
Ungheria, le 17 promesse del governo Orban all’Europa per evitare il taglio dei fondi
La Commissione Europea, nel quadro del meccanismo di condizionalità, ha proposto il taglio 7,5 miliardi di euro dei fondi di coesione per l'Ungheria nel periodo 2021-2027. Per evitarli, Budapest si è mostrata "collaborativa" e ha promesso di implementare alcune misure che, "se attuate", secondo la Commissione potrebbero risolvere il contenzioso

La Commissione Europea, nel quadro del meccanismo di condizionalità, ha proposto il taglio 7,5 miliardi di euro dei fondi di coesione per l'Ungheria nel periodo 2021-2027: si tratta di un terzo del totale, visto che in tutto i fondi valgono circa 22 miliardi. Per evitare i tagli, Budapest - in accordo con la Commissione - ha promesso 17 misure specifiche
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La decisione è arrivata perché il rischio posto al budget Ue nel quadro delle violazioni allo stato di diritto "permane", nonostante le misure promesse dal governo di Budapest di sistemare i problemi indicati dalla Commissione. Nello specifico, a meritarsi il “cartellino giallo” sono tre progetti - particolarmente esposti alla procedura degli appalti pubblici e dunque a rischio malversazioni - con un budget totale di 11 miliardi di euro. La scure del 65% si applica su questi progetti, arrivando alla cifra di 7,5 miliardi
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"La decisione è una chiara dimostrazione della volontà della Commissione di proteggere il bilancio dell'Ue e di utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per garantire questo importante obiettivo", ha detto il Commissario Johannes Hahn, responsabile per il Bilancio e l'Amministrazione. "Questo passo si basa su un intenso dialogo tra la Commissione e le autorità ungheresi negli ultimi mesi, che ha portato l'Ungheria a proporre una serie di misure correttive per affrontare le preoccupazioni individuate dalla Commissione"
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La minaccia dei tagli, a quanto pare, è stata sufficiente a far cambiare l'atteggiamento di Budapest. Nel corso dell'estate, infatti, le autorità ungheresi si sono mostrate "collaborative" e hanno proposto 17 misure che, "se attuate", possono in teoria risolvere il contenzioso. "Tutto sta in come procederà la stesura dei testi legislativi", ha commentato un funzionario Ue. La palla ora passa al Consiglio, che ha un mese di tempo, dunque fino al 18 ottobre, per esprimersi e decidere se adottare i tagli (vige la maggioranza qualificata)
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La deadline è però fittizia: il Consiglio, in casi particolari, può prendersi altri 2 mesi e la Commissione ha già chiesto l'estensione, poiché le misure promesse da Budapest sono di natura "complessa" e serve tempo per implementarle (e valutarle). Il D-Day si sposta al 18 dicembre: entro quella data la Commissione valuterà se Budapest ha mantenuto le promesse e il Consiglio deciderà. Il Consiglio, se l'Ungheria non sarà adempiente, potrebbe in linea di principio decidere una punizione più severa e aumentare la percentuale di blocco dei fondi
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Tra le 17 misure su cui si è impegnata Budapest, la più rilevante è probabilmente l'istituzione dell'Autorità per l'Integrità, indipendente e con ampi poteri di scrutinio. Nella lista c'è anche "l'istituzione di una task force anticorruzione con garanzie di coinvolgimento rappresentativo della società civile, il rafforzamento del quadro anticorruzione, la trasparenza dell'uso del sostegno Ue da parte delle fondazioni per la gestione dei beni di interesse pubblico”
Ungheria, Viktor Orban vara stretta su aborto: obbligatorio ascoltare battito del fetoE ancora: “La modifica del codice penale per consentire il controllo giudiziario delle decisioni dei pubblici ministeri, il rafforzamento dei meccanismi di controllo dell'autorità giudiziaria, la riduzione della quota di procedure di gara con offerte uniche finanziate da fondi nazionali, la riduzione della quota di procedure di gara con offerte uniche finanziate da fondi Ue"

Non solo. C'è anche l'impegno a "sviluppare uno strumento di rendicontazione delle offerte uniche", così come "un sistema elettronico per gli appalti pubblici e "un quadro di misurazione delle prestazioni per gli appalti pubblici". Poi, ancora, c’è la promessa di "adottare un piano d'azione per aumentare il livello di concorrenza negli appalti pubblici" e "fornire formazione alle Pmi e alle microimprese sulle pratiche degli appalti pubblici"

Infine, "utilizzare sistematicamente lo strumento di analisi dei dati e di valutazione dei rischi della Commissione (Arachne), rafforzare la cooperazione con l'Olaf (l'anti corruzione europea) e garantire la trasparenza della spesa pubblica"