Guinea Bissau, arrestata attivista italiana: è in carcere da 5 giorni

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Valentina Cirelli, proprietaria di un albergo, è finita in cella la settimana scorsa nella località balneare di Varela. Secondo quanto emerso, sarebbe accusata di aver preso parte a delle manifestazioni con atti vandalici ai danni di una società cinese, titolare di una concessione per lo sfruttamento del suolo per l’estrazione di minerali

 

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Un'attivista italiana e imprenditrice del settore alberghiero, Valentina Cirelli, è stata arrestata la settimana scorsa nella Guinea Bissau, insieme ad altre 15 persone, nella località di Varela. Secondo quanto emerso finora, Cirelli, presidente dell'associazione ambientalista Tchon Tchomano e proprietaria dell'hotel Kassumayaku, è stata avvicinata il 18 aprile scorso da otto soldati della Guardia nazionale, dopo un incendio alle strutture di un progetto di sfruttamento delle sabbie pesanti di Nihinquin. L'attivista, residente in Guinea Bissau da circa 20 anni, sarebbe accusata di aver preso parte a delle manifestazioni con atti vandalici ai danni di una società cinese, titolare di una concessione per lo sfruttamento del suolo per l’estrazione di minerali. 

Non riesce ad avere contatti coi suoi legali

Secondo quanto riferito, la donna non riuscirebbe ad avere contatti con i suoi legali. Fonti locali spiegano che dopo il blitz nel suo albergo, i militari hanno informato Cirelli che il comandante voleva parlarle al posto militare di Varela: l'impreditrice inizialmente si sarebbe rifiutata, spiegando che stava lavorando, ma poi è stata costretta ad accompagnarli, senza il cellulare e gli occhiali, che le verranno poi portati dal compagno. Al posto militare di Varela, l'attivista, di padre italiano e madre guineana, è stata informata che sarebbe stata trasferita a Ingoré, al confine col Senegal, per essere formalmente trattenuta e ascoltata dalla Procura.

Cellulare confiscato dalla polizia: solo una breve chiamata al padre

La notte tra il 18 e il 19, Cirelli l'ha trascorsa detenuta a Ingoré, insieme a una donna originaria di Nhinquin. Il giorno successivo entrambe sono state trasferite in una cella nella seconda stazione di polizia di Bissau. Alle 19.58, Valentina ha inviato l'ultimo messaggio prima che la batteria del suo telefono si scaricasse. Il giorno dopo, la domenica di Pasqua, l'avvocato e un amico le hanno fatto visita per 10 minuti, portandole vestiti, cibo e prodotti per l'igiene personale, e la polizia le ha permesso di chiamare brevemente suo padre, prima di confiscarle nuovamente il cellulare. Il console onorario italiano è riuscito a farle visita per circa un'ora. Quindi il giorno successivo, Cirelli è stata condotta al ministero dell'Interno, senza aver prima potuto incontrare gli avvocati, e poi rimandata nella stessa cella della stazione di polizia di Bissau. Ancora ieri la polizia non ha permesso agli avvocati di contattarla a causa di "ordini superiori", mentre oggi hanno tentato di consegnare una richiesta di Habeas Corpus, allo scopo di inoltrarla al giudice per le indagini penali, ma gli agenti si sono rifiutati di riceverla.

Una conoscente: "Nota per i progetti di turismo sostenibile"

Una donna portoghese che conosce bene l'attivista italiana ha raccontato al giornale Jornal de Noticias che "Valentina è nota per il suo amore per Varela e per il suo contributo alla comunità attraverso un progetto di turismo sostenibile radicato nella cultura locale. Dopo alcune manifestazioni pacifiche di persone scontente dell'operato di un'azienda mineraria cinese, che ha causato gravi danni ambientali e sociali nella regione, si sono verificati isolati atti di vandalismo, che però sono avvenuti senza il coinvolgimento diretto di Valentina".  "Ciononostante - ha raccontato la testimone, che ha chiesto di restare anonima - è stata arrestata dalle autorità di Ingoré per il solo fatto di essere una figura attiva e un leader della comunità. Un chiaro tentativo di mettere a tacere chi difende la terra, il popolo e i diritti umani. Non possiamo rimanere in silenzio".

 

La Farnesina in contatto con Cirelli

L’ambasciata d’Italia a Dakar e il corrispondente consolare a Bissau stanno seguendo la vicenda con la massima attenzione e si mantengono in contatto con Valentina Cirelli. Lo hanno confermato fonti della Farnesina, precisando che l'ambasciata ha interessato le autorità guineane per chiedere informazioni sullo status della connazionale e per chiedere che ne vengano garantiti i diritti.

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