Messina Denaro non si presenta al processo sulle stragi, due avvocati rimettono il mandato

Cronaca

In aula era stato predisposto il collegamento audiovideo con il carcere dell'Aquila. La Corte, riunita per il dibattimento in corso a Caltanissetta per le stragi di Capaci e via D'Amelio, ha comunicato che il boss, dopo la rinuncia del mandato del suo avvocato, la nipote Lorenza Guttadauro, non ha nominato un nuovo legale. L'avvocato d'ufficio nominato a sua volta ha rimesso l'incarico per incompatibilità

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Il boss Matteo Messina Denaro ha rinunciato questa mattina a comparire al processo in cui è imputato come mandante delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, che si svolge a Caltanissetta, dove era stato predisposto il collegamento audiovideo con il carcere dell'Aquila. Dopo la rinuncia del suo avvocato, anche il nuovo legale nominato d'ufficio oggi  ha chiesto di rimettere l'incarico. (L'ARRESTO - IL COVO - TUTTI GLI AGGIORNAMENTI)

Matteo Messina Denaro ancora senza avvocato

La Corte presieduta dalla presidente della corte d'Appello, Maria Grazia Vagliasindi, ha comunicato che, dopo la rinuncia del mandato del suo legale, la nipote Lorenza Guttadauro, Messina Denaro non ne ha nominato un altro. Pertanto è stato designato come difensore d'ufficio, Calogero Montante che a sua volta ha rimesