Garlasco, indagato per corruzione ex procuratore Pavia. Pm: soldi per scagionare Sempio
CronacaMario Venditti, ex procuratore di Pavia, nel 2017 ha archiviato l'indagine su Andrea Sempio: ora è indagato dalla Procura di Brescia per corruzione in atti giudiziari. Secondo le accuse, sarebbe stato corrotto per scagionare Sempio. Perquisizioni nelle sue case, in quelle di due carabinieri ora in congedo, dei genitori e degli zii di Sempio. Venditti: "Dalle indagini emergerà mia innocenza, ma nessuno mi restituirà l’onore che mi è stato leso"
L'ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti, che nel 2017 ha archiviato l’indagine su Andrea Sempio, è indagato dalla Procura di Brescia per corruzione in atti giudiziari: secondo le accuse, sarebbe stato corrotto per scagionare Sempio, ora unico indagato nella nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Per il delitto è stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere l’allora fidanzato Alberto Stasi. I carabinieri e i finanzieri hanno eseguito perquisizioni nelle abitazioni di Venditti e di due appartenenti alle forze dell'ordine, oltre che nelle case dei genitori e degli zii di Sempio. Lo stesso Venditti ha parlato: “Dalle indagini verrà fuori la verità che mi scagionerà sicuramente perché io non ho mai preso soldi da nessuno o benefit per mercificare la mia funzione, ma nessuno mi potrà mai restituire l’onore che mi è stato leso oggi con questa attività”. Intervistato da Quarto Grado, dice che "assolutamente" archivierebbe ancora Sempio. Ed è "assolutamente" convinto dell'estraneità di Sempio nel delitto.
Pm: "A Venditti denaro per chiedere archiviazione per Sempio"
A Venditti, secondo la pm Claudia Moregola e il procuratore capo Francesco Prete, sarebbe "stata proposta o comunque ipotizzata la corresponsione di una somma di denaro". In altre parole, secondo le accuse, Venditti avrebbe ricevuto una somma di denaro per non indagare e poi chiedere l'archiviazione per Andrea Sempio, indicato all'epoca in un esposto dei legali di Alberto Stasi come possibile autore alternativo dell'omicidio di Chiara Poggi. La somma promessa o data dalla famiglia di Sempio, sempre secondo le indagini, sarebbe tra i 20 e i 30mila euro. Una deduzione che si basa anche su un appunto scritto a mano, sequestrato durante la perquisizione dello scorso 14 maggio, che apparterrebbe a Giuseppe Sempio, padre di Andrea, in cui sono riportate le parole "Venditti", "gip archivia" e "20-30" con il simbolo dell'euro, risalenti al 2016 (un anno prima delle archiviazione). Le cifre individuate nelle indagini della Gdf su alcuni prelievi, poi, sarebbero più alte. “Per me quello era un preventivo di spese legali”, ha spiegato Massimo Lovati, uno dei difensori di Sempio. Dopo le perquisizioni, i genitori di Andrea Sempio sono stati sentiti nella caserma della Guardia di finanza di Pavia, per circa 7 ore, come testimoni nell'ambito della nuova indagine. Il primo ad essere ascoltato è stato il padre e successivamente la madre. Una volta usciti dalla caserma, quando ormai si era fatta sera, i due, sono andati via senza rilasciare dichiarazioni.
Legale di Venditti: "Surreale impostazione"
Domenico Aiello, difensore di Venditti, ha commentato: "L'intero sistema giudiziario si destabilizza con una simile surreale impostazione". Il legale, in una nota indirizzata anche al ministro Nordio, scrive che, "un singolare e variegato iter giudiziario, con diverse istanze di revisione respinte, anni e anni di processo, cede il passo di fronte ad un solo rigo di un appunto, allo stato privo di autore".
L’inchiesta
Il fascicolo della Procura di Brescia - competente a indagare su eventuali reati commessi da magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Milano - sull’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, oggi presidente del cda del Casinò di Campione, nasce da alcuni atti di indagini dei colleghi di Pavia, che stanno indagando su Andrea Sempio come possibile assassino (in concorso) di Chiara Poggi. Il sospetto, come detto, è che Venditti abbia archiviato in modo troppo rapido la precedente inchiesta sull’amico di Marco Poggi, fratello della 26enne uccisa nella villetta di via Pascoli, forse dietro pagamento. Gli investigatori, quindi, sarebbero sulle tracce dei flussi di denaro che potrebbero essere stati versati dai familiari di Andrea Sempio per ottenere l’archiviazione dell’indagine nel 2017.
