Il corpo della 30enne romena, scomparsa tra il 15 e il 16 maggio, è stato ritrovato nei pressi di un casolare abbandonato a Montecatini Terme. Subito era stato fermato un suo connazionale, di 32 anni. L'uomo ha ammesso di averla strangolata dopo che lei lo aveva minacciato di rivelare alla moglie un avvenuto rapporto sessuale a pagamento se non avesse ricevuto 10mila euro. L'uomo sostiene anche di aver ucciso, circa un anno fa, un'altra escort: ritrovati i resti
L’uomo fermato per la morte di Maria Denisa Adas, 30enne romena scomparsa da un residence di Prato tra il 15 e il 16 maggio, ha confessato dopo lunghe ore di interrogatorio: ha deciso di ucciderla perché lei lo avrebbe ricattato minacciandolo di rivelare alla moglie un loro rapporto sessuale a pagamento se non le avesse dato 10mila euro. Il corpo della donna è stato ritrovato ieri, 4 giugno, a Montecatini Terme, nascosto tra i rovi nei pressi di un casolare abbandonato. Subito dopo il ritrovamento era stato fermato Vasile Frumuzache, guardia giurata, 32enne con due figli, anche lui romeno, residente a Monsummano Terme (Pistoia). L'uomo, inoltre, in un secondo interrogatorio, ha confessato di aver ucciso un'altra donna, circa un anno fa. Si tratterebbe di una prostituta - Ana Maria Andrei - scomparsa l'1 agosto 2024 a Montecatini Terme.
Uccisa un'altra donna
I dettagli sul secondo omicidio sono emersi quando gli inquirenti di Prato hanno chiesto a Frumuzache perché mai tenesse in un suo box l'auto di una donna scomparsa nel 2024. A questa domanda, secondo quanto si apprende, l'uomo avrebbe risposto dicendo di averla uccisa perché si sarebbe rifiutata di sostenere una prestazione sessuale a pagamento. La vettura, riverniciata, è stata trovata oggi in una nuova perquisizione fatta a casa di Frumuzache a Monsummano. E successivamente sono stati ritrovati i resti della donna. Il cadavere è stato trovato su indicazione del reo confesso: era stato nascosto più o meno nella stessa zona nel territorio di Montecatini Terme dove è stato trovato il corpo decapitato di Denisa. Per l'identificazione certa, per capire se si tratta davvero di Ana Maria Andrei, sarà disposto un esame del Dna.
Omicidio Denisa Adas, accanto al corpo una valigia
Sulla morte di Denisa, invece, confermando i sospetti degli inquirenti, l'uomo ha spiegato di aver strangolato a morte la donna, di professione escort, già nella sera del 15 maggio, all’interno del residence di Prato dove era solita incontrare i suoi clienti. Mettendo insieme le immagini riprese dalle telecamere nella zona, i risultati dei tabulati telefonici e i tracciati percorsi dalla macchina dell’indagato, i Carabinieri sono arrivati a circoscrivere il luogo dove poi sono stati ritrovati i resti di Denisa. Accanto al corpo è stata trovata anche una valigia, utilizzata dall'uomo (che la trasportava nei video acquisiti dalla Procura) per portare via dal residence il cadavere.
Le indagini
Numerosi i passi falsi commessi da Fruzumache nel tentativo di far perdere le sue tracce. Tra questi la riaccensione del telefonino della vittima la notte della scomparsa: anche se è durato solo pochi minuti, è stato sufficiente a uno scambio di traffico di dati con almeno altri due dispositivi. I tragitti percorsi per arrivare al casolare hanno poi stretto il cerchio intorno al sospettato: anche se è una zona isolata della campagna, le strade per arrivarci sono vigilate da telecamere, in un contesto circostante di per sé sensibile per la presenza di vari fenomeni criminali.

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Chi era Maria Denisa Adas
Maria Denisa Adas era residente a Roma, ma nella sua attività di escort a volte si spostava verso Prato per incontrare i clienti che l'avevano contattata tramite piattaforme web. Il residence dove aveva preso alloggio e dove è stata ritrovata la sua auto era la sua base per operare in trasferta. Già poco tempo dopo la scomparsa, anche per le testimonianze di alcune sue amiche, era emerso il possibile coinvolgimento di suoi connazionali e si era parlato di minacce violente.
La vicenda
Nella vicenda si era inserita anche la figura di un avvocato, un legale che avrebbe in passato curato interessi della famiglia e che avrebbe contattato la madre di Adas, per consigliarla su come agire per ritrovare la figlia. Questa conversazione con l'avvocato è stata però però omessa dalla madre agli inquirenti pratesi, che per questo l'hanno iscritta nel registro degli indagati per false informazioni al pm. Anche l'avvocato era stato iscritto, con l'accusa però di sequestro di persona.
