Circa cento dei cosiddetti “marinai di salvataggio” hanno dato vita a un corteo sindacale tra i bagnanti, con bandiere e striscioni, per protestare contro una nuova organizzazione del lavoro e chiedere condizioni lavorative più eque. La questione riguarda la pausa pranzo durante la quale un bagnino deve controllare 300 metri di spiaggia contro i 150 di quelli che monitora nel servizio normale
IL CORTEO DEI BAGNINI
- A Rimini i bagnini (o come vengono definiti sulla Riviera “marinai di salvataggio”) hanno dato vita a un insolito corteo sindacale. Hanno marciato lungo la battigia, sotto il sole e in mezzo ai bagnanti incuriositi, con bandiere e striscioni, per protestare contro una nuova organizzazione del lavoro
LA PROTESTA IN SPIAGGIA
- La protesta è andata in scena alle 12.30, dallo stabilimento balneare 37 di Rimini per arrivare in piazzale Boscovich, al porto, dopo aver attraversato la spiaggia libera
IL MOTIVO DELLA PROTESTA
- La questione in ballo è la pausa pranzo durante la quale il marinaio di salvataggio deve controllare 300 metri di spiaggia contro i 150 di quelli che controlla nel servizio normale
CIRCA 100 PARTECIPANTI
- Proprio in coincidenza della pausa pranzo, circa 100 bagnini hanno così sfilato lungo poco più di due chilometri di battigia per chiedere maggiore sicurezza, ma anche maggiori diritti e condizioni di lavoro più eque per chi ogni giorno nel periodo estivo garantisce la tranquillità dei bagnanti
LO SLOGAN
- Bandiere rosse, magliette rosse e pantaloncini rossi, come la loro divisa, quando intorno alle 14 sono arrivati al porto hanno steso uno striscione ai piedi dell'ancora che simboleggia il mare in cui si legge: "Più sicurezza e più dignità, i marinai di salvataggio scioperano”
IL SIGNIFICATO SIMBOLICO
- La camminata è stata organizzata dai sindacati Filcams Cgil. Mano a mano che i manifestanti procedevano lungo la battigia, i colleghi hanno iniziato a darsi il cambio scendendo dalle torrette di avvistamento e unendosi al corteo. Per gli organizzatori questo sciopero ha un significato simbolico. "Hanno provato a non farci scioperare - hanno detto gli organizzatori - e invece abbiamo messo un punto fermo siamo tutti qui. Lo sciopero di oggi non è stato annullato, ma noi siamo stati precettati"
SERVIZIO MINIMO GARANTITO
- La camminata è stata organizzata dai sindacati per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della sicurezza in spiaggia. Nonostante la mobilitazione, il servizio minimo essenziale è stato comunque garantito
LE PAROLE DEGLI ORGANIZZATORI
- "Un'illegittima precettazione - hanno detto dai microfoni i sindacalisti - che per effetto di un'esorbitante delibera della Commissione Garanzia Sciopero del 2012, solo in Emilia-Romagna in caso di sciopero il salvataggio va garantito ogni 150 metri. Nei fatti un vero e proprio divieto di astensione dal lavoro. E i 300 metri allora della pausa pranzo come garantiscono i servizi minimi essenziali?”
LE POSSIBILI STRADE
- La soluzione non sarebbe difficile visto che in altre spiagge del litorale romagnolo il servizio è stato trasformato in orario continuato, con l'assunzione di ulteriori addetti al salvataggio. È quindi una questione di costi che al momento né i privati (ovvero i concessionari della spiaggia), né le amministrazioni comunali si sono fatti avanti per sostenere
SI ATTENDE UN CONFRONTO
- Lo stipendio medio di un marinaio di salvataggio è di 2mila euro (compreso anche il Tfr), il contratto di lavoro è, ovviamente, a termine per la stagione estiva. "Dopo oggi ci aspettiamo l'attivazione dei tavoli di confronto - ha detto Francesco Guitto della Filcams-Cgil - anche il Comune di Rimini può fare la sua parte. Dopodiché siamo pronti anche ad azioni legali"