
Ungheria, Ue propone sospensione dei fondi di Coesione: cosa significa e come funziona
La Commissione europea ha votato all'unanimità per uno stop del 65%, pari a 7,5 miliardi di euro, circa un terzo di tutti i fondi di Coesione destinati a Budapest. Secondo Bruxelles permane il rischio posto al budget Ue nel quadro delle violazioni allo Stato di diritto, nonostante le misure promesse dal governo. Il governo di Orban: "Speriamo di chiudere entro novembre". Ma come funziona il regolamento?

La Commissione europea ha votato all'unanimità la proposta di sospendere il 65% dei fondi di tre programmi operativi per la Coesione destinati all'Ungheria, perché il rischio posto al budget Ue nel quadro delle violazioni allo Stato di diritto "permane", nonostante le misure promesse dal governo di Budapest per sistemare i problemi indicati dalla Commissione. Il valore dei fondi in questione è di 7,5 miliardi di euro, circa un terzo di tutti i fondi di Coesione destinati al Paese e quasi pari alla somma che l'Ungheria ha chiesto con il suo Pnrr
GUARDA IL VIDEO: Orban, Ue e Russia, è tutti contro tuttiLa decisione della Commissione arriva dopo mesi di intenso dialogo tra l'esecutivo europeo e le autorità ungheresi, che ha portato l'Ungheria a proporre una serie di misure correttive per affrontare le preoccupazioni individuate dalla Commissione quando il processo è stato avviato formalmente lo scorso 27 aprile. La Commissione ha valutato a fondo la risposta ungherese, esaminando in particolare se le misure correttive rispondano adeguatamente alle conclusioni iniziali della Commissione
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"Affinché le misure possano essere considerate adeguate, dovrebbero porre fine alle violazioni dei principi dello Stato di diritto e/o ai rischi che creano per il bilancio dell'Ue e gli interessi finanziari dell'Unione", spiega l'esecutivo di Bruxelles in una nota. La conclusione della Commissione è che le misure correttive proposte potrebbero in linea di principio affrontare i problemi in questione, se fossero correttamente dettagliate nelle leggi e norme pertinenti, e attuate di conseguenza
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Ma in attesa del completamento delle principali fasi di attuazione, la Commissione ritiene che in questa fase permanga un rischio per il bilancio. Da qui la proposta odierna di sospensione del 65% degli impegni per tre programmi operativi nell'ambito della politica di coesione e il divieto di assumere impegni legali con i fondi di interesse pubblico per programmi attuati in gestione diretta e indiretta
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Il Consiglio ha ora un mese - prorogabile di massimo altri due - per decidere se adottare tali misure, a maggioranza qualificata (il 55% degli Stati membri vota a favore, e devono corrispondere ad almeno 65% della popolazione totale dell'Ue). Nel frattempo, la Commissione monitorerà la situazione e terrà informato il Consiglio di qualsiasi elemento pertinente che possa incidere sulla sua attuale valutazione. L'Ungheria si è impegnata a informare esaurientemente la Commissione sul compimento delle fasi chiave di attuazione entro il 19 novembre

Il governo ungherese ha fatto sapere di voler chiudere entro novembre la vertenza politica con l'Ue che rischia di costarle il taglio ai fondi. Lo ha detto Gergely Gulyas (nella foto), ministro della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Budapest intende fare alcune "concessioni", un pacchetto di leggi a suo dire "concordato con Bruxelles" che comprende l'istituzione di un'autorità indipendente anti-corruzione, una riforma degli appalti e altre misure in chiave della lotta alla corruzione

Il meccanismo per la tutela del bilancio dell'Ue dalle violazioni dello Stato di diritto negli Stati membri integra gli strumenti che l'Ue ha a disposizione per proteggere lo Stato di diritto, tutelando il bilancio dalle violazioni che ne compromettono la sana gestione finanziaria o che incidono sulla tutela degli interessi finanziari dell'Ue. Lo Stato di diritto impone che tutti i poteri pubblici agiscano entro limiti fissati dalla legge, in linea con i valori della democrazia e nel rispetto dei principi stabiliti nella Carta dei diritti fondamentali dell'Ue

Il legame tra il rispetto dello Stato di diritto e la tutela del bilancio si fonda sul fatto che gli Stati possono garantire una sana gestione finanziaria "solo se le autorità pubbliche agiscono in conformità della legge", se i casi di frode sono perseguiti e se le decisioni "arbitrarie" delle autorità possono essere soggette a un effettivo controllo giurisdizionale. In pratica è essenziale, tra l'altro, una magistratura indipendente. Il meccanismo però non sanziona tutte le violazioni: la Commissione deve provare che ci sia effettivamente un impatto sul bilancio

Il regolamento è nato su input del Consiglio Europeo del luglio 2020, quando venne deciso Next Generation Eu: nel pacchetto dell'accordo era previsto un meccanismo di condizionalità che legasse sia il Quadro Finanziario Pluriennale che Next Generation al rispetto dello Stato di diritto. A volerlo furono soprattutto Paesi come l'Olanda, per avere uno strumento in più per affrontare la crisi dello Stato di diritto

