“Vite - L'arte del possibile”, l'intervista a Michelangelo Pistoletto

Cronaca

L'artista si racconta al direttore Giuseppe De Bellis per ripercorrere la sua vita e la sua carriera, dagli esordi fino ai grandi progetti internazionali, e per parlare delle nuove sfide della contemporaneità, tra cui l'intelligenza artificiale

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È Michelangelo Pistoletto il protagonista della nuova puntata del terzo ciclo di Vite - L’arte del possibile”, la serie di interviste realizzate dal direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis alle grandi personalità che hanno raggiunto il successo internazionale. L'incontro con l'artista, autore della celebre Venere degli stracci, nella sua Biella è l'occasione per parlare della sua arte e della sua vita.  (LE ALTRE PUNTATE: BRUNELLO CUCINELLI - DIEGO DELLA VALLE - ALESSANDRO BARICCO - FEDERICO MARCHETTI - FABIOLA GIANOTTI - AMALIA ERCOLI-FINZI - MICHELE DE LUCCHI - RENZO ROSSO - ANDREA ILLY - BEATRICE VENEZI - LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO - REMO RUFFINI - ROBERTO BAGGIO - JOVANOTTI - FRANCIS FORD COPPOLA)

Michelangelo Pistoletto

Dagli esordi al successo internazionale

Nel corso dell’intervista, Pistoletto ripercorre i momenti più significativi della sua carriera artistica, a partire dagli inizi, affascinato dal mestiere del padre, fino ad arrivare alla proiezione nella modernità sotto l'impulso di sua madre. “Mia madre mi ha iscritto alla scuola di pubblicità perché ha detto 'Il passato va bene, l'arte antica, la classica, ma il futuro secondo me è nella pubblicità' e quindi Armando Testa è diventato il mio maestro. La pubblicità come elemento di incontro e di fusione col mondo, è stata per me una cosa molto importante”, dichiara l'artista. Poi racconta la scelta dei primi lavori, gli autoritratti che sono stati per lui “l'unica cosa che mi garantiva la mia esistenza” perché “nella pittura si può vedere tutto, riprodurre tutto quello che ci sta davanti, tranne se stessi – spiega – e quindi, siccome l'arte moderna e contemporanea diventava un riconoscere sé stessi, io sono arrivato all'estremo: l'autoritratto”. Da lì il lavoro, lo studio sui materiali che lo porteranno ai celebri quadri specchianti. “Io ho visto nell'arte l'idea dell'immortalità, me la sono ritrovato davanti – racconta Pistoletto - tutto ciò, nel momento in cui ho trasformato la tela in superficie specchiante. Nel rispecchiamento io ho visto questa immensità dell'esistente senza limite”.

L'Arte Povera

Il successo globale lo investe negli anni Sessanta, quando viene internazionalmente riconosciuto come uno degli esponenti più illustri del movimento artistico dell'Arte povera. “Il mio lavoro di quadri specchianti è stato riconosciuto a livello internazionale: a New York, è stato inserito nella Pop Art americana”, racconta Pistoletto nel corso dell'intervista. “Questa cosa è avvenuta perché c'era una relazione precisa tra l'oggettività della mia opera e l'oggettività della Pop Art. Non erano più opere soggettive, ma oggettive”. La Pop Art portava però con sé il marchio indelebile del consumismo, allora “mi sono ‘smarchiato’ e ho creato una serie di opere che sono una diversa dall'altra, per cui, al posto della unicità dell'io, ho realizzato la molteplicità del noi, proprio anche con gli ‘Oggetti in meno’ che vuol dire oggetti consumistici in meno, quindi questa idea di povero non vuol dire povertà, povertà nel senso di mancanza, ma vuol dire essenzialità, arrivare, uscire dall'enfasi del più e del troppo”. La sua rivoluzione artistica ha incontrato il favore dei più grandi del suo tempo, come Lucio Fontana che fu “tra i primi ad apprezzare il mio lavoro, proprio perché lui cercava di sfondare il muro del cubo bianco nel quale l'arte moderna era finita per essere imprigionata”.  

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Le opere

Tra le sue creazioni più iconiche spicca sicuramente la Venere degli Stracci, che nasce anch’essa “dagli Oggetti in meno e anche quello è un Oggetto in meno” che “nascevano da una spontanea necessità del momento, senza tante riflessioni”. Come spiega Pistoletto, l'opera nacque “come un impulso, come una realtà che veniva a galla, come una delle possibilità che passavano dal possibile all'essere così, come necessità immediata”.

Impossibile dimenticare il capolavoro dal titolo Love Difference, ispirato al Mediterraneo, per l'occasione concepito “come il mare che unisce tante terre e quindi tantissime diverse culture, diverse storie, diverse economie, diverse religioni. Un luogo straordinario di differenze. Allora, per me l'importante era pensare che io, moltiplicandomi nella società, diventavo responsabile di accordare le differenze. E allora ho creato Love difference: amare le differenze”.

Le sfide del futuro

Non mancano però alcuni commenti dell'artista sul nostro presente e soprattutto sul nostro futuro, a partire proprio dall’intelligenza artificiale. “Siamo noi i responsabili di questo essere che si è specchiato nella tecnologia e che adesso si riconosce. E quindi dobbiamo riconoscerci per quel che siamo”, dichiara Pistoletto. “Sono sempre stato più che entusiasta, pronto a utilizzarla – spiega – Perché lo specchio non l'ho inventato io. La fotografia, che io immetto come memoria su una superficie specchiata, non l'ho inventata io. Tutta la tecnologia del passato che ha portato alla modernità non l'ho inventata io. Io non ho inventato niente. Siamo noi umani che inventiamo. Io come artista cerco di capire, di conoscere anche le ragioni per cui stiamo facendo certe cose”. Poi conclude: “E quindi, assumendo, in questo modo, una responsabilità su quello che pensiamo e facciamo. E la responsabilità mia non è solo quello di possedere e occupare, ma è quello di condividere”.

Il ciclo di “Vite – L'arte del possibile”

Curato e realizzato dal direttore di Sky TG24 Giuseppe De Bellis, “Vite– L’arte del possibile” è un ciclo di interviste dedicate al successo e alla capacità di raggiungerlo. Un ritratto professionale e personale di grandi talenti che si sono distinti nel proprio campo: dall’industria al cinema, dalla scienza allo stile fino all’arte e alla letteratura, divenendo noti in tutto il mondo. Le interviste entreranno anche a far parte della syndication dell’area news del Gruppo Comcast e potranno essere trasmesse anche da NBC. Le interviste di “Vite – L’arte del possibile” sono disponibili anche tra i podcast di Sky TG24.

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