Introduzione
Gli episodi sono avvenuti tutti in Veneto: il primo a Padova, poi a Belluno e Treviso. Gli studenti hanno rifiutato di sottoporsi all'esame orale, ottenendo comunque il diploma per la somma dei crediti. Sul tema è intervenuto il ministro dell'Istruzione Valditara, promettendo dal prossimo anno la bocciatura per chi non si presenta all'orale o volontariamente decide di non rispondere alle domande dei docenti.
Quello che devi sapere
Il primo caso a Padova
La prima vicenda è avvenuta pochi giorni fa al liceo scientifico Fermi di Padova. Lo studente Gianmaria Favaretto, 19 anni, ha fatto volutamente scena muta all'orale ma otterrà comunque il diploma perché aveva già superato la sufficienza grazie ai voti dei crediti dell'ultimo triennio (31) e dei due scritti (17 e 14). Ha raccontato al Mattino di Padova la sua scelta, che suona anche come una forma di contestazione all'attuale meccanismo di valutazione degli studenti, che secondo lui non rispecchia la reale capacità dei ragazzi. In realtà, un colloquio c'è stato e ha fruttato altri tre punti al 19enne, che ha così preso 65 su 100: "Mi hanno trattenuto. C'è stato un confronto, mi hanno chiesto che cosa mi è piaciuto del programma. Sarei voluto uscire subito, ma non volevo creare problemi. Mi hanno anche dato 3 punti. Ora mi aspetta l’università".
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La scelta dello studente
"I voti, da alcuni alunni - secondo Favaretto - vengono vissuti malissimo. In classe c'è molta competizione. Ho cominciato a rifletterci vedendo le reazioni di alcuni compagni: come vivevano la cosa, senza capire che cosa significasse davvero un voto. Erano estremamente attaccati al risultato, diventando addirittura cattivi. Forse è il carattere, i professori, le pressioni della famiglia. Non so". Al suo rifiuto di sostenere l'orale, i commissari d'esame hanno manifestato stupore, "soprattutto i professori interni, quelli che mi hanno seguito negli anni. Ho spiegato le mie ragioni", anche se la presidente esterna per lui "è stata rigida". E i genitori "hanno visto il risultato finale. Ho spiegato loro come la penso. Sono stati comprensivi. Ne avevo parlato solo con alcuni amici. Ho detto: 'Non entrate, ci metto poco’”.
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Il secondo caso a Belluno
La seconda vicenda riguarda una studentessa liceale di Belluno che ha rifiutato l'esame orale alla maturità. Anche in questo caso, ha spiegato la 19enne Maddalena Bianchi al Corriere Veneto, la scelta è stata presa per protestare contro "i meccanismi di valutazione scolastici, l'eccessiva competitività, la mancanza di empatia del corpo docente".
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La "protesta contro i voti”
L’episodio è avvenuto al liceo scientifico Galilei (in realtà qualche giorno prima del caso padovano). "I docenti - ha detto la studentessa - non hanno capito le mie difficoltà umane. Ho fatto un discorso ai professori, me l'ero preparato a lungo. Ho provato a descrivere nel dettaglio quello che secondo me a scuola non funziona. I docenti non guardano come sta lo studente davvero. Sono solo interessati al voto - osserva - e questo crea molta competitività. Con qualche docente siamo anche riusciti a confrontarci, con altri no. Alcuni hanno provato a cambiare, senza riuscirci". Ammette, comunque, che la commissione l'ha ascoltata "con interesse. Mi hanno detto - sottolinea - che essendo dentro al sistema sanno che ci sono delle cose che non vanno bene ma che cambiarle è difficile. Per la prima volta credo di aver sentito il loro aspetto umano più profondo. In Nord Europa a scuola si abbatte la competitività con nuovi sistemi di insegnamento”.
Il terzo caso a Treviso
Ancora in Veneto anche il terzo caso. È successo - racconta Il Gazzettino - al liceo classico Canova di Treviso dove un diciottenne è passato all'esame con poco più di 60 su cento.
Valditara: “Chi boicotta l'orale sarà bocciato”
Questi casi hanno creato clamore e il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara ha preso una posizione netta: "Fra le riforme che stiamo per varare c'è anche una riforma della Maturità. Comportamenti di questo tipo non saranno più possibili. Se un ragazzo non si presenta all'orale o volontariamente decide di non rispondere alle domande dei docenti, non perché non è preparato, quello può capitare, ma perché vuole 'non collaborare' o vuole 'boicottare' l'esame, dovrà ripetere l’anno".
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Quando arriverà la novità
Le novità potrebbero arrivare già dal nuovo anno scolastico. L'esame non si chiamerà più 'esame di Stato' ma 'esame di maturità'. Nella riforma si prevederà il fatto che "la valutazione finale - ha spiegato ancora il ministro - terrà conto non soltanto di come lo studente avrà risposto alle domande dei commissari ma anche il grado di maturazione complessiva. Bisognerà dimostrare di aver acquisito un'autonomia, un certo livello di responsabilità, una maturazione di pensiero, insomma uno sviluppo integrale della persona".
La posizione degli studenti
Su queste vicende prende posizione anche la rete degli Studenti Medi del Veneto, che in una nota critica l'annuncio del ministro Valditara di voler introdurre la bocciatura in casi simili. "Siamo di fronte all'ennesima riforma volta a punire ogni forma di dissenso verso il sistema scolastico, trasformando di fatto i luoghi del sapere secondo il paradigma dell'obbedienza e della repressione, in piena armonia con le misure securitarie e repressive adottate dal governo Meloni su tutti i fronti. Questi studenti hanno dato voce a ciò che noi denunciamo da anni: la 'scuola del merito' voluta da questo Governo è un fallimento. È un sistema che ci schiaccia, che riduce le nostre vite a un numero, a un voto".
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