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Terremoto Napoli, cosa succede ai Campi Flegrei: il bradisismo e l’ipotesi eruzione

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03 ott 2023 - 11:00 16 foto
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Dopo il terremoto del 27 settembre - il più forte in 40 anni, di magnitudo 4.2 - una nuova scossa ha interessato la zona vulcanica nel Napoletano: alle 22.08 del 2 ottobre, la magnitudo è stata 4, a una profondità di 3 Km. Da anni il terreno di quest'area ha iniziato un processo di innalzamento, dovuto all'attività gassosa effusiva o idrotermale degli edifici vulcanici. Ma c'è il rischio di una fuoriuscita di magma? Ingv: “Al momento non ci sono variazioni per supportare l'ipotesi che ci sia un'eruzione imminente"

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LE SCOSSE

  • Dopo il terremoto del 27 settembre - il più forte in 40 anni, di magnitudo 4.2 - una nuova scossa ha interessato i Campi Flegrei, zona vulcanica nel Napoletano. Questa volta, alle 22.08 del 2 ottobre, la magnitudo è stata 4, a una profondità di 3 chilometri. Da anni il terreno di quest'area ha iniziato un processo di innalzamento, dovuto all'attività gassosa effusiva o idrotermale degli edifici vulcanici. Ma c'è il rischio di una fuoriuscita di magma? Ingv: “Al momento non ci sono variazioni per supportare l'ipotesi che ci sia un'eruzione imminente"

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LO SCIAME

  • La terra, quindi, continua a tremare nella zona dei Campi Flegrei, nel Napoletano. Il terremoto del 27 settembre, avvenuto intorno alle 3 di mattina, è stato di magnitudo 4,2: "È stato il maggiore degli ultimi 40 anni ed è parte di uno sciame sismico iniziato il 26", aveva spiegato all’Ansa Antonio Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Il sisma del 2 ottobre, poi, ha dato il via a un nuovo sciame, seguito da terremoti di intensità molto inferiore

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IL BRADISISMO

  • Il sisma “si inquadra nella dinamica” del bradisismo, aveva detto il 27 settembre Di Vito. Si tratta di un fenomeno legato al vulcanismo: abbassa o innalza il livello del suolo, con conseguenti terremoti. In questo caso lo sta innalzando. Anche la nuova scossa del 2 ottobre s'inserisce in questo contesto. In foto: il tempio di Serapide a Pozzuoli in alcuni anni , a causa del bradisismo, sceso sotto il livello del mare e ora completamente riemerso

Scossa di magnitudo 4.2 ai Campi Flegrei
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L’INNALZAMENTO DEL SUOLO

  • Da mesi la terra dei Campi Flegrei sta tremando. Lo scorso 7 settembre si era registrato un altro terremoto di magnitudo superiore a 3. Il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv ha messo in luce come il processo di innalzamento del suolo “ha subito una lieve accelerazione” e si sta “leggermente intensificando”. In foto: l'antica darsena di pescatori del rione terra a Pozzuoli quasi in secca a causa del bradisismo

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I CAMPI FLEGREI, L’ATTIVITÀ VULCANICA E IL BRADISISMO

  • L’area flegrea - e l’abitato di Pozzuoli in particolare, a Ovest di Napoli – da un punto di vista geologico è una grande caldera vulcanica, dove si trovano diversi edifici vulcanici (e non invece un classico vulcano dalla forma di cono troncato). Alcuni di questi continuano a manifestare attività gassosa effusiva o idrotermale. È questa a causare il bradisismo

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I TERREMOTI DEGLI ANNI ’70-‘80

  • Tra gli anni ’70 e ’80 dello scorso secolo, tutta l’area ha subito un veloce innalzamento del suolo: il sollevamento è stato di circa 3,5 metri e ha causato numerosi terremoti, si legge sul sito dell’Ingv. Per questo la zona è costantemente monitorata

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IL PROCESSO BRADISISMICO DAL 2005 A OGGI

  • Intorno al 2005 è ricominciato il lento sollevamento del terreno. Secondo i dati di Ingv, negli ultimi 18 anni l'innalzamento ha toccato quota 113 centimetri, con una media di 15 millimetri al mese. Solanto durante la crisi del 1983-84 il suolo si sollevò però di 108 centimetri in due anni

