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Cosa nostra, Gaspare Spatuzza torna libero: dalle stragi al pentimento

Cronaca
©Ansa

E' tra gli autori materiali dell’omicidio di Don Pino Puglisi nel 1993. Ha rapito il 13enne Giuseppe Di Matteo per vendicarsi del padre Santino e del suo pentimento

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Torna libero Gaspare Spatuzza. Diventato collaboratore di giustizia, ha contribuito a riscrivere la storia delle stragi di Capaci e via D’Amelio e aveva chiesto di tornare in libertà. Come riporta il Corriere della Sera, la richiesta è stata accolta. Il 3 maggio 2021 anche Giovanni Brusca era tornato in libertà.

Chi è Spatuzza

Spatuzza è nato a Palermo l’8 aprile 1964 ed era affiliato alla famiglia di Brancaccio, ovvero quella che all’epoca era guidata da Filippo e Giuseppe Graviano. Spatuzza è soprannominato ‘u Tignusu per la sua calvizie o l’imbianchino per il mestiere che svolgeva e si è autoaccusato di aver rubato la Fiat 126 impiegata come autobomba in via D’Amelio, dove il 19 luglio 1992 sono morti Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. Spatuzza è tra gli autori materiali dell’omicidio di Don Pino Puglisi nel 1993. Ha rapito il 13 enne Giuseppe Di Matteo per vendicarsi del padre Santino e del suo pentimento. Ha ricevuto condanne per oltre 40 omicidi. L’Antimafia lo ha catturato nel 1997 all’ospedale Cervello di Palermo. 

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Adesso per cinque anni Spatuzza dovrà rispettare le prescrizioni del tribunale. Tra cui quella di non frequentare pregiudicati o non uscire dalla provincia in cui prenderà la residenza senza un’autorizzazione della Questura. Il suo pentimento risale all’estate del 2008. Tra le sue dichiarazioni anche quelle che hanno mandato a processo Matteo Messina Denaro per le stragi di Capaci e via D’Amelio. ‘U Siccu è stato condannato in primo grado. Ora è in via di conclusione l’appello. Il programma di protezione per Spatuzza è stato chiesto dai magistrati per la prima volta nel 2010. All’inizio fu respinto. Per le sue dichiarazioni (considerate “a orologeria”) su Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri e un presunto accordo con i fratelli Graviano. Inoltre,  Spatuzza ha anche confessato di essere tra i responsabili del fallito attentato ai carabinieri a Roma il 23 gennaio 1994.