
Agli inquirenti il comandante ha riferito di aver chiesto aiuto quando ha visto due clandestini a bordo del natante cercare di entrare in sala macchine armati di coltelli. "Quando ci hanno scoperti avevamo paura che ci fermassero per rimpatriarci", hanno dichiarato alcuni di loro alle autorità italiane. La Polizia Giudiziaria ha contestato ad alcuni il possesso di armi mentre al momento nessun elemento investigativo fa supporre che la volontà del gruppo fosse quella di dirottare il mercantile

Ha lasciato il porto di Napoli la Galata Seaway, la nave turca dove ieri è andato in scena un blitz della marina Militare dopo che il comandante ha denunciato la presenza a bordo di migranti clandestini armati di coltelli. Al momento, si apprende, nessun elemento investigativo fa supporre che l'intenzione fosse quella di dirottare il mercantile. Gli investigatori per tutta la notte hanno ascoltato i 15 clandestini individuati a bordo, i 19 componenti dell'equipaggio e i tre passeggeri
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Secondo il comandante, due clandestini armati di coltello avrebbero cercato di entrare nella zona macchine della nave, dove però non sono riusciti ad arrivare. A questo punto i due si sarebbero ricongiunti con gli altri. Questo tentativo di forzare la sala macchine avrebbe portato il comandante a lanciare l’allarme. "Quando ci hanno scoperti avevamo paura che ci fermassero per rimpatriarci", hanno detto alcuni di loro alle autorità italiane: per questo all'arrivo del Battaglione San Marco si sarebbero sparpagliati nascondendosi sotto i camion e sopra i container
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La polizia giudiziaria ha fatto scattare tre denunce a piede libero per porto d'armi. Dodici persone presenti a bordo sono stati accompagnate nel più vicino centro d'accoglienza mentre altre tre sono state ricoverate in ospedale: due hanno accusato un lieve malore mentre la terza è ricoverata in ipotermia. Sono note 14 nazionalità (9 iracheni, 4 siriani e un iraniano) mentre uno ha provenienza ignota. Nei prossimi giorni la Procura, nella persona del Sostituto Procuratore Enrica Parascandolo, valuterà se aggiungere anche l'accusa di possibile dirottamento
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A bordo della nave turca gli investigatori hanno trovato oltre a due coltelli anche un taglierino, armi che il Gico della Guardia di finanza e la Squadra mobile di Napoli sospettano possano essere state usate per minacciare le 22 persone dell’equipaggio. Le armi sono state tutte sequestrate
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Già nella tarda serata di ieri il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva dichiarato su Twitter: “I dirottatori della nave sono stati catturati. Tutto è finito bene. I miei complimenti ai ragazzi del Battaglione San Marco, ai poliziotti ed ai finanzieri, che hanno concluso una splendida operazione in collaborazione. Ognuno per la sua parte. Bravi!”
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All'altezza del golfo di Napoli, come si nota dal tracciato della rotta sui siti specializzati, si vede una netta deviazione dal percorso previsto. I migranti che avrebbero tentato il presunto sequestro erano clandestini nascosti a bordo del natante

L’operazione del Battaglione San Marco, di stanza a Brindisi, è scattata quando la nave era a largo di Ischia: i militari si sono calati da un aereo della Marina nel momento in cui i 15 clandestini presenti, una volta scoperti, hanno iniziato a creare disordini. La nave, dopo l'intervento dei marò, è stata scortata a Napoli: per ora resterà lì. Nei confronti dei clandestini - che hanno detto di essere siriani, iracheni e afghani - verranno applicate le procedure ordinarie previste per i migranti, in attesa delle valutazioni che la Procura farà nei prossimi giorni

"Le forze armate di cui avevamo bisogno fino a due anni fa, sono del tutto diverse da quelle che ci servono ora dopo l'invasione russa dell'Ucraina, e un ministro deve tenere presente questo cambiamento", ha dichiarato Crosetto. Secondo il ministro, “anche per quanto riguarda l'arruolamento ci servono forze speciali rispetto a prima quando si faceva solo peace keeping"
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