Ilaria Salis, il padre: "Vedrò Tajani e Nordio". La Russa: "Favorevole ai domiciliari"

Cronaca
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Lunedì, alla sessione plenaria dell'Eurocamera, si dibatterà la vicenda della maestra detenuta in Ungheria. Gli avvocati studiano una strategia per portarla a casa in breve tempo, dato che la sentenza è prevista nel 2025. In caso di rientro, Roma potrebbe assicurare, in una nota, che non ci sarebbero pericoli di fuga per l'imputata grazie al dispositivo elettronico. Il presidente del Senato La Russa ha incontrato il padre della donna. Lunedì vedrà anche il vicepremier Tajani e il guardasigilli Nordio

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Il caso di Ilaria Salis verrà dibattuto alla sessione plenaria dell'Eurocamera prevista per lunedì 5 febbraio. Anche l'Aula di Strasburgo, dunque, si occuperà della maestra 39enne detenuta in Ungheria con l'accusa di aver partecipato a un'aggressione di due neonazisti durante una manifestazione a Budapest. Al momento il suo futuro resta intricato: l'unica cosa certa sono i (lunghi) tempi della sentenza, che avverrà nel 2025. La prossima udienza è fissata a maggio, quando verranno ascoltati i testimoni; poi toccherà ai periti e solo dopo, nell'autunno 2024, saranno visionate e dibattute le immagini portate dall'accusa come prove. Intanto Roberto Salis, padre della donna, ha incontrato il presidente del Senato Ignazio La Russa a Milano. E lunedì 5 febbraio vedrà Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, e Carlo Nordio, ministro della Giustizia. "Mi aspetto si facciano passi in avanti sulla strada intrapresa nell'ultima settimana", ha detto il padre di Ilaria.

La Russa: "Difendo un'antifascista? Contano i diritti"

"Al di là del merito del processo su cui non posso dire naturalmente nulla, mi esprimo fortemente sul diritto alla dignità della ragazza nell'esposizione delle famose catene, che ci sono in tanti Paesi e in parte anche in Italia. L'importante è che non vi sia una esibizione dei modi con cui la sicurezza viene assicurata", ha detto La Russa dopo l'incontro col padre di Ilaria Salis. E a chi gli ha domandato se difende "una militante antifascista", La Russa ha risposto "sì, perché non c'entra il merito della vicenda". E ha aggiunto: "Stiamo parlando di una italiana che, al di là del giudizio che uno può dare, delle sue idee, e del modo con cui traduce le sue idee, se il fatto è vero o non è vero che lei partecipava a quella spedizione, è comunque una cittadina italiana per la quale è giusto siano tutelati i diritti della persona". La decisione sui domiciliari per Ilaria Salis "non attiene al grado di responsabilità per i fatti contestati, se possono essere concessi, e il fatto che li abbiano respinti ma esaminati significa che in teoria possono essere concessi. Io non sono contrario, anzi, sono estremamente favorevole. Poi però decide liberamente la magistratura ungherese - ha proseguito La Russa -. La decisione dei domiciliari non può essere nostra. Ci può essere per esempio la disponibilità del luogo in Ungheria, in attesa di un'eventuale richiesta in Italia, e potrebbe essere l'ambasciata".

epa09986444 Hungary's Prime Minister Viktor Orban at the first day of a Special European Summit on Ukraine at the European Council, in Brussels, Belgium, 30 May 2022.  EPA/OLIVIER HOSLET

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Verso il dibattito a Strasburgo

Come detto, all'inizio della prossima settimana gli eurodeputati dibatteranno il caso della maestra di Monza. "Fermo restando che per quanto riguarda il diritto penale è competenza degli Stati membri, l'Ungheria ha aderito alla Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo. Dunque le condizioni di Ilaria Salis sono un problema che riguarda anche lo stato di diritto in Ungheria", ha spiegato l'eurodeputata del Pd Mercedes Bresso, durante il briefing pre-plenaria degli eurodeputati italiani. Per l'eurodeputata dei Verdi, Rosa D'Amato, "aprire un dibattito sullo stato dei prigionieri in Ue è di per sé una buona cosa. Inoltre - spiega - è necessario difendere Ilaria come cittadina italiana indipendentemente dalle accuse". Invece, si è espressa contrariamente alle interferenze europee nella questione la leghista Paola Ghidoni, che ha sottolineato come "non sia bello vedere una cittadina italiana in catene", ma "il penale rimane competenza degli Stati e non ci può essere un interferenza Ue". Del parere opposto l'eurodeputato del M5s Mario Furore, che è "deluso dalla risposta del portavoce della Commissione Ue sul fatto che non vengono commentati i singoli casi giuridici". Furore ha sottolineato che "quello di Ilaria è solo la punta di un iceberg sulle violazioni dello stato di diritto in Ungheria".

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L'unica strada (per ora) percorribile

I tempi troppo lunghi della sentenza stanno portando gli avvocati italiani e ungheresi di Salis a percorrere un'altra strada: la richiesta degli arresti domiciliari cautelari (ossia a processo in corso) in Italia, sulla base di alcune direttive e accordi europei. In realtà le norme si riferiscono ai condannati e non ai semplici imputati, ma la giurisprudenza italiana ha recentemente valutato che possono essere applicate anche a chi attende il giudizio. Come sottolinea il Corriere della Sera, qualora questa via fosse percorribile, Roma sarebbe pronta ad assicurare in una nota scritta che non ci sarebbero pericoli di fuga per l'imputata, dato che qui si potrebbe applicare il braccialetto elettronico per scongiurare ogni tentativo di evasione. Salis verrebbe inoltre condotta in Ungheria ogni volta fosse richiesta la sua presenza fisica in aula.

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