Ue, regolamento sugli imballaggi: ecco i prodotti e le confezioni che non vedremo più
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Il Consiglio dell'Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio. L'obiettivo è ridurre i rifiuti, rendendoli più sostenibili e garantendo al contempo i più elevati standard di gestione. Dal cestino in legno che contiene il camembert alle confezioni plastica monouso, ecco quali sono i prodotti che potrebbero essere vietati e perché Bruxelles ha deciso di metterli fuori legge
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- Il Consiglio dell'Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Il regolamento mira a ridurre i rifiuti causati dagli imballaggi, rendendoli più sostenibili, garantendo al contempo i più elevati standard di gestione dei rifiuti.Dalla panna da caffè al cestino in legno del camembert, diverrsi sono i prodotti che il Parlamento europeo intende mettere fuori legge, dopo l’approvazione del PPWR che regola la produzione degli imballaggi
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- Sono in tanti, tuttavia, ad opporsi a questa decisione, con diversi parlamentari europei, spinti anche dalle lamentele dell’industria del settore, che hanno chiesto che la palla passi al Consiglio Ue. I deputati hanno così adottato la risoluzione legislativa, che costituisce il mandato del Parlamento per i negoziati con i governi dell'UE, con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni
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- L’obiettivo è quello di eliminare soprattutto le confezioni di plastica monouso utilizzate ad esempio per frutta e verdura, ma anche i sacchetti di plastica o ancora le confezioni monouso di shampoo e creme messi a disposizione ad esempio dagli alberghi
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- Addio quindi a bicchieri, vassoi e piatti usa e getta, ma anche alle bustine dello zucchero, alla panna da caffè. Le bevande sfuse dovranno essere consumate sul posto dove le si acquista, o venduti in un bicchiere riutilizzabile. Dal 2025 dovrà essere permesso a un cliente di riempire un proprio contenitore con la bibita che ha acquistato
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- Entro il il 2030 inoltre, secondo quanto previsto dal PPWR, il 20% delle bevande non alcoliche dovrà essere venduto in confezioni riutilizzabili (il 35% entro il 2040), mentre per quelle alcoliche gli obiettivi sono del 10% al 2030 e del 25% al 2040
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- Perplessità arrivano anche dal nostro paese, con il Ministro per le imprese e il Made in Italy che a Strasburgo nei giorni scorsi ha affermato che: “Il regolamento avrebbe un impatto molto pesante sul nostro sistema produttivo, ove non fosse modificato sostanzialmente"
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- Diversa l’opinione del commissario europeo Virginijus Sinkevicius: “L'Ue ha toccato un nuovo triste target, gli ultimi dati disponibili ci dicono che tra il 2010 e il 2021 i nostri rifiuti da imballaggio sono aumentati di oltre il 24%, più rapidamente del Pil e della nostra capacità di riciclaggio. Solo nel 2021 abbiamo osservato l’aumento più significativo, del 6% rispetto al 2010: il riciclo non è dunque abbastanza"