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I SITI SOTTO CONTROLLO

  • Tra i siti vulcanici più sensibili della zona ci sono quelli di Pisciarelli e della Solfatara. Intorno a questi "c'è una fortissima attenzione” – ha spiegato De Vito - e si sta cercando di rilevare le “misure relative a temperature ed emissioni di gas”. In foto: il cratere della Solfatara

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LA POSSIBILITÀ DI UN’ERUZIONE VULCANICA

  • Fenomeni simili a quelli che si stanno verificando potrebbero giustificare i timori di un’eruzione vulcanica? Non sembra questo il caso: al momento "non si osservano variazioni significative" sugli altri fenomeni legati al bradisismo, assicura Di Vito

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NIENTE ALLARMISMI

  • Questo sisma "rientra negli eventi legati al fenomeno bradisismico. Quest'ultimo ha una relazione con la dinamica vulcanica, ma al momento non ci sono variazioni per supportare l'ipotesi che ci sia un'eruzione imminente", aveva detto nei giorni scorsi Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell'Ingv. "Al momento, finché non arriveranno altri dati, lo scenario di riferimento non cambia. Misure indirette indicano che il magma si trova alla profondità di circa sei chilometri ", ha aggiunto Bianco

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L’ESPERTO

  • Dopo la scossa del 2, Roberto Isaia dell'Osservatorio Vesuviano dell'Ingv ha spiegato: "Le energie in gioco stanno aumentando, ma non c'è ancora nessun segnale di risalita del magma in superficie, anche se non si può escludere che a diversi km di profondità non ci sia qualche movimento di piccole quantità". Il sisma nei pressi di Pisciarelli, sul versante che confina con la solfatara di Pozzuoli: "L'attività sismica è dovuta alla rottura delle faglie, dove sta avendo luogo la deformazione del suolo a causa della pressione esercitata dal gas in risalita"

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L'APPELLO DELLO SCIENZIATO

  • Resta necessario tenere sotto controllo le aree più a rischio terremoto. Intanto, il professore Giuseppe De Natale, dirigente Ingv, nei giorni scorsi ha chiesto al prefetto di Napoli di agire in fretta, evacuando almeno gli edifici che si trovano nella zona di Agnano e Solfatara. Lo riporta il Corriere della Sera, citando una pec che De Natale ha inviato il 18 settembre. La prefettura ha poi trasferito la segnalazione a chi di competenza: Protezione Civile, Ingv e Regione Campania

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A RISCHIO GLI EDIFICI VICINI AGLI EPICENTRI

  • De Natale, per sottolineare l’urgenza della situazione, ha citato tutta una serie di studi - molti dei quali con la sua partecipazione - secondo cui le scosse di terremoto nei Campi Flegrei saranno sempre più frequenti e sempre più forti. Secondo l'esperto, se continuasse l'innalzamento del terreno, così farebbe anche la magnitudo dei sismi: a rischio ci sarebbero gli edifici più vicini alle zone degli eventuali epicentri

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“L’ATTIVITÀ SISMICA PROSEGIRÀ”

  • "L'attività sismica prosegue e proseguirà. Su questo nessun dubbio. Il sollevamento del suolo continuerà. La difese da adottare consistono nei comportamenti corretti da tenere. Bisogna gestire la paura e fare tutte le verifiche del caso agli edifici. I terremoti non sono prevedibili ma posso assicurare che si sta facendo di tutto per mitigare gli effetti del sisma", ha detto Mauro Antonio Di Vito, direttore dell' Osservatorio Vesuviano

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LA CROSTA SEMPRE MENO ELASTICA

  • Al di là del rischio eruzioni e terremoti, secondo uno studio pubblicato su Nature - nato dalla collaborazione fra University College di Londra e Ingv - la parte più superficiale dell'enorme caldera vulcanica dei Campi Flegrei (la crosta) è cambiata nel tempo: è diventata sempre meno elastica e questo ha facilitato la comparsa di fratture

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VERSO LA FINE DELL'INNALZAMENTO DEL TERRENO?

  • Secondo gli autori della ricerca, il fenomeno potrebbe segnare la fine del sollevamento dell'area: è possibile che torni gradualmente a 'sgonfiarsi'. Questa tendenza alla fratturazione potrebbe liberare più facilmente il terreno dai gas, portando così allo stop delle attuali dinamiche di bradisismo, e facendo nuovamente abbassare il suolo che si è innalzato in questi anni

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