Perché il Seveso allaga Milano di frequente: le cause delle 118 esondazioni in 48 anni
CronacaIl torrente, tombato nel secolo scorso, entra nel capoluogo all’altezza del Parco Nord, a Bresso, e poi si riversa nelle acque del canale fognario e nel Naviglio Martesana, all'altezza di via Melchiorre Gioia. Quando la pioggia satura il sistema fognario il corso d'acqua non ha più spazio per scorrere sotto terra e sale in superficie
Con la pioggia il Seveso torna ad allagare le strade di Milano, in particolare nella zona Nord della città, si tratta di un fenomeno che si è ripetuto più di cento volte negli ultimi 48 anni. Ecco quali sono le cause e cosa si sta facendo per risolvere il problema.
Il Seveso
Il torrente Seveso nasce in provincia di Como nelle vicinanze del confine con il Canton Ticino, a circa 490 metri sul livello del mare, tocca diversi centri della Brianza ed entra a Milano dove sfocia nel Naviglio della Martesana. La superficie del bacino del Seveso, chiuso all'inizio del tratto tombato di Milano, in via Ornato, è pari a circa 227 chilometri quadrati, 100 dei quali di aree urbane. Il bacino idrografico del torrente Certesa, affluente principale del Seveso, è pari a circa 72 chilometri quadrati. Il Seveso appartiene all'ambito idrografico Lambro-Olona, un caso unico nel bacino del Po: tutti i corsi d'acqua di questo bacino hanno una conformazione consolidata con capacità di deflusso progressivamente inferiore da monte verso valle. Questi corsi d'acqua convergono sulla zona urbana di Milano e dell'hinterland, trovando alvei che per diversi chilometri hanno capacità di smaltimento e tempi di ritorno inadeguati.
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Le criticità
Secondo quanto riporta Regione Lombardia, sono diverse le cause delle limitazioni al deflusso del torrente: è caratterizzato da una diffusa presenza di ponti, attraversamenti e restringimenti di sezione, che contribuiscono alla formazione di rigurgiti ed esondazioni durante eventi di piena anche di non rilevante entità; a causa dell'urbanizzazione del territorio, il tratto terminale del corso d'acqua è stato fortemente confinato e tombinato, con conseguente impossibilità di adeguare l'alveo alle portate sempre maggiori; Le sezioni di deflusso sono caratterizzate da numerosi manufatti e da un sistema difensivo di sponde discontinuo, cresciuto senza un criterio guida omogeneo; il Seveso, inoltre, è un punto di recapito delle reti di deflusso urbano.
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Esondazioni e rigurgiti
Il corso d’acqua è stato tombato, posto cioè sotto il livello stradale nel corso del secolo scorso. Il Seveso entra a Milano all’altezza del Parco Nord, a Bresso, una zona densamente popolata, e poi si riversa nelle acque del canale fognario e nel Naviglio Martesana, all'altezza di via Melchiorre Gioia. Quando la pioggia satura il sistema fognario il corso d'acqua non ha più spazio per scorrere sotto terra e sale in superficie. “Tecnicamente non esonda, perché non esce dal suo alveo, ma rigurgita”, spiega Mattia De Amicis, docente di geologia ambientale alla Bicocca, sul sito dell'università. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, le piene del fiume registrate dal 1975 ad oggi sono 118, con una media di 2,5 l'anno.
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Perché il Seveso allaga Milano
In situazioni di piena, spiega ancora Regione Lombardia, il torrente Seveso viene parzialmente scolmato dal Canale Scolmatore di Nord Ovest (CSNO) che deriva le acque di piena dal Seveso, nel comune di Paderno Dugnano, per conferirle al Deviatore Olona e, in casi eccezionali, al fiume Ticino. Le acque che non riescono ad assere deviate dal canale scolmatore raggiungono Milano ed entrano nel tratto tombinato, le cui "strozzature" sono una delle concause delle periodiche esondazioni che mettono gravemente in difficoltà la zona nord della città.
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Le vasche per contenere le piene
Il piano anti esondazioni prevede la creazione di quattro vasche per contenere le piene del Seveso, tre di queste sono da realizzare in altrettanti Comuni a nord del capoluogo: Lentate, Varedo e Senago. La quarta è al Parco Nord, all'altezza di Bresso, dove il Seveso è stato interrato, questo cantiere è partito nel luglio di 2020 e gli scavi sono ormai ultimati.