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Budapest, anarchica in carcere da un anno: appello del padre a Meloni

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Roberto Salis, genitore di Ilaria, ha scritto una lettera alla premier, ai ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio e ai presidenti di Camera e Senato per invocare un intervento dell'esecutivo di fronte alle "violazioni di diritti umani" che sta subendo la figlia in carcere, dove è detenuta "in condizioni disumane" come da lei stessa denunciato in una lettera inviata ai suoi legali

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"Ci auguriamo che ci sia un'azione da parte del nostro governo e dei nostri canali diplomatici". È l'appello fatto all'Ansa dal padre di Ilaria Salis, anarchica milanese rinchiusa in un carcere di massima sicurezza a Budapest da quasi un anno con l'accusa di aver aggredito due neonazisti lo scorso 11 febbraio nella capitale ungherese durante il 'Giorno dell'onore', manifestazione a cui partecipano i nostalgici di Hitler.

Ilaria Salis
Ilaria Salis - ©Ansa

L'appello del padre di Ilaria Salis

Il genitore, Roberto Salis, ha scritto una lettera alla premier Giorgia Meloni, ai ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio e ai presidenti di Camera e Senato per invocare un intervento dell'esecutivo di fronte alle "violazioni di diritti umani" che sta subendo la figlia in carcere, dove è detenuta "in condizioni disumane" come da lei stessa denunciato in una lettera inviata ai suoi legali. Secondo quanto riferisce il padre, la figlia rischia una pena fino 16 anni, ben più pesante rispetto a quanto prevede il codice italiano per lesioni "guarite in 5 e in 8 giorni". Nessuna risposta, per il momento, così come nessuna risposta, ha fatto sapere il genitore, era arrivata alle prime lettere, una inviata sempre a Meloni il 22 marzo e un'altra al ministero della Giustizia a dicembre per chiedere di agevolare la concessione di misure cautelari da scontare in Italia.

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"Situazione irreale e inaccettabile"

"È inaccettabile che un cittadino possa ritrovarsi in una situazione così irreale - ha affermato il padre - e credo sia disarmante per un italiano sapere che, qualora si trovasse in una situazione così, non può contare neanche su una risposta". I contatti tra Ilaria e la famiglia sono stati negati durante i primi sei mesi di carcere poi da settembre i genitori hanno iniziato a comunicare con la figlia e sono andati due volte a Budapest trovandola "molto provata". Secondo Roberto Salis i rapporti tra il governo italiano e il premier ungherese Viktor Orbán "potrebbero essere, dal nostro punto di vista, un enorme vantaggio", ma anche "un enorme svantaggio. Dipende da quali sono gli obiettivi". E anche se "ci può essere malizia nel pensare" che le difficoltà della figlia siano legate anche al fatto di essere "schierata politicamente in contrasto" con l'attuale governo, "una maggioranza illuminata - ha aggiunto - per dimostrare di esserlo, dovrebbe e potrebbe occuparsi anche dei suoi avversari".

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L'avvocato: "Non si sottrarrà al processo, ma chiediamo domiciliari in Italia"

"Ilaria non ha alcuna intenzione di sottrarsi al processo che partirà il 29 gennaio, ma noi chiediamo che possa avere i domiciliari in Italia", ha detto l'avvocato Eugenio Losco che difende in Italia Ilaria Salis, sottolineando che le è già stato proposto un patteggiamento a 11 anni "che ha ovviamente rifiutato perché si dichiara innocente e perché è una pena altissima per un reato che nel nostro Paese viene punito con circa 4 anni. Faremo appello anche al Parlamento europeo affinché torni in Italia".

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