Detenute morte a Torino, Nordio in visita al carcere Le Vallette. Proteste dall'interno

Cronaca

Ieri una reclusa è morta dopo aver rifiutato per settimane acqua, cibo e medicine. La donna, che diceva di voler vedere la figlia, era rinchiusa in un settore speciale della sezione femminile. Nel pomeriggio un'altra detenuta si è tolta la vita nella sua cella. "Non si tratta di una ispezione ma di assoluta vicinanza”, ha detto Nordio

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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, si è recato in visita nel carcere delle Vallette dove ieri sono morte due detenute. Nordio è entrato nella casa circondariale scortato dalla polizia stradale e ad accoglierlo ha trovato la direttrice della struttura penitenziaria, Elena Lombardi Vallauri, il garante comunale, Monica Gallo, e il garante regionale, Bruno Mellano, insieme al responsabile dell'Azienda sanitaria locale per il carcere, Roberto Testi. Durante la visita del ministro sono scoppiate proteste da parte dei detenuti che hanno iniziato a fischiare e urlare. In Calabria, invece, un detenuto di 44 anni è stato trovato morto nella sua cella del carcere di Rossano. Secondo quanto si è potuto apprendere, l'uomo si sarebbe tolto la vita.

L'incontro di Nordio con la direzione del carcere

Il ministro della Giustizia avrebbe incontrato la direzione per ottenere la documentazione su entrambe le donne morte ieri. Lo si apprende da fonti del carcere. Il ministro avrebbe anche chiesto un incontro con gli psichiatri della casa circondariale, sempre per acquisire elementi sui due decessi.

Carlo Nordio
©Ansa

Nordio: "Non si tratta di un'ispezione"

"Non si tratta di una ispezione né di un intervento cruento ma di assoluta vicinanza: chi meglio di un ministro che ha svolto per quarant'anni la funzione di pubblico ministero conosce i disagi delle situazioni penitenziarie?”, ha detto Nordio uscendo dal carcere. Sul fronte del sovraffollamento delle carceri il ministro ha spiegato che costruirne uno "nuovo è costosissimo, è impossibile sotto il profilo temporale, ci sono vincoli idrogeoligici, architettonici, burocratici. Con cifre molto inferiori possiamo riadattare beni demaniali in mano al ministero delle Difesa compatibili con l'utilizzazione carceraria", ha aggiunto il ministro. "Da ex pm so che quando ci sono suicidi si apre un fascicolo e la magistratura è autonoma e sovrana nelle indagini – ha proseguito Nordio - Sono arrivato qui di corsa in aereo per dare subito un segnale di vicinanza. Per ora non ho avuto tempo di visitare il carcere, ma posso dare un giudizio di ordine generale: ho visitato molte carceri italiane e ho visto il bene e il male. So che Torino versa in condizioni di grandi criticità e per questo la visita era già stata programmata".

"Lo Stato non ha abbandonato nessuno e non abbandona nessuno", ha proseguito. Quanto al fatto che ci sia stato un suicidio, Nordio sottolinea che questo atto è legato a "ragioni imperscrutabili", "non esiste un mistero più insondabile nella mente umana come quando decide di adottare soluzioni cosi estreme". "In questi casi non c'è sorveglianza che tenga - ha concluso - anche al processo di Norimberga due persone si sono suicidate nonostante avessero lo spioncino aperto 24 ore su 24".

Le proteste dei detenuti

Fischi e urla provenienti dall'interno del carcere di Torino sono state sentite dall'esterno della struttura penitenziaria, mentre è in corso una visita del ministro. Fonti interne riferiscono inoltre che i detenuti starebbero protestando anche con delle battiture sulle sbarre con gavette e altre stoviglie e urlano "liberà, libertà".

La protesta da quanto è possibile sentire dall'esterno della struttura penitenziaria, non riguarda un braccio in particolare. Le urla arrivano all'esterno in modo uniforme da tutto il carcere e si sentono anche, miste a fischi, fino al cancello principale. Dove col passare dei minuti si sono iniziate a percepire anche le battiture dei detenuti sulle sbarre. Udito anche il rumone di forti tonfi ripetuti, come fossero grandi oggetti sbattuti contro qualcosa.

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Detenute morte in carcere a Torino

Ieri una detenuta è morta dopo aver rifiutato per settimane acqua, cibo e medicine. La donna, che diceva di voler vedere la figlia, era rinchiusa in un settore speciale della sezione femminile, dotato di quattro celle, riservato alle recluse con problemi psichiatrici o comportamentali. Non si tratta della vera e propria Atsm (articolazione per la salute mentale), che è nel padiglione maschile per i detenuti uomini, ma è comunque previsto il regolare passaggio di medici e un sistema di videosorveglianza h24, di cui si occupa il personale di polizia penitenziaria.

Nel pomeriggio un'altra detenuta si è tolta la vita impiccandosi nella propria cella.

Morto detenuto in Calabria, ipotesi suicidio

Nel frattempo in Calabria un detenuto di 44 anni, originario di Lamezia Terme in provincia di Catanzaro, è stato trovato morto nella sua cella del carcere di Rossano. Secondo quanto si è potuto apprendere, l'uomo si sarebbe tolto la vita. Sulla vicenda ha aperto un fascicolo la Procura di Castrovillari che avrebbe anche disposto il sequestro della salma. L'uomo si trovava nel carcere di Rossano dallo scorso febbraio perché coinvolto nell'operazione Svevia, operazione antidroga condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Catanzaro. 

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