Anticipo Tfr statali in Manovra 2026, Cgil: "Salta detassazione, perdite fino a 750 euro"
EconomiaIntroduzione
Secondo il sindacato di Corso d’Italia, l’anticipo di tre mesi nel pagamento per i dipendenti del pubblico impiego del Trattamento di fine servizio (Tfs) e del Trattamento di fine rapporto (Tfr) - inserito nell’articolo 44 della Manovra 2026 - vanifica la detassazione dell’1,5% applicata dopo 12 mesi di pensionamento
Quello che devi sapere
Cos’è il Tfr
L’idea di erogare il Trattamento di fine rapporto risale al 29 maggio 1982, quando è stata promulgata la legge n. 297 che ha disciplinato la materia e riformato la normativa precedente, mai toccata fino ad allora nella storia dell'Italia repubblicana. Fino a quel momento era stata in vigore una legge mussoliniana (la "Carta del lavoro"), emanata nel 1927, che aveva istituto il diritto dei lavoratori a ottenere, in caso di licenziamento senza colpa o di morte, un’indennità proporzionale agli anni di impiego svolti.
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Come viene calcolato
Per quanto riguarda il calcolo del Tfr, sia nel pubblico impiego sia nel settore privato, una percentuale del reddito lordo annuo del lavoratore viene accantonata, compreso un contributo obbligatorio al Fondo di Garanzia Nazionale gestito dall’Inps. Fa eccezione il Tfs riservato ai dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000 e generalmente basato sull'ultima retribuzione percepita.
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Cgil: "Rischio 750 euro in meno"
La Cgil calcola che l'anticipo di tre mesi nel pagamento della liquidazione - contenuto nella prossima Legge di Bilancio - rischia di produrre una perdita di 750 euro a ciascun lavoratore statale che riceve l’indennità in caso di fine attività per limiti anagrafici o di servizio.
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Come funziona oggi la detassazione
Stando al decreto-legge n. 4/2019, la detassazione all’1,5% scatta per ogni trattamento liquidato dopo almeno 12 mesi dalla cessazione entro un limite di 50mila euro. Scopo della misura era di compensare i tempi lunghi che intercorrono tra il pensionamento e il pagamento del Tfs/Tfr.
Il pronunciamento della Consulta in materia di Tfs/Tfr
A spingere il governo verso un intervento sull’anticipo della liquidazione è stato soprattutto un pronunciamento della Corte Costituzionale. Con la sentenza numero 130 del 2023 la Consulta ha invitato il legislatore a sanare la disparità nei confronti dei dipendenti pubblici, ritenuta irragionevole e potenzialmente lesiva dei principi costituzionali di uguaglianza e proporzionalità.
Detassazione crescente in base ai mesi
Ma come funziona la detassazione dell’indennità di fine servizio? La riduzione dell’aliquota Irpef aumenta a seconda dei mesi necessari per la liquidazione. Per i trattamenti corrisposti dopo almeno un anno dalla cessazione del rapporto l’aliquota si attesta, come detto, all’1,5%, quota che raddoppia al 3% nel caso di importi pagati dopo 24 mesi. In caso di differimento di 36 mesi l’Irpef sul Tfs/Tfr viene alleggerito del 4,5%, un punto e mezzo in meno rispetto ai trattamenti liquidati dopo 48 mesi. La detassazione massima, pari al 7,5%, viene raggiunta dopo 60 mesi.
Cgil: "Allo Stato 22,6 milioni in più"
Secondo una stima effettuata dall'Ufficio Previdenza della Cgil nazionale, l’anticipo del Trattamento di fine rapporto privo di detassazione corrisposto a 30.122 dipendenti pubblici che andranno in pensione dal 1° gennaio 2027 porterebbe 22,6 milioni di euro di gettito fiscale nelle casse dello Stato. "In pratica l’anticipo di tre mesi della Legge di Bilancio 2026 è interamente finanziato attraverso la sottrazione del beneficio fiscale previsto nel 2019", denuncia Ezio Cigna, responsabile politiche previdenziali Cgil.
I nodi del differimento
Per Cigna, l’intervento del governo sul settore pubblico non soddisfa le indicazioni della Corte Costituzionale che "auspicava un intervento correttivo strutturale, capace di ridurre in modo significativo i tempi di corresponsione e di riequilibrare il trattamento rispetto al settore privato. L’intervento in Manovra produce un effetto economico sfavorevole perché a seguito dell’anticipo introdotto dall’articolo 44, ogni lavoratore che non raggiunge più i 12 mesi di differimento perde automaticamente i 750 euro di detassazione previsti dalla normativa vigente".
I costi dell'anticipo
Stando alla relazione tecnica che accompagna la Legge di Bilancio, l’anticipo della liquidazione nel pubblico impiego comporta un onere per il 2027 pari a 321 milioni e 272 milioni, a seconda che venga considerato lordo o netto.
Svalutazione per l’inflazione
Oltre alla mancata detassazione, secondo la Cgil le liquidazioni per i dipendenti del pubblico impiego rischiano di subire una svalutazione nel lungo periodo per effetto dell’inflazione. Il sindacato calcola che il mancato rendimento delle somme accantonate produce perdite tra i 17mila e i 41mila euro a seconda della retribuzione. "Il risultato è una svalutazione progressiva del Tfs/Tfr pubblico", lamenta il sindacato.
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