Prima della Scala, trama dell’opera di Šostakovič Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk

Spettacolo
Credit: Brescia/Amisano – Teatro alla Scala

Introduzione

Con l’apertura della stagione 2025/26, il Teatro alla Scala rende omaggio a Dmitrij Šostakovič nel cinquantenario della sua morte riportando in scena, in prima assoluta italiana, Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk nella versione originale del 1934.

 

Domenica 7 dicembre 2025 alle ore 18 il Piermarini ospita un titolo fondamentale del teatro musicale russo, all’epoca tanto acclamato quanto duramente censurato da Stalin.

 

Riccardo Chailly, alla sua ultima Prima come direttore musicale, dirige Orchestra e Coro del Teatro alla Scala, mentre Vasily Barkhatov debutta come regista.

Scopriamo di seguito la trama e cosa sapere di Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk.

Quello che devi sapere

Storia e contesto dell’opera

L'opera Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk debuttò il 22 gennaio 1934 al Teatro Malij di Leningrado ed è il secondo impegno teatrale di Šostakovič dopo Il naso, ispirato a Gogol’.

 

Concepite tra il 1930 e il 1932, musica e libretto rielaborano la novella di Nikolaj Leskov, un fatto di cronaca nera realmente accaduto nella Russia ottocentesca. La protagonista è Katerina L’vovna Izmailova, donna di umili origini sposata a un giovane mercante inetto e sottoposta alle angherie del suocero.

Un progetto di trilogia

Šostakovič immaginò Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk come primo capitolo di una trilogia dedicata alla condizione femminile nella storia russa. Rispetto alla novella, la trasformazione più radicale riguarda il ritratto psicologico di Katerina: da figura malvagia e insaziabile diventa vittima di un mondo rurale e patriarcale, simbolo involontario di ribellione.

 

“Anche se Katerina è un’omicida, ho per lei simpatia”, affermava il compositore, sottolineando la cantabilità delle parti vocali, il ruolo dell’orchestra potenziata e la presenza di una banda militare.

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La condanna e il successo internazionale

Il successo della prima fu immediato, ma di breve durata: nel 1936, dopo l’ascolto di Stalin, la Pravda pubblicò la celebre stroncatura “Caos invece di musica”, che decretò la censura dell’opera.

 

Nonostante il divieto, Lady Macbeth venne rappresentata all’estero — compresi gli Stati Uniti — e rimase una delle partiture più audaci del Novecento. Nel 1958 Šostakovič rivide il lavoro in una versione meno abrasiva, Katerina Izmajlova, presentata a Mosca nel 1963 dopo il tentativo, non riuscito, di Arturo Ghiringhelli di portarla in prima assoluta alla Scala.

Produzione e allestimento del 2025

La Scala recupera la versione del 1934. Riccardo Chailly è sul podio, mentre Vasily Barkhatov cura la regia. Il team creativo comprende Zinovy Margolin (scene), Olga Shaishmelashvili (costumi) e Alexander Sivaev (luci). Protagonisti Sara Jakubiak (Katerina), Najmiddin Mavlyanov (Sergej), Yevgeny Akimov (Zinovij) e Alexander Roslavets (Boris).

 

La durata totale è di circa tre ore e mezza, intervalli inclusi. 

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La trama, ATTO I

Quadro primo

Katerina Izmailova, giovane e di origini povere, vive da cinque anni segregata nella casa del marito Zinovij, un mercante debole che la trascura, e del suocero Boris, vecchio, violento e ossessionato dalla mancanza di un erede. Boris le ordina dei funghi per pranzo e, prima di uscire, le ricorda anche di preparare il veleno per i topi del granaio.

Giunge Zinovij, costretto ad allontanarsi per un guasto alla diga del suo mulino: su suggerimento del padre, obbliga Katerina a giurargli in ginocchio fedeltà durante la sua assenza. I servi fingono commozione e ironizzano sulla scena.

Rimasta sola, Katerina apprende da Aksin’ja che il giovane servo Sergej — appena licenziato da un’altra famiglia per aver sedotto la padrona — è un seduttore incallito.

 

Quadro secondo

Nel cortile, i servi tormentano Aksin’ja. Katerina interviene, difende la donna ed esalta le virtù femminili. Sergej la provoca con arroganza e i due si sfidano fisicamente. L’arrivo di Boris interrompe la scena: diffidente, ordina alla nuora di preparare i funghi.

 

Quadro terzo

Nella sua stanza, Katerina non riesce a dormire. Boris la sgrida bruscamente, imponendole di spegnere la candela e non sprecare cera. Sergej entra con il pretesto di un libro, supera le sue resistenze e, eludendo la sorveglianza del suocero, la seduce.

La trama, ATTO II

Quadro quarto

Da una settimana Katerina e Sergej sono amanti. Boris, che rimpiange la giovinezza e nutre desideri inconfessabili verso la nuora, nota la luce nella stanza e coglie i due in flagrante. Dopo aver chiamato la servitù, frusta Sergej fino a farlo sanguinare e lo fa rinchiudere in un magazzino.

Poi ordina a Katerina di preparargli i funghi. La donna li avvelena con il veleno per topi: Boris muore tra spasimi, pronunciando parole allusive che nessuno comprende. Katerina finge disperazione e attribuisce la morte ai funghi mangiati il giorno prima.

 

Quadro quinto

Liberato Sergej, i due temono il ritorno di Zinovij. Katerina è turbata dall’apparizione dello spettro di Boris, che la minaccia di vendetta.

Arriva il marito, che trova una cintura maschile nella stanza e sospetta l’adulterio. Dopo aver frustato la moglie, viene affrontato da Sergej: incitato da Katerina, il giovane uccide Zinovij. La coppia nasconde il cadavere in cantina.

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La trama, ATTO III

Quadro sesto

Mentre Katerina e Sergej si preparano al matrimonio, la porta della cantina — chiusa da un lucchetto — custodisce il segreto. Un contadino ubriaco forza la porta per rubare vodka e scopre il cadavere di Zinovij. Terrorizzato, corre a denunciarlo.

Quadro settimo

Al commissariato il capo dei poliziotti si lamenta del lavoro duro e malpagato e del fatto che Katerina non li abbia invitati alle nozze. Nemmeno l’arresto di un maestro accusato di “nichilismo” spezza la noia. L’arrivo del contadino cambia tutto: gli agenti si precipitano alla casa Izmajlov.

Quadro ottavo

Durante il banchetto nuziale Katerina scopre che il lucchetto è rotto e propone la fuga: Sergej prenderà il denaro di casa per iniziare una nuova vita. La polizia irrompe e arresta entrambi. Katerina si autoaccusa, ma Sergej viene bloccato mentre tenta di scappare.

La trama, ATTO IV

Quadro nono

Durante la deportazione in Siberia, gli ergastolani sostano sulle rive di un lago gelido. Katerina corrompe una guardia per vedere Sergej, ma lui la respinge, giudicandola causa della sua rovina. Con il denaro sottratto a Katerina, Sergej corrompe un’altra sentinella e raggiunge Sonetka, che gli promette amore in cambio di un paio di calze.

Sergej ruba le calze stesse di Katerina, gliele strappa quasi come una beffa, e le porta a Sonetka. Le altre donne scherniscono brutalmente Katerina, che sente come un’eco le maledizioni di Boris e Zinovij.

Quando Sonetka, spavalda, la ringrazia per il dono, Katerina la afferra e si getta con lei nelle acque gelide. Le due donne scompaiono nel fiume mentre il convoglio dei deportati riprende il cammino.

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