Approvato il rapporto in cui l'Ungheria viene definita un "regime ibrido di autocrazia elettorale". Gli eurodeputati dei due partiti hanno espresso voto contrario. FdI: "Ennesimo attacco politico"
Il Parlamento Europeo condanna l'Ungheria. Approvato il rapporto in cui l'Ungheria viene definita una "minaccia sistemica" ai valori fondanti dell'Ue, la si bolla come una "autocrazia elettorale" e si chiede l'intervento della Commissione e del Consiglio perché finalmente attivino tutte le misure previste dall'articolo 7 dei trattati europei. Secondo i deputati, qualsiasi ulteriore ritardo equivarrebbe a "una violazione del principio dello Stato di diritto da parte del Consiglio stesso". "L'Ungheria è un paese partner e un alleato della Nato", ha detto qualche ora dopo il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price, in un punto con la stampa a proposito della condanna di Budapest da parte dell'Eurocamera. "Le alleanze si basano anche sui valori comuni e sono quelli che gli Stati Uniti vogliono sempre vedere rispettati", ha aggiunto.
"Non è vera democrazia"
Il Parlamento europeo ha condannato gli "sforzi deliberati e sistematici del governo ungherese" contro i valori dell'Ue e chiede risultati per quanto riguarda la procedura collegata all'articolo 7. La mancanza di un'azione decisa da parte dell'Ue ha contribuito all'emergere di un "regime ibrido di autocrazia elettorale" in cui si tengono le elezioni ma che non rispetta gli standard democratici, affermano i deputati. La relazione adottata con 433 voti favorevoli, 123 contrari e 28 astenuti va nella direzione di quella che ha portato il Parlamento ad avviare la procedura legata all'articolo 7 nel 2018, facendo il punto su una situazione preoccupante, secondo il Parlamento, in 12 zone. Il rapporto dimostra anche come la situazione dei valori citati nell'articolo 2 del Trattato sull'Unione europea sia fortemente peggiorata dal 2018, a causa degli "sforzi deliberati e sistematici del governo ungherese", esacerbati dall'inerzia dell'Ue. I deputati insistono sul fatto che l'articolo 7, paragrafo 1, non richiede l'unanimità degli Stati membri per riconoscere un grave rischio di danno ai valori dell'UE, né per formulare raccomandazioni concrete o per fissare scadenze. Aggiungono che qualsiasi ritardo nell'applicazione della procedura dell'articolo 7 a tutela dei valori europei in Ungheria equivarrebbe a una violazione dello stato di diritto da parte del Consiglio stesso.
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La richiesta alla Commissione
I deputati chiedono alla Commissione di utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione e in particolare il meccanismo di condizionalità di bilancio. Sebbene i valori europei siano particolarmente minacciati dalla guerra della Russia contro l'Ucraina e dalle sue azioni ostili nei confronti dell'Ue, invitano anche la Commissione a: ritardare l'approvazione del piano di ripresa dell'Ungheria fino a quando il Paese non si allinea alle raccomandazioni del semestre europeo e mette in atto le decisioni dei tribunali della Corte di giustizia europea e della Corte europea dei diritti dell'uomo; escludere dal finanziamento i programmi di coesione che contribuiscono all'uso improprio dei fondi europei o partecipano a violazioni dello stato di diritto; e applicare più rigorosamente il regolamento sulle disposizioni comuni e il regolamento finanziario al fine di evitare qualsiasi utilizzo dei fondi europei a fini politici. Quattro anni dopo la relazione che ha avviato la procedura di cui all'articolo 7, i deputati restano vigili in diverse aree relative alla democrazia e ai diritti fondamentali in Ungheria. Questi includono, ad esempio, il funzionamento della costituzione e del sistema elettorale, l'indipendenza della giustizia, la corruzione, i conflitti di interesse, la libertà di espressione, compreso il pluralismo dei media. Anche la libertà accademica, la libertà religiosa, la libertà di associazione, la parità di trattamento, compresi i diritti delle persone LGBTIQ, i diritti delle minoranze, nonché quelli dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, sono problematici in Ungheria.
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Lega e Fdi si oppongono
Lega e Fratelli d'Italia hanno votato contro il rapporto. Lo si evince dai risultati di voto individuali diffusi dall'Eurocamera. I gruppi ID ed ECR, che raggruppano gli europarlamentari di Lega e Fratelli d'Italia, si sono infatti opposti in blocco al rapporto.
"La delegazione di Fratelli d'Italia ha espresso voto negativo sulla relazione sul rischio di violazione grave da parte dell'Ungheria dei valori su ci si fonda l'Unione, il cui obiettivo è quello di osservare le cosiddette "violazioni dello Stato di diritto" in Ungheria. Riteniamo che un prerequisito di tale rapporto dovrebbe essere l'obiettività, l'uso di criteri chiari e la stretta aderenza ai fatti, ma ciò ancora una volta non è accaduto". Così in una nota la delegazione di Fratelli d'Italia al Parlamento europeo, composta da Raffaele Fitto, Sergio Berlato, Carlo Fidanza, Pietro Fiocchi, Giuseppe Milazzo, Nicola Procaccini, Vincenzo Sofo e Raffaele Stancanelli. "La relazione si basa su opinioni soggettive e affermazioni politicamente distorte, come in alcuni punti nei quali solleva casi che sono stati risolti molto tempo fa dagli organi competenti, o che riguardano questioni che sono di esclusiva competenza degli Stati membri. A ciò si aggiunge la richiesta alla Commissione di continuare a bloccare i fondi del Next Generation Eu destinati all'Ungheria, in violazione dei regolamenti che prevedono tale ipotesi solo in caso di rischi di violazione dello stato di diritto connessi all'utilizzo di quei fondi. Si tratta dell'ennesimo attacco politico nei confronti del legittimo governo ungherese, in una fase difficile per l'Europa nella quale a tutti i livelli si dovrebbe perseguire la strada dell'unità e non quella della polarizzazione per motivi ideologici", si legge ancora nella nota.