
Carceri, rapporto Antigone: "23 suicidi in cella da inizio anno". Sovraffollamento al 119%
Il XIX rapporto dell’associazione sulle condizioni di detenzione ricorda che il 2022 è stato l'anno con più suicidi in carcere di sempre, con 85 persone che si sono tolte la vita all'interno di un penitenziario. Sale il sovraffollamento, Lombardia la regione con la percentuale peggiore. In tutta Italia ci sono 9mila detenuti in più rispetto alla capienza

L’associazione Antigone ha presentato il suo XIX rapporto sulle condizioni di detenzione, titolato “È vietata la tortura”. Un report in cui si ricorda che sono 23 i suicidi in carcere avvenuti in questi primi mesi del 2023. E il 2022 è "passato alla storia come l'anno con più suicidi in carcere di sempre”, con 85 persone che si sono tolte la vita all'interno di un penitenziario. Cinque sono stati i suicidi avvenuti nel solo carcere di Foggia
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La maggior parte di queste persone (50, ossia quasi il 60%) si sono tolte la vita nei primi sei mesi di detenzione, osserva Antigone, sottolineando in particolare che 21 casi sono avvenuti nei primi tre mesi di detenzione, 16 nei primi dieci giorni e 10 entro le prime 24 ore dall'arrivo in carcere
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Antigone, nel suo rapporto, ricorda anche i casi dei due detenuti morti nel carcere di Augusta dopo 41 e 60 giorni di sciopero della fame. Ogni giorno - si legge nel dossier - sono circa 30 i detenuti in sciopero della fame, in assoluto la più utilizzata delle forme di protesta in carcere, cui talvolta si aggiunge anche lo sciopero della terapia
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Sono oltre 9 mila i detenuti in più rispetto alla capienza effettiva delle carceri. Il sovraffollamento "crescente" dei penitenziari ha un tasso medio effettivo è del 119%, per circa il 20% dei detenuti vi è una sistemazione precaria. Un dato corretto al rialzo rispetto al tasso ufficiale (110,6%), che non tiene conto dei posti non effettivamente disponibili In cifre, a fronte di una capienza ufficiale di 51.249 posti, i presenti nelle nostre carceri al 30 aprile erano 56.674, il che equivale a 5.425 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare
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Ai posti regolamentari vanno però sottratti quelli non disponibili, che attualmente sono pari a 3.646. La maglia nera spetta alla Lombardia dove il sovraffollamento è pari al 151,8%, seguita dalla Puglia (145,7%) e dal Friuli-Venezia Giulia (135,9%). Ma è l'intero Paese a sfigurare in Europa, dove solo Cipro e Romania hanno tassi di sovraffollamento maggiori di quello italiano. A livello di istituti, il carcere più affollato è Tolmezzo (190,0%), seguito da Milano San Vittore (185,4%), da Varese (179,2%) e da Bergamo (178,8%)
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Sono circa 4mila i figli di donne detenute nei penitenziari italiani: di questi, 22 (dato aggiornato allo scorso aprile), vivono in carcere con la propria madre. Le donne detenute in Italia sono 2.480, pari al 4,4% della popolazione carceraria complessiva: una percentuale stabile nel tempo. Le donne detenute sono ospitate in parte nelle 4 carceri femminili presenti in Italia, che si trovano a Roma - dove il carcere femminile di Rebibbia, con le sue 337 detenute per 275 posti letto ufficiali, si impone come il più grande d'Europa - a Venezia, a Pozzuoli e a Trani
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Gli Istituti a custodia attenuata per madri di Lauro, Milano e Torino ospitano complessivamente 15 donne. Le altre 1.853, pari ai 3/4 del totale, vivono nelle 45 sezioni femminili attive in questo momento all'interno di carceri a prevalenza maschile. Quanto alle detenute straniere, il report di Antigone rileva come esse siano nettamente calate negli ultimi quindici anni. Se oggi costituiscono il 30,2% del totale delle donne detenute, nel 2013 coprivano circa dieci punti percentuali in più. Le nazionalità più rappresentate sono quella romena e quella nigeriana

I detenuti stranieri nelle carceri italiane sono 17.723, il 31,3% dei presenti, una percentuale pari allo 0,34% degli stranieri soggiornanti in Italia. Nel 2011 erano invece 24.174, pari al 36,14% della popolazione detenuta nel suo complesso. L'unico istituto penitenziario della Valle d'Aosta, con un dato in lieve incremento rispetto allo scorso anno, presenta una percentuale di popolazione detenuta straniera pari al 61,4%, e il Trentino-Alto Adige una percentuale pari al 61%

Altre regioni con presenze notevolmente elevate sono Liguria (54%), Veneto (50,1%), Emilia-Romagna (48,1%), Lombardia (46,2%) e Friuli-Venezia Giulia (41,9%). Quanto agli istituti che registrano presenze inferiori alla media, ci sono Calabria (21,2%), Abruzzo (17,6%), Basilicata (15,4%), Sicilia (14,4%) e Campania (12,4%). Le percentuali più alte si registrano in Sardegna nella casa di reclusione di Arbus Is Arenas (68,8%) e quella di Onani Mamone (71,1%)

Se gli stranieri a fine aprile erano il 31,3% dei presenti - si evidenzia nel rapporto - erano però sovrarappresentati tra le persone in custodia cautelare (33,7%), e in particolar modo tra le persone in attesa di processo (35%), mentre erano sottorappresentati tra le persone con condanna definitiva (30,2%). Le nazionalità più rappresentate sono Marocco, con il 20,3% del totale dei detenuti stranieri, Romania con l'11,6%, Albania con il 10,3%, Tunisia con il 10,1%, Nigeria con 7,1%

Nel 2022 sono state presentate 1.180 domande di riparazione per ingiusta detenzione, di cui 556 sono state accolte. A Reggio Calabria 103 domande accolte pari a oltre 10 milioni di euro, del totale che lo Stato nel 2022 ha pagato, ossia 27.378.085 euro. Nel 2022 sono arrivate agli uffici di sorveglianza italiani 7.643 richieste di risarcimento - in base all'articolo 35-ter dell'ordinamento penitenziario - per aver subito un trattamento inumano o degradante durante la detenzione, tendenzialmente per assenza di spazio vitale

Sorprende, secondo Antigone, la disomogeneità del tasso di accoglimento tra i diversi uffici: se la media nazionale nel 2022 era superiore al 50%, guardando al dato per ufficio si va da situazioni come Bologna (27,2%), Catanzaro (27,3%) o Roma (26,2%) ad altre come Brescia (82,3%), Potenza (80,6%) o Trento (83,6%)
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