Ilaria Salis, il padre: "Mia figlia trattata come un animale in Ungheria"

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"Credo che l'Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice", sottolinea il padre della 39enne detenuta in Ungheria da quasi un anno

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"Ilaria deve rientrare in Italia, le immagini parlano chiaro". Roberto Salis, padre di Ilaria, mostrata ieri in catene davanti al tribunale di Budapest, parla così nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera. L'uomo ieri era presente nell’aula del tribunale di Budapest insieme ad alcuni amici della figlia, la 39enne accusata di avere aggredito due estremisti di destra. La donna si è dichiarata non colpevole. (CONVOCATO L'AMBASCIATORE)

Ilaria Salis è comparsa in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti, 29 gennaio 2024. Lo ha constato l'ANSA in aula a Budapest dove la donna è entrata accennando un sorriso rivolto al pubblico. Una donna delle forze di sicurezza la trascinava per una catena. Salis indossava un maglione chiaro a strisce orizzontali e teneva in mano una borsa scura. ANSA/RAINEWS +++ NPK +++
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"L'ambasciata sapeva"

"Credo che l'Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice". Lo ha sottolineato Roberto Salis ad Agorà Rai Tre. "Noi fino al 12 ottobre, quando mia figlia ha scritto una lettera - ha aggiunto -, non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell'Ambasciata italiana in Ungheria". Salis inoltre ha fatto sapere che oggi incontrerà l'ambasciatore italiano in Ungheria: "Abbiamo l'appuntamento con l'ambasciatore. Mi aspetto delle azioni, abbiamo fatto tante chiacchiere. Questa è la prima volta che ho il piacere di parlare con l'ambasciatore. Evidentemente in questi 11 mesi ha avuto impegni molto più gravosi che occuparsi di mia figlia", ha aggiunto. Ilaria, milanese, è detenuta in Ungheria da quasi un anno.

Ilaria Salis, l'italiana accusata di aver aggredito due neonazisti lo scorso 11 febbraio nella capitale ungherese durante il 'Giorno dell'onore', manifestazione a cui partecipano i nostalgici di Hitler.Foto fornite dal padre Roberto Salis ANSA /NPK

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Le parole di Roberto Salis

"Sapevo che sarebbe stato emotivamente molto difficile, per me e mia moglie, vedere Ilaria trascinata in catene in tribunale. Ma di fronte a questo, certo non mi fermo, anzi, mi sento sempre più motivato a tirarla fuori di lì", ha continuato. E ancora: "Sono riuscito a incontrarla per la prima volta da un anno a questa parte, senza un vetro divisorio in mezzo a noi. Come l'ho trovata? È entrata a testa alta, con il sorriso". Non si sa come andrà il processo: "Posso dire solo che Ilaria si dichiara innocente, e che porterà in aula tutte le motivazioni per dimostrare la sue estraneità alle accuse. Il punto è un altro: mia figlia deve uscire di lì, bisogna tirarla fuori. Denunciamo da tempo le condizioni in cui è detenuta, la privazione dei diritti fondamentali di una cittadina italiana, in un Paese europeo. Non è civile celebrare un processo equo in queste condizioni. Su questo mi sarei aspettato una indignazione trasversale. Invece, mi tocca leggere ancora certi titoli che la definiscono 'l’anarchica' e simili. Mia figlia ha preso le distanze da certe posizioni già da tempo. Lei è un’antifascista, punto". Infine: "Il ministro degli Esteri Tajani ha annunciato di essersi mosso per vie diplomatiche? Solo chiacchiere. Vedrò l’ambasciatore in Ungheria. Ma è la prima volta da un anno. Il personale dell’Ambasciata, in questi mesi, è riuscito a prendere contatti, ma il risultato è stato pari a zero. Ilaria è ancora in carcere e ieri ha fatto ingresso in aula in catene. L’hanno vista tutti no? Cosa serve ancora a capire la gravità della situazione?".

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Tajani: "Violate norme comunitarie" 

"Questa volta mi sembra che si sia ecceduto": si tratta di "violazione delle orme comunitarie" e non è "in sintonia con la nostra civiltà giuridica". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'intervista a Radio Anch'io. Tajani ha riferito anche che il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha incontrato il padre di Ilaria, Roberto, e sta seguendo da vicino il caso. "Anche stamani il nostro ambasciatore in Ungheria andrà al ministero a protestare per questo trattamento riservato a una detenuta" e "si vedrà se si potranno ottenere gli arresti domiciliari e poi se si potrà portare in Italia per scontare la pena". "Prima vanno ottenuti, tramite gli avvocati, gli arresti domiciliari in Ungheria, poi si potrà pensare di trasformare gli arresti domiciliari in Ungheria in arresti domiciliari in Italia", ha concluso il ministro degli Esteri.

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