Denisa Adas scomparsa a Prato, un avvocato indagato con l'accusa di sequestro
CronacaPrima svolta legata al caso della scomparsa di Denisa Maria Adas, la trentenne romena, escort di professione, di cui si sono perse le tracce sin dalla sera del 15 maggio da un residence di Prato. Per un avvocato 45enne originario di Reggio Calabria, che si era offerto di aiutare la madre della donna, è arrivata l'iscrizione nel registro degli indagati con l'accusa di sequestro di persona in concorso. Ed è spuntata la testimonianza di un'amica
A quasi due settimane dalla scomparsa di Denisa Maria Adas, la trentenne romena, escort di professione, svanita nel nulla la sera del 15 maggio da un residence di Prato, le indagini in corso hanno fatto registrare una prima svolta. Infatti, un avvocato 45enne originario di Reggio Calabria è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di sequestro di persona in concorso. Il legale è indagato dalla procura di Prato e gli è stato notificato un avviso di garanzia al pari di altre persone. La procura, intanto, svolgerà perizie specifiche, tra Dna e impronte digitali, su una serie di tracce e impronte trovate nel residence dove aveva preso alloggio la 30enne oltre che nell'auto della donna. L'avvocato, ricostruisce il Corriere della Sera, anche in base alla testimonianza di un'amica della 30enne, potrebbe avere un ruolo nella vicenda, in particolare per i contatti avuti con la madre dopo la scomparsa della figlia. Sullo sfondo potrebbe emergere anche la presenza di altri soggetti, probabilmente di origine romene, che graviterebbero nel mondo della prostituzione a Roma. Proprio dalla Capitale, la donna aveva raggiunto Prato per incontrare alcuni clienti.
Le piste seguite dagli inquirenti
Stando ai fatti, la notte tra il 15 e il 16 maggio scorsi, quella in cui si sono perse le sue tracce, i telefoni di Maria Denisa Adas sono stati riaccesi per alcuni minuti e c'è stato uno scambio di traffico di dati sulla rete con almeno altri due dispositivi. È emerso dagli ultimi accertamenti e dalle verifiche condotti dai carabinieri e dalla procura sulla scomparsa della trentenne romena residente a Roma e sparita dieci giorni fa da Prato dove era arrivata proprio il 15 maggio per il suo lavoro di escort. Su quali siano le celle telefoniche agganciate dai telefoni della donna, gli inquirenti mantengono riserbo. Da quanto ipotizzato, la donna, che a Prato aveva affittato una stanza in un residence per una serie di appuntamenti, sarebbe stata rapita nel corso di quella notte. Non si sa dunque se a riaccendere i telefoni per alcuni minuti, subito dopo la scomparsa, sia stata direttamente la donna o i suoi sequestratori. Agli investigatori, che indagano per sequestro di persona, pare più probabile la seconda ipotesi. Attualmente le piste seguite dalla procura sono diverse ed è ancora in campo la possibilità che a rapirla sia stato un gruppo di connazionali che rivendica la prerogativa che la donna lavori per loro conto, così come l'ipotesi che a sequestrarla sia stato un vecchio cliente che non accettava il rifiuto di Maria Denisa. E va chiarito, più precisamente, il ruolo dell’avvocato indagato.
La testimonianza di un'amica
Intanto è emersa anche la testimonianza di un’amica della donna che fa riferimento al legale indagato, offertosi di aiutare la madre di Denisa. “L’avvocato le ha detto di stare tranquilla perché la figlia è viva anche se ferita. Lui è l’avvocato di un gruppo di rumeni che volevano costringere Denisa a lavorare per loro e per questo l’avrebbero picchiata e le avrebbero tolto i denti”, avrebbe riferito la donna. L’amica, si era presenta a Prato ed era entrata nella stanza 101 del residence Ferrucci, scoprendo che da qui mancavano due valigie e i telefoni cellulari di Denisa e senza che di lei ci fosse traccia. Nel cortile sul retro del residence era rimasta parcheggiata la sua auto, regolarmente chiusa, con il tagliando per il parcheggio settimanale sul cruscotto. L’amica va così dagli inquirenti dopo aver parlato con la madre di Denisa. “Mi ha detto di aver saputo dall’avvocato che sua figlia è stata presa da un gruppo di rumeni che le stavano già addosso quando era a Roma. Non erano riusciti a prenderla perché lì c’erano gli amici e la madre. Hanno aspettato che andasse a Prato da sola. L’avvocato avrebbe anche proposto uno scambio: lui difende gratuitamente i rapitori in cambio della liberazione di Denisa”, ha detto la donna.