Sarà l'Ats a verificare il rispetto delle norme igienico sanitarie da parte del ristorante dove Davide Teruzzi, 50enne residente a Melzo, ha consumato il pranzo che potrebbe essergli stato letale
Il pranzo con i colleghi, il malore, l'ospedale e poi il decesso. Sarà probabilmente l'autopsia, disposta dalla Procura di Milano, a chiarire le cause della morte di Davide Teruzzi, tranviere di 50 anni dipendente di Atm (l'azienda dei trasporti milanesi), scomparso dopo essere stato ricoverato in terapia intensiva all'ospedale San Raffaele.
I fatti
L'uomo aveva pranzato domenica 4 maggio in un ristorante convenzionato con Atm in via Fabio Filzi (a due passi dalla stazione Centrale) insieme ad altri 4 colleghi. I cinque si sono sentiti male quai subito e si sono rivolti a un pronto soccorso, pensando che si potesse trattare di un'intossicazione alimentare. Mercoledì Davide Teruzzi è tornato all’ospedale San Raffaele avvertendo ancora diversi disturbi. Intubato e ricoverato in terapia intensiva, è morto domenica scorsa. Ora con l'autopsia il pm di turno Roberta Amadeo vuole accertare le cause del malessere che si è rivelato fatale per il 50enne ma non per gli altri suoi quattro colleghi, dimessi senza conseguenze. Sarà invece l'Ats a verificare il rispetto delle norme igienico sanitarie da parte del ristorante dove il tranviere ha consumato il pranzo che potrebbe essergli stato letale.

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Il "gigante buono"
Teruzzi lavorava in Atm da 24 anni, dal 2001, dove era in forze al deposito Leoncavallo e conduceva i tram 5, 12 e 33. Viveva a Melzo, nel Milanese, con la madre. Sui social colleghi e amici lo ricordano come "il gigante buono" del deposito Leoncavallo, per la sua stazza. "Per la sua simpatia, il suo innato positivismo, la sua spontaneità sempre allegra e la sua presenza fisica notevole, veniva chiamato Davidone - si legge in un post che lo ricorda -. La sua simpatica presenza è positiva cordialità alla condotta dei storici tram milanesi sul 5 e sul 33 non passava inosservata".
