
Carceri in Italia, la situazione dei detenuti tra suicidi e sovraffollamento
Quanto successo a Torino, con le due detenute morte suicide a distanza di poche ore, ha acceso i riflettori sullo stato degli istituti penitenziari del nostro Paese: secondo i dati di Antigone sono 15 i detenuti che si sono tolti la vita nei soli mesi estivi del 2023. Una delle cause è sicuramente il numero eccessivo di persone rispetto alle strutture presenti e a soffrirne maggiormente è la sezione femminile. “Potremmo adeguare le caserme come nuove carceri”, ha dichiarato il ministro Nordio

La situazione nelle carceri in Italia è sempre più difficile. I suicidi sono in aumento, come dimostrano gli ultimi casi avvenuti a Torino. Come rileva l’associazione Antigone, dal 2000 a oggi i suicidi nelle carceri sono stati 1.352
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Se nel 2022 si sono registrati 85 suicidi, a livello statistico il 2023 sembra essere già molto vicino, visto che nel periodo gennaio-agosto sono stati 43, di cui 15 in estate, momento da sempre difficile a causa anche della mancanza del personale carcerario
Detenute morte a Torino, Nordio visita carcere Le Vallette
Problema da sempre noto per le carceri è quello del sovraffollamento: Antigone rileva una percentuale di persone presenti negli istituti del 121%, un dato che scende leggermente se si analizza il tasso per la sezione maschile (113%) e per quella femminile (115%)
Suicidi carcere, Nordio: "Bisogna trovare forme alternative"
Guardando allo scorso anno, gli 85 suicidi divisi per genere riguardano 80 uomini e 5 donne. Una sproporzione che però assume un altro rilievo se si considerano le percentuali di genere all’interno delle carceri
Suicidi carcere, garante detenuti: "Più operatori sociali"
La popolazione carceraria è composta per la grandissima maggioranza da uomini, presenti negli istituti penitenziari per il 95,8%. Le donne sono soltanto il 4,2%

Se andiamo a guardare a quel 4,2% di donne recluse, notiamo come una netta maggioranza, vicina al 70%, sia italiana

Presenti anche diversi bambini a seguito delle madri: su 21 donne ci sono 24 bambini di età inferiore ai tre anni

Sulle donne il carcere ha delle ripercussioni maggiori sulla salute psicofisica: chi riceve diagnosi psichiatriche gravi, fa uso di psicofarmaci e subisce atti di autolesionismo è in maggioranza di genere femminile

Ma quali sono le opportunità presenti per le donne detenute? Come evidenzia Antigone, il 50% lavora a cui si aggiunge un 10% che segue corsi di formazione professionale. Le attività sono rigidamente divise per genere: soltanto il 10% degli istituti prevede attività miste uomo-donna

“Bisogna trovare delle forme alternative”, ha dichiarato il ministro della Giustizia Carlo Nordio in visita a Le Vallette di Torino. “Dobbiamo prendere atto della sofferenza di cui soffre questo carcere, come molti altri, a causa della sproporzione tra strutture e risorse umane e il fine, cioè proteggere lo Stato. Per questo possiamo pensare ad una detenzione differenziata, adeguando ad esempio le caserme”. Nordio ha poi ribadito che “bisogna garantire l'umanità del detenuto e il trattamento rieducativo"

I condannati con pene brevi da scontare per reati bagatellari che non destano allarme sociale: sono loro i detenuti per i quali il ministro della Giustizia Carlo Nordio starebbe pensando a un trattamento detentivo differenziato da realizzarsi nelle caserme dismesse. Stime ufficiali ancora non ce ne sono ma si tratterebbe di alcune migliaia di detenuti

“Dobbiamo superare le polemiche e tornare al valore costituzionale della pena, nel pieno rispetto di chi ci opera e della sua finalità sociale”, ha dichiarato Mauro Palma, garante nazionale dei detenuti. “Servono in carcere figure di carattere sociale che aiutino anche chi deve mantenere la sicurezza a fronteggiare situazioni alle quali magari non è preparato”
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