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Le accuse
Secondo la Procura di Brescia, "emergerebbe che agli inizi del mese di febbraio 2017, e dunque in concomitanza con le indagini conseguenti alla prima iscrizione dello stesso Sempio nel registro degli indagati" per l'omicidio di Chiara Poggi, "fosse stata proposta o comunque ipotizzata la corresponsione al procuratore aggiunto Venditti di una somma di denaro correlata all'archiviazione del procedimento come ricavabile dalla scritta ‘Venditti gip archivia X 20.30 Euro’”. L'archiviazione, si ricorda negli atti, è stata richiesta il 15 marzo 2017 e accolta dal gip il 23 marzo 2017. Inoltre, sempre secondo la Procura di Brescia, "le indagini condotte nel 2017 a carico di Andrea Sempio sono state caratterizzate da una serie di anomalie, tra cui l'omissione, da parte della pg incaricata delle indagini, della trasmissione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali". Sarebbero emersi, poi, "alcuni contatti opachi" con personale della sezione di pg. Ancora: "La breve durata dell'interrogatorio di Andrea Sempio" lascerebbe trasparire "la verosimile conoscenza anticipata da parte dei membri della famiglia Sempio dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pubblici ministeri".
Le presunte anomalie nelle intercettazioni e non solo
Secondo la Procura di Brescia, in particolare, "tra i passaggi intercettati non trascritti vi era riferimento" di Giuseppe Sempio, padre di Andrea, alla necessità di "pagare quei signori lì" con modalità non tracciabili. Da qui la necessità dei pm bresciani di "comprendere perché fu omessa la trascrizione di quelle frasi di forte valenza indiziaria e soprattutto perché fu omessa una verifica bancaria allo scopo di cercare di ricostruire chi fossero i beneficiari effettivi di quei pagamenti e la loro causale". La Procura ha affidato indagini alla Guardia di Finanza e sarebbero emerse "movimentazioni anomale" avvenute tra dicembre 2016 e giugno 2017: "Le zie paterne di Andrea Sempio hanno emesso assegni per 43.000 euro a favore del fratello Giuseppe e nel medesimo periodo Giuseppe Sempio e Andrea Sempio hanno effettuato prelievi in contanti per 35.000 euro del tutto incongrui rispetto alle loro ordinarie movimentazioni bancarie".
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La posizione dei due ex carabinieri
L'attenzione della Procura di Brescia si concentra anche su due ex carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia, l'ex maresciallo Giuseppe Spoto e l'ex luogotenente Silvio Sapone. I pm, come emerge dal decreto di perquisizione, fanno presente che "un'annotazione d'indagine" degli investigatori del 7 marzo 2017, poco prima della richiesta di archiviazione, si concludeva "con formula 'tranchant' circa la 'completa assenza - si leggeva - di elementi a supporto delle ipotesi accusatorie a carico di Andrea Sempio'". I pm bresciani hanno messo in rilievo anche "contatti opachi" tra Andrea Sempio, Spoto e Sapone. Il giovane e i suoi familiari, secondo il decreto, avrebbero "intrattenuto" con i due investigatori dell'epoca "poco prima" delle audizioni in Procura "dei contatti non relazionati", in particolare con Sapone, o di "durata incongrua", in particolare con Spoto. I pm segnalano, ad esempio, che quando otto anni fa a Sempio fu notificato l'invito a comparire per l'interrogatorio, l'allora maresciallo Spoto "si tratteneva presso Sempio Andrea per un tempo assai esteso, incompatibile con la mera esecuzione dell'attività notificatoria". Avrebbe raggiunto Sempio "alle ore 16.35" ed effettuava la notifica più di un'ora dopo, alle "17.45". Stando alle indagini, poi, Sapone avrebbe avuto "rapporti di particolare confidenza e correlazione con l'indagato Venditti", l'allora procuratore aggiunto. E avrebbe avuto "un contatto con Sempio Andrea in data antecedente", rispetto alla notifica, "pur non risultando una ragione investigativa correlata a tale necessità". Il sospetto dei pm bresciani è che Sempio e i suoi familiari sapessero dell'indagine prima che Andrea ne fosse stato formalmente informato.
