
Il 14 agosto del 2018 il disastro che causò 43 morti e 11 feriti. Circa due anni dopo, il 3 agosto del 2020, è stato inaugurato il nuovo viadotto sul torrente Polcevera su un progetto dell'architetto Renzo Piano, mentre è in corso il processo su quanto avvenuto cinque anni fa

Sono le 11:36 di cinque anni fa, martedì 14 agosto 2018, quando, durante un violento nubifragio, una porzione di circa 200 metri del ponte Morandi, viadotto della A10 che corre sopra l'alveo del torrente Polcevera, crolla. Progettato dall'ingegnere Riccardo Morandi e inaugurato nel 1967, il viadotto per decenni ha rappresentato un tassello strategico per la circolazione e l'economia di Genova, fungendo da snodo nei collegamenti con il Nord Italia, la Francia e le aree industriali e commerciali del capoluogo ligure
Ponte Morandi, le immagini dalla tragedia e della ricostruzione. FOTO
Nel momento del disastro, sono molti i veicoli che stanno transitando su quella che viene considerata una delle principali arterie genovesi: 43 persone muoiono. Tra di loro 3 minori. L'ultimo corpo verrà trovato durante i funerali di Stato, celebrati il 18 agosto nel padiglione Jean Nouvel della Fiera di Genova, alla presenza delle massime cariche dello Stato. Sono invece 14 i feriti
Nuovo ponte Genova, le tappe della ricostruzione: dal cantiere all'inaugurazione. FOTO
La zona a ridosso del viadotto, dove insistono capannoni industriali e abitazioni, viene subito evacuata. Da quel momento vie, quartieri e delegazioni a ridosso del ponte crollato perdono il loro nome ufficiale: diventa tutto "zona rossa". Quasi 600 gli sfollati, almeno 250 famiglie
Nuovo Ponte Genova, l’inaugurazione con Mattarella e Conte
L'INCHIESTA - A poche ore di distanza dal disastro viene aperta un'inchiesta a carico di ignoti. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti. Mesi dopo, nel 2020, si ipotizza anche il reato di crollo di costruzioni o altri disastri dolosi: nuove accuse che arrivano sulla base dello sviluppo delle indagini sulle barriere fonoassorbenti pericolose, uno degli ulteriori fascicoli aperti dopo l'inchiesta madre sul crollo
Lo speciale sul Ponte Genova
Da quel momento, infatti, l'indagine scoperchia una sorta di "vaso di Pandora" che porta ad aprire altri fascicoli: uno sui falsi report sullo stato di salute anche di altri viadotti, un altro - appunto - sulle barriere fonoassorbenti pericolose e un altro ancora sulle condizioni delle gallerie della rete autostradale ligure. Per l'inchiesta madre vengono indagate 71 persone, più le società Aspi e Spea. Il 22 aprile 2021, dopo quasi tre anni, la Procura genovese chiude le indagini sul disastro

In questo lasso di tempo, sono stati portati a termine due incidenti probatori, uno sullo stato di salute del viadotto, quindi una fotografia delle condizioni del Morandi al momento del crollo, e un secondo sulle cause vere e proprie del disastro, che si è chiuso nel 2021. Il processo è attualmente in corso
Ponte Morandi, l'ex Ad Mion: "Nel 2010 seppi che era a rischio ma non dissi nulla"
Nel corso del processo per il crollo del Morandi Gianni Mion - ex Ad della holding dei Benetton Edizione, ex consigliere di amministrazione di Aspi e della sua ex controllante, Atlantia - ha detto, riferendosi ad una riunione del 2010, che “emerse che la struttura aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio di collasso. Mi preoccupai ma non feci nulla”
Ponte Morandi, familiari vittime: "Parole di Mion fanno rabbia, come fa a dormire?"
LA POLITICA TRA REVOCA CONCESSIONE E RICOSTRUZIONE - La vicenda del ponte Morandi, sin dal momento del disastro, catalizza l'attenzione del governo, impegnato su più fronti: la necessità di garantire la ricostruzione in tempi rapidi di un'infrastruttura fondamentale per la Liguria, il dovere di fornire supporto alle famiglie delle vittime e la necessità di mettere sotto la lente e rivedere il rapporto con il concessionario dell'autostrada, ovvero Aspi

Il giorno successivo alla tragedia, il premier Giuseppe Conte, al termine del Consiglio dei ministri che si era tenuto in via straordinaria nella prefettura di Genova, conferma che il governo ha avviato la procedura di revoca della concessione alla società Autostrade per l'Italia. Nel maggio del 2022, poi, la società Autostrade per l'Italia è stata venduta a Cassa Depositi e Prestiti
Autostrade per l'Italia venduta a Cassa Depositi e Prestiti a 8,2 miliardi di euro
Il 20 agosto 2018, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti viene nominato, con una specifica ordinanza di protezione civile, commissario per l'emergenza per 12 mesi, carica poi prorogata. La stessa ordinanza contiene l'assegnazione dei fondi stanziati dal Consiglio dei Ministri pari a 33,4 milioni

Nel frattempo la macchina dell'emergenza va avanti: il 20 agosto 2018, a soli sei giorni dal crollo, le prime 11 famiglie sfollate dall'area del disastro ricevono dal sindaco di Genova Marco Bucci e dal governatore Toti le chiavi di una nuova casa. Tra fine ottobre e i primi giorni di dicembre, tutti gli sfollati hanno una nuova abitazione

L'11 settembre l'allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli annuncia un "maxi decreto" per Genova. Il decreto verrà firmato dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il 28 settembre e convertito in legge due mesi dopo, il 15 novembre, attraversando sedute infuocate in Parlamento

Il 4 ottobre arriva il nome del commissario per la ricostruzione, che si occuperà di far realizzare un nuovo ponte per Genova: è quello del sindaco Marco Bucci. Il 13 novembre c'è la firma di Bucci al primo decreto da commissario. Da quella data, e sino al 21 dicembre, i provvedimenti siglati saranno in tutto 21 e completeranno il quadro dei provvedimenti attuativi indicati dal Governo nel "decreto Genova"

LA RICOSTRUZIONE - Il 18 dicembre, il decreto numero 19 sancisce che il nuovo ponte sarà costruito da Salini-Fincantieri-Italferr, una "cordata statale" che realizzerà un'opera sul progetto di Renzo Piano, nel frattempo nominato da Bucci supervisore a garanzia della qualità del progetto. Il ponte sarà costituito da un impalcato in acciaio e poggerà su pile in cemento armato. Non ci saranno stralli e il nuovo viadotto non si chiamerà "Morandi"

Il nuovo viadotto vede la luce nell'estate 2020: il 3 agosto, alla presenza del premier Giuseppe Conte, c'è il taglio del nastro, mentre la sera del 4 agosto le prime auto tornano a viaggiare sul ponte che ha il nome "Genova San Giorgio". La struttura di 1.067 metri di lunghezza riunisce le due sponde del Polcevera, con 18 pile e 19 campate. A renderla "operativa", una rampa di accesso all'autostrada A7. A lavorare nella realizzazione del nuovo ponte sono state 1.200 persone

Ma l'opera di ricostruzione non è ancora del tutto conclusa. In zona, oltre al ponte, sorgeranno anche il "parco del Polcevera" e il "cerchio rosso", progettato dallo studio di Stefano Boeri
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