Ancora una volta il capoluogo lombardo (ma non solo) è stato flagellato dal maltempo, con i fiumi Lambro e Seveso che sono esondati. Tra le varie cause c'è il ruolo limtato della vasca di laminazione di Bresso che svolge il suo lavoro ma che, da sola, non basta
- Sono stati oltre 200 gli interventi effettuati nelle ultime ore dai Vigili del fuoco del Comando provinciale di Milano nella metropoli e nell'hinterland a causa dell'emergenza maltempo e delle forti piogge che hanno colpito la Lombardia. Per l’ennesima volta nel capoluogo lombardo a preoccupare è stato il livello del Lambro, esondato prima in alcuni quartieri milanesi e poi nel Parco di Monza. Ma anche il Seveso
- Ma perché è successo ancora? La vasca di laminazione del Comune di Milano, l'unica attualmente funzionante, ha retto finché ha potuto. Poi, una volta riempita, le acque hanno invaso il quartiere di Niguarda. "Questo perché - ha detto l'assessore milanese Marco Granelli - una vasca da sola non basta, servono anche quelle di Senago, Lentate e Paderno-Varedo. Dobbiamo fare tutte le vasche, per questo diciamo a Regione Lombardia che non dobbiamo perdere un minuto"
- La vasca di Bresso, realizzata dal Comune di Milano, è stata attivata a partire dallo scorso dicembre. Le vasche di laminazione sono dei particolari serbatoi in polietilene la cui funzione è quella di regolare la portata di pioggia scaricata nel corpo recettore (fognatura, corso idrico, ecc.) a seguito di un evento meteorico. Come confermato da Federica Ravasi, vicepresidente dell’ordine dei geologi della Lombardia, “l’attivazione della vasca di laminazione del Seveso garantisce la protezione di alcuni quartieri di Milano”
- Realizzata con 30 milioni circa, messi a disposizione dal Comune di Milano, si tratta di un invaso artificiale da 250mila metri cubi. Oltre a questo, è attivo anche il canale scolmatore di Nord Ovest, che riesce a fermare in caso di forti piogge circa 40 metri cubi al secondo d’acqua, facendola defluire altrove
- Ma considerando i numeri è facile comprendere che non può essere sufficiente: la pioggia intensa a Milano ha una capacità di 140 metri cubi al secondo, il canale scolmatore ne ferma 40, una parte simile confluisce a Bresso e il resto si riversa su Milano, sottolinea “Il Sole 24 Ore”. Quindi per mettere in sicurezza l’area milanese flagellata dal maltempo una sola vasca non basta, ma ne servono almeno quattro nella zona periferica del suo hinterland nord. Cioè, come detto, Senago, Paderno-Dugnano, Lentate sul Seveso e, appunto, Bresso
- Ma i Comuni, ancora, non si sono messi d’accordo e trovare le aree è complesso anche considerando che ogni Comune ha il suo comitato per il no. E la questione resta ferma da circa 25 anni. I ricorsi hanno anche bloccato i progetti, dunque per molto tempo non si è trovato né un accordo politico né tecnico. E, come sottolinea ancora Il Sole, tempi certi per queste ulteriori opere, finanziate da governo e Regione Lombardia, non se ne hanno
- Il problema del Seveso è radicato nel tempo. Il fiume nasce in provincia di Como, a circa 490 metri sul livello del mare, tocca vari centri abitati della Brianza e entra in Milano sfociando nel Naviglio della Martesana. Qui c'è l’origine di tutti i problemi per Milano: a causa della conformazione della parte tombinata della città, se le piogge sono forti, dal Naviglio della Martesana l’acqua si dirige verso il centro e poi procede verso il punto a quota più bassa, sotto il quartiere Prato Centenaro, da dove comincia ad uscire
- In situazioni di piena, aveva spiegato tempo fa Regione Lombardia, il Seveso viene parzialmente scolmato proprio dal Canale Scolmatore di Nord Ovest che deriva le acque di piena dal Seveso, nel comune di Paderno Dugnano, per conferirle al Deviatore Olona e, in casi eccezionali, al fiume Ticino. Le acque che non riescono ad essere deviate dal canale scolmatore raggiungono Milano ed entrano nel tratto tombinato, le cui "strozzature" sono una delle concause delle periodiche esondazioni che mettono gravemente in difficoltà la zona nord della città
- Il maltempo a Milano ha scatenato le polemiche politiche contro il Comune e ad attaccare non è solo l'opposizione. "Questa non curanza della nostra città sta raggiungendo i limiti - ha commentato il capogruppo di Forza Italia in Comune Luca Bernardo - Già da candidato sindaco per il centrodestra denunciavo questa trascuratezza a partire dalla pulizia dei tombini. A fronte di queste piogge una città del livello di Milano si paralizza per allagamenti"
- Anche l'esponente dei Verdi, Monguzzi, attacca il Comune sulla manutenzione. "La causa degli allagamenti si chiama cemento e non cambiamenti climatici. Le cause sono asfalto e cemento dappertutto cattiva manutenzione dei tombini e delle vie di scarico". Parere condiviso dalla consigliera comunale ed della Lega, Sardone. "Basta qualche ora di maltempo e interi quartieri della città finiscono sott'acqua. Succede a causa della quasi totale mancanza di manutenzione dei tombini e del verde, nonostante l'ossessione green della giunta Sala”