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Le perquisizioni
Le persone sottoposte oggi a perquisizione "personale, della loro abitazione e dei luoghi nella loro disponibilità" dalla Procura di Brescia sono nove: Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari, padre e madre di Andrea Sempio, Andrea Sempio, lo zio paterno Patrizio Sempio, le due zie paterne Ivana e Silvia Maria Sempio, oltre all’ex procuratore Venditti e agli ex carabinieri, ora in congedo, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone. Le perquisizioni hanno riguardato anche "i luoghi di dimora occasionale, pertinenze e autoveicoli" delle nove persone, nonché i loro "pc, smartphone, tablet e ogni altro supporto di archiviazione di dati". In particolare, l'inchiesta per corruzione in atti giudiziari ha portato alle perquisizioni anche nelle case di Venditti a Pavia, Genova e a Campione d'Italia (in provincia di Como), e nelle case di due ex appartenenti alle forze dell'ordine che hanno lavorato nella sezione di Polizia giudiziaria del Tribunale pavese quando era procuratore Venditti.
Perquisite anche le case di alcuni parenti di Sempio
Perquisizioni sono state effettuate anche a Garlasco (Pavia) a casa di Giuseppe Sempio e Daniela Ferrari, i genitori di Andrea Sempio, e dove si è trasferito anche il figlio, che prima viveva a Voghera (Pavia), dopo l'apertura dell'inchiesta su di lui nel nuovo filone sull'omicidio di Chiara Poggi. Perquisizioni anche nelle case dei tre zii da parte di padre di Andrea Sempio. Al termine della perquisizione nella villetta della famiglia Sempio a Garlasco, carabinieri e i finanzieri hanno portato via diverso materiale all'interno di scatoloni. I genitori di Sempio, accompagnati dal loro legale, sono poi stati sentiti dalla Guardia di finanza di Pavia, su delega della procura di Brescia, al Comando provinciale.
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Le reazioni
Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, entrando nella villetta di Garlasco dove abita la famiglia Sempio ha dichiarato: "Sono sereni e stanno collaborando, stanno guardando Pc e telefonini e verbalizzando". Poi ha aggiunto: "Onestamente le cifre di cui si parla nell'appunto che sarebbe stato trovato - 20 o 30mila euro - mi sembrano una base troppo esigua per un'ipotesi corruttiva di un professionista del genere". Ha parlato anche Francesco Compagna, legale di Marco Poggi, prima di entrare in Procura a Pavia dove si discute della nuova indagine che coinvolge Sempio. “I genitori di Chiara sono sconcertati da quello che leggono, è una ferita che non si rimargina mai. Oggi eravamo qui per ragionare e chiedere che si faccia un incidente probatorio sull’impronta 33. La paura della famiglia e di tutti è che questo sia un tormentone infinito sulla pelle delle persone coinvolte e della credibilità della giustizia”, ha detto. E ha aggiunto: “Al di là del clamore mediatico, non è che qualcuno ha fatto una valutazione che ha scagionato Sempio a prescindere dagli elementi: contro Sempio non è mai stata trovato nessun elemento o una prova, quale sia stata la condotta dei familiari o di altri di cui non sappiamo nulla”. "L'ipotesi accusatoria è talmente grave che credo non debba essere commentata da un semplice avvocato. I magistrati dimostreranno la fondatezza di queste indagini, ma la gravità dei fatti contestati è inaudita", ha detto invece l'avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi. "L'indagine che ha portato Stasi in carcere è stata costellata da errori e orrori, come cancellare un alibi. L'indagine di oggi di Pavia e quella di Brescia sono costellate di approfondimenti. Qui si aggiunge, non si toglie. E quando si aggiunge di solito si sbaglia meno", ha concluso.
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A Pavia proroga per l'incidente probatorio, esclusa impronta 33
Oggi, intanto, si è tenuta davanti alla gip di Pavia Daniela Garlaschelli l'udienza per discutere la richiesta di proroga dell'incidente probatorio avanzata dalla genetista Denise Albani e dall'esperto dattiloscopico Domenico Marchigiani, periti del giudice, nella nuova inchiesta della procura pavese sull'omicidio di Chiara Poggi. La gip ha concesso una proroga di 70 giorni per l'incidente probatorio. Le parti sono state nuovamente convocate per il prossimo 18 dicembre. Ancora da sciogliere il nodo principale relativo ai due profili dl Dna trovati sulle unghie della vittima: uno dei due per la difesa di Stasi, per i pm e per i loro consulenti è riconducibile ad Andrea Sempio, unico indagato nella nuova indagine. Dall'incidente probatorio resterà esclusa l'ormai nota impronta 33, individuata su una parete delle scale che portano al seminterrato nella villetta di via Pascoli e attribuita dagli inquirenti ad Andrea Sempio.