Andrea Sempio è stato convocato in Procura a Pavia martedì 20 maggio alle ore 14. Alla stessa ora saranno sentiti Marco Poggi a Venezia (come testimone) e Alberto Stasi, teste assistito in quanto giudicato in un procedimento connesso. La famiglia della vittima, tramite il proprio legale dice: “Stato non difende verità accertata”
Martedì 20 maggio alle ore 14 Andrea Sempio è stato convocato negli uffici di piazza del Tribunale, a Pavia. Sarà in Procura, accompagnato dai suoi avvocati, per essere interrogato dai magistrati che, dopo due inchieste e altrettante archiviazioni, lo hanno indagato per l'omicidio di Chiara Poggi. Si ripartirà dagli elementi già acquisiti sul delitto di Garlasco in 18 anni di indagini, dalle tracce di dna sotto le unghie della vittima, alle tre telefonate, tutte brevissime, alla sua abitazione nei giorni in cui era sola a casa. Senza dimenticare il biglietto del parcheggio trovato una settimana dopo l'omicidio della 26enne ma consegnato agli inquirenti soltanto l'anno successivo. Intanto, nella mattinata di oggi, si è tenuto un summit tra inquirenti e investigatori che indagano sul caso, al Comando provinciale dei Carabinieri di Milano. Nella caserma in via Moscova, intorno alle 12, secondo indiscrezioni, si sono incontrati il sostituto procuratore di Pavia Stefano Civardi e la pm Giuliana Rizza con i vertici del Nucleo investigativo. Al centro dei colloqui, a quanto si apprende, un confronto sulle modalità con cui sentire i convocati di domani. Non verrà ascoltato solo Sempio: c'è anche la convocazione in contemporanea come testimone di Marco Poggi, il fratello della vittima che verrà ascoltato dai carabinieri a Venezia, dove vive. E poi c'è quella di di Alberto Stasi, all’epoca dei fatti fidanzato di Chiara, e condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio.
L’interrogatorio
"Stiamo affilando le armi che ci offre il codice di procedura penale”, si limita a dire l'avvocato Lovati, uno dei difensori di Sempio. “Questo interrogatorio, prodromico a una richiesta di rinvio a giudizio, si scontra con l'incidente probatorio dove si vuole acquisire una prova per il dibattimento". Le schermaglie difensive sono appena iniziate, ma un interrogatorio a poche ore di distanza dall'udienza che ha esteso le analisi genetiche potrebbe lasciare intendere che gli inquirenti hanno un asso nella manica. Una intercettazione, forse, oppure un dettaglio da analizzare sotto una nuova luce.

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Il gruppo di amici di Marco Poggi e il rapporto con Sempio
Secondo quanto ricostruito dal Corriere della Sera, il gruppo di amici di Marco Poggi, all’epoca dell’omicidio tutti poco più che maggiorenni, si incontrava quotidianamente. I cinque amici, diversi anni più giovani di Chiara e Alberto, sono spesso citati nelle carte come molto uniti. Ma i magistrati vogliono fare luce su eventuali crepe. A Marco Poggi sarà chiesto di nuovo del suo rapporto con gli amici, in particolare Sempio, della frequentazione di casa Poggi da parte del gruppo, delle telefonate fatte da Sempio mentre lui era in vacanza già dal 5 agosto.
Le tre chiamate: "Sempio sapeva che Marco non c'era"
Il giorno prima che Marco Poggi, fratello di Chiara, partisse con i genitori, il 5 agosto 2007, per una vacanza in Trentino era "insieme" ad Andrea Sempio ed è quindi "inverosimile" che il suo amico "non fosse a conoscenza" del fatto che il 19enne a breve sarebbe partito per quei giorni in montagna. Come, invece, Sempio ha messo a verbale, sostenendo che non sapeva quando effettivamente Marco sarebbe andato via col padre e la madre e ciò per spiegare quelle tre telefonate a casa Poggi, dove era rimasta solo la 26enne, ritenute "sospette" dagli investigatori. L'ulteriore dettaglio, relativo al capitolo "chiamate" su cui i carabinieri puntano da tempo come elemento a carico di Sempio, risulta nelle vecchie carte e, in particolare, nell'informativa che fu redatta dagli investigatori nel luglio 2020. Quel fascicolo, di fatto sempre con al centro il ruolo dell'amico del fratello di Chiara, fu però archiviato nello stesso anno. Negli atti era stata accertata, infatti, una "telefonata delle ore 01.05 del 4 agosto" fatta dal cellulare di Sempio verso casa Poggi, che per gli investigatori rientrava nella consuetudine da parte di Marco di "preavvisare" i suoi, col telefono dell'amico, quando stava rientrando. Chiamata che dimostrerebbe che i due ragazzi "erano insieme" e "ciò - scrissero i carabinieri - rende ancora più inverosimile che Sempio non fosse a conoscenza della prossima partenza dell'amico per il Trentino, con il quale era in compagnia la sera precedente alla partenza e con il quale era in corso l'organizzazione di una ulteriore vacanza a Punta Ala" della comitiva di ragazzi. Sempio nelle precedenti indagini ha sempre ribadito di essere "sicuro" che Marco non gli avesse indicato "la data precisa della sua partenza". E che quando chiamò casa Poggi, per tre volte tra il 7 e l'8 agosto, pochi giorni prima dell'omicidio di Chiara, lo aveva fatto per "chiedere" se ci fosse Marco.

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I genitori di Chiara Poggi critici
Il legale dei genitori di Chiara, l'avvocato Gian Luigi Tizzoni, dice che c'è una "verità processuale che lo Stato ha consegnato ai Poggi, ma che quello stesso Stato non difende". Il legale definisce "un po' confuse" le tesi della Procura di Pavia su Sempio. "Si fatica a comprendere la direzione”, dice in una intervista a Il Fatto Quotidiano. “Non ci sono elementi negli atti che lasciano intendere un collegamento tra Stasi e Sempio, ancor meno o altrettanto non ce ne sono tra Sempio e le sorelle Cappa", Paola e Stefania, le gemelle tornate alla ribalta ad anni di distanza dal fotomontaggio con la cugina uccisa.
I messaggi
Agli atti delle indagini ci sarebbero centinaia di messaggi delle due donne, compreso uno in cui si alluderebbe al fatto che Stasi è stato incastrato. A questi presto si potrebbero aggiungere anche i vocali che l'ex manager dello spettacolo Francesco Chiesa Soprani ha detto a La Repubblica di avere ricevuto da Paola dal giorno della notizia del prelievo del Dna a Sempio. "Ce n'è uno in cui Paola smentisce alcuni racconti della gemella Stefania, ma non ne voglio parlare - sostiene - Io credo che Stasi sia innocente. Poi chi siano i colpevoli, non so. I vocali? Non me ne faccio nulla, se la Procura me li chiede li fornisco”.
