pace e la cooperazione internazionale. Aderisce il Movimento Federalista Europeo di Milano".
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“I fantasmi della soppressione continuano ad aleggiare”
Infine, gli esponenti di +Europa hanno sottolineato: “‘La mia musica non è mai come appare, si nasconde’, affermava Shostakovich, una testimonianza bruciante del costo umano e artistico della tirannia. Nata nell'ombra della Russia di Stalin, un regime che considerava la libertà di espressione una minaccia mortale, quest'opera fu perseguitata, censurata e talvolta persino soppressa. La sua storia è intrisa della battaglia personale dell'autore contro un sistema che cercava di controllare il pensiero, la parola e la creatività stessa. Questa lotta non è confinata ai libri di storia. Oggi, in un panorama globale in rapida evoluzione, i fantasmi della soppressione continuano ad aleggiare. Dalla diffusione della disinformazione mirata che erode la fiducia nella verità, alla censura che imbavaglia voci dissenzienti, fino ai nuovi autoritarismi che minacciano i diritti civili e la libertà di stampa: la vigilanza è più cruciale che mai".
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Presidio della Cgil alla Scala
Slc Cgil ha organizzato un presidio piazza Scala, nel giorno dell'inaugurazione della stagione lirica del teatro milanese. E solidarietà e appoggio sono arrivati alla manifestazione da parte dei lavoratori di altri teatri di tutta Italia e dal Comitato delle Fondazioni Lirico-Sinfoniche. La Cgil ha indetto il presidio invitando "tutto il mondo della cultura e dello spettacolo" contro il nuovo codice dello spettacolo, le ingerenze della politica nelle scelte artistiche, l'inadeguato finanziamento pubblico. E da molti teatri è arrivata la risposta. I lavoratori iscritti alla Uilcom della Fenice, teatro in cui continua la mobilitazione contro la nomina di Beatrice Venezi a direttrice musicale, hanno ringraziato del presidio e lanciato un invito ad unirsi per "riuscire a far riconquistare al nostro settore quella dignità persa in decenni di disattenzione, volta ad una svalorizzazione da parte di chi ci dovrebbe gestire".
La solidarietà da Torino a Catania
Le rappresentanze sindacali unitarie del Regio di Torino, non presenti a causa della concomitante rappresentazione di Romeo e Giulietta, ammoniscono che "difendere il nostro settore oggi non significa solo rivendicare diritti, sacrosanti, ma salvaguardare l'idea stessa di un'Italia che non si limita a 'possedere' la cultura, ma la pratica, la rende bene comune, e non privilegio per pochi". La Slc del teatro Bellini di Catania vede l'appuntamento di oggi come la continuazione ideale della manifestazione dello scorso 10 novembre a Venezia, "un percorso che chiede ascolto, riforme strutturali, finanziamenti adeguati, diritti per tutte e tutti". Ma messaggi sono arrivati anche da lavoratori dello Stabile di Torino, dalla sezione Anpi del Regio. "Le ragioni e le preoccupazioni espresse dalle colleghe e dai colleghi scaligeri sono le stesse che attraversano ogni luogo di produzione culturale e musicale" ha scritto in un messaggio il comitato delle fondazioni lirico-sinfoniche. Non si tratta solo di questioni di finanziamento e contratto. "Nelle scorse settimane abbiamo assistito con sgomento a ingerenze e pressioni politiche su scelte artistiche da parte di rappresentanti del governo, che prefigurano un clima repressivo e punitivo per il nostro settore" ha osservato il comitato. "Oggi a Milano - ha sintetizzato - il mondo dei teatri, della musica e dello spettacolo dal vivo è in piazza per chiedere un cambio radicale delle politiche culturali".