Insegnante 39enne originaria di Monza è accusata di aver partecipato all'aggressione di due neonazisti durante una contromanifestazione a Budapest l'11 febbraio 2023
Sono 11 gli anni di carcere chiesti per Ilaria Salis dalla Procura ungherese. La 39enne militante antifascista è accusata di aver partecipato all'aggressione di due neonazisti durante una contromanifestazione a Budapest l'11 febbraio 2023. In quella data, il 'Giorno dell'onore', si tiene un raduno a cui partecipano i "nostalgici" di Hitler. Ma, sottolinea il suo avvocato Gyorgy Magyar, "Non ci sono prove" contro l'insegnante di Monza, che si trova da undici mesi in carcere a Budapest: è dello scorso giugno infatti il no dei giudici ai domiciliari. Intanto l'udienza di ieri, in cui la donna è apparsa in catene mani e piedi, è stata aggiornata al 24 maggio.
L'accusa
In aula - dove oltre a Salis erano presenti altri due coimputati, un uomo e una donna tedeschi - la pm ha presentato la 39enne come l'imputata principale, che avrebbe partecipato a più aggressioni causando lesioni corporali aggravate, in "associazione per delinquere" con due persone. Il magistrato poco prima aveva esposto l'atto di accusa che ha portato al rinvio a giudizio secondo il quale gli imputati farebbero parte di un'organizzazione estremista di sinistra, formata in Germania e composta soprattutto da giovani che, oltre partecipare a manifestazioni e dimostrazioni, avrebbero pianificato di lottare con aggressioni fisiche contro simpatizzanti di estrema destra di ideologia neonazista e neofascista.
I dubbi
"E' in dubbio lo stesso fatto che fosse presente alle aggressioni in questione, o che sia intervenuta incontrando i neonazisti - ha sottolineato ancora il legale difensore -. L'atto di rinvio della Procura è privo di fondamento e non ci sono prove nemmeno per il concorso in associazione per delinquere, presenteremo le nostre prove".
Una "situazione carceraria e processuale che vìola le nostre leggi", ha detto il suo avvocato Eugenio Losco, presente in aula. Anche perché "Ilaria si è dichiarata non colpevole ma ha spiegato di non aver mai potuto leggere gli atti, che non le sono stati mai tradotti, e di non aver ancora visto le immagini su cui sostanzialmente si fonda l'accusa. E quindi ha riferito di non poter presentare nessuna memoria, cosa che è ammessa nel processo ungherese".
Scelta diversa per l'altro coimputato tedesco, che si è dichiarato colpevole e è stato condannato a 3 anni di reclusione.
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La detenzione
La 39enne "è trattata come un terrorista internazionale pericoloso" ha osservato Magyar, ricordando la "detenzione sotto stretta sorveglianza, l'impedimento per molto tempo dei contatti con la famiglia e le autorità italiane". Per il padre dell'insegnante, Roberto Salis, si tratta di una "situazione incredibile e ingiusta". "In quei giorni ci sono stati attacchi di nazifascisti contro antifascisti e persone che si trovavano sulla loro strada. Però - ha osservato - sono stati liberati in due giorni. Gli antifascisti in Ungheria non sono graditi e vengono colpiti in modo impari".
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Le passioni
Ilaria ha studiato al liceo classico Zucchi: voti altissimi e una grande passione per storia. Tanto da interpretarla: anche il 9 febbraio dell’anno scorso, del resto, a Budapest si celebrava un’altra data del ’45 e lei c’era andata perché quel Tag der Ehre , quella Giornata dell’Onore disonorava l’antifascismo europeo, celebrando la morte d’un manipolo di soldati nazisti. Non solo. Una passione anche per le scalate in montagna e per il teatro: conosce a memoria Le Troiane , opera antimilitarista, e da ragazza ha recitato in un film amatoriale sui rastrellamenti nazisti.