Procedure come l'articolo 7, che porta alla sospensione dei diritti di voto dello Stato in questione, si sono rivelate un'arma spuntata visto che richiedono l'unanimità. L'attivazione del meccanismo viene proposta dalla Commissione e viene votata dal Consiglio a maggioranza qualificata. Concepito per porre pressione su Polonia e Ungheria, i due Paesi più problematici sotto il profilo del rispetto dello Stato di diritto, è stato bloccato dai due Stati, cui si è aggiunta la Slovenia, nel Consiglio Europeo del dicembre 2020

I tre condizionarono il loro ok alla decisione sulle risorse proprie, base per l'Mff 2021-27 e per Next Generation Eu, alla non applicazione del meccanismo, che Varsavia e Budapest considerano una grave minaccia in quanto grandi beneficiari netti dei fondi Ue. In base al compromesso del dicembre 2020, il regolamento avrebbe dovuto essere applicato solo dopo che la Corte di Giustizia dell'Ue si fosse pronunciata sul ricorso promosso dai governi polacco e ungherese in merito alla sua legalità e dopo che la Commissione avesse sviluppato delle linee guida

La Corte di Giustizia si è pronunciata nel febbraio 2022, respingendo il ricorso di Polonia e Ungheria. La Commissione non ha applicato il regolamento fino a oggi, nonostante sia formalmente in vigore dal gennaio 2021, attirandosi le critiche del Parlamento Europeo, che ha spinto più di tutti per avere questo strumento. L'Aula ha anche citato la Commissione in Corte, nell'ottobre 2021, per non avere applicato il regolamento

Per far funzionare il meccanismo nella pratica la Commissione ha sviluppato delle linee guida, pubblicate nella primavera scorsa. La procedura prevede l'invio preliminare di una lettera, cosa che nei confronti dell'Ungheria è avvenuta nell'aprile 2022. Una volta ricevute e analizzate le eventuale osservazioni dello Stato in questione, la Commissione propone al Consiglio l'attivazione del meccanismo. Il Consiglio vota a maggioranza qualificata

L'esecutivo, prima di presentare la proposta al Consiglio, deve condurre una "valutazione qualitativa approfondita" per individuare le violazioni dello Stato di diritto, valutazione che deve essere "oggettiva, imparziale ed equa". Il meccanismo entra in azione nel caso in cui le altre procedure previste per la legislazione dell'Unione non consentano una tutela efficace del bilancio Ue

Nel decidere le misure da adottare, la Commissione tiene conto della gravità delle violazioni, della condotta dello Stato membro e del grado di collaborazione fornito. Perché il meccanismo scatti occorre che sia stato violato almeno uno dei principi dello Stato di diritto, che comprendono i principi di legalità, di certezza del diritto, il divieto di decisioni arbitrarie del potere esecutivo, l'effettiva protezione giudiziaria, la separazione dei poteri, la non discriminazione e l'uguaglianza davanti alla legge

La violazione deve riguardare la condotta delle autorità pubbliche, o essere loro attribuita, posto che sia rilevante per la gestione finanziaria del bilancio o per la protezione degli interessi finanziari dell'Unione. La violazione deve essere tale da rischiare di danneggiare seriamente la gestione del bilancio Ue o la protezione degli interessi finanziari dell'Ue, sia per quanto riguarda i ricavi che per quanto riguarda le spese. E deve esserci una relazione sufficientemente diretta tra la violazione e i suoi effetti: la valutazione viene fatta caso per caso

Se tutte queste condizioni sono presenti, allora la Commissione propone di avviare la procedura, a meno che non ritenga che ci siano altri strumenti più efficaci nel tutelare il bilancio Ue. Le misure proposte devono essere proporzionate: devono cioè essere necessarie per affrontare i problemi rilevati e proteggere il bilancio e gli interessi finanziari dell'Unione, senza andare oltre quanto è necessario a raggiungere l'obiettivo

Per valutare la proporzionalità, l'esecutivo Ue deve tenere conto della natura, della durata e della gravità delle violazioni riscontrate, oltre alla volontà dello Stato di rimediare, al grado di collaborazione mostrato e alla possibile persistenza o reiterazione della violazione. La valutazione si basa su una serie di informazioni, tra cui quelle contenute nello Eu Justice Scoreboard e nel rapporto sullo Stato di diritto, che la Commissione redige ogni anno

Un principio chiave del regolamento è che la sanzione inflitta allo Stato membro non dovrebbe colpire i beneficiari ultimi dei fondi: lo Stato in questione dovrebbe continuare a versare i fondi di tasca propria, anche se non è chiaro come la Commissione nella pratica possa costringere il Paese in questione ad obbedire

Il Paese punito ha la possibilità, se ritiene che la proposta della Commissione non sia oggettiva e che sia discriminatoria, di chiedere che la questione venga discussa nel Consiglio Europeo. In questo caso, la procedura viene ritardata di un massimo di tre mesi (il summit si riunisce regolarmente in marzo, giugno, ottobre e dicembre)