Come sarà l'Italia nel 2050? Saremo di meno e sempre più vecchi. Le previsioni dell’Istat
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In crescita il numero di famiglie ma con un numero medio di componenti sempre più basso. Meno coppie con figli, più coppie senza. Fra vent’anni, le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 34,5% del totale. Per quanto riguarda nello specifico l’immigrazione, si intravede una fase di prolungata stabilizzazione che si protrae a una media annuale di 165mila unità
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- Le nuove previsioni sul futuro demografico del Paese, secondo l'Istat, vedono la popolazione in decrescita: da 59 milioni al primo gennaio 2022 a 58,1 milioni nel 2030, a 54,4 milioni nel 2050 fino a 45,8 milioni nel 2080
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- In crescita il numero di famiglie ma con un numero medio di componenti sempre più basso. Meno coppie con figli, più coppie senza: entro il 2042 solo una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà
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- Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa tre a due nel 2022 a circa uno a uno nel 2050. Pur in un quadro di invecchiamento comune, le differenze strutturali tra Nord e Mezzogiorno del Paese si amplificano
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- Il progressivo spopolamento investe tutto il territorio, pur con differenze tra Nord, Centro e Mezzogiorno, che fanno sì che tale questione raggiunga una dimensione significativa soprattutto in quest’ultima ripartizione. Secondo lo scenario mediano, nel breve termine si prospetta nel Nord (+0,3‰ annuo fino al 2030) un lieve ma significativo incremento di popolazione, al contrario nel Centro (-1,6‰) e soprattutto nel Mezzogiorno (-5,5‰) il calo di residenti risulta irreversibile
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- Nel lungo termine le conseguenze della dinamica demografica prevista sulla popolazione totale si fanno più importanti. Tra il 2050 e il 2080 la popolazione diminuirebbe di ulteriori 8,5 milioni (-5,7‰ in media annua). Sotto tale ipotesi la popolazione totale ammonterebbe a 45,8 milioni nel 2080, conseguendo una perdita complessiva di 13,2 milioni di residenti rispetto a oggi
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- Nella fase che porterà la popolazione dagli odierni 59 milioni di individui a circa 46 nel 2080, si intravedono 21,5 milioni di nascite, 44,9 milioni di decessi, 18,3 milioni di immigrazioni dall’estero contro 8,2 milioni di emigrazioni
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- Per quanto riguarda nello specifico l’immigrazione, a una prospettiva particolarmente accentuata nei primi sette anni di previsione, con una media annuale superiore ai 200mila ingressi netti, segue una fase di prolungata stabilizzazione che si protrae a una media annuale di 165mila unità
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- Il numero proiettato di nascite non compensa quello dei decessi. Nel 2080 si prevede che il numero medio di figli per donna cresca fino a 1,85, ma si tratta di un quantitativo di nati più basso dei decessi
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- Nel 2050 le persone di 65 anni e più potrebbero rappresentare il 34,5% del totale. Coomunque vadano le cose, l’impatto sulle politiche di protezione sociale sarà importante, dovendo fronteggiare fabbisogni per una quota crescente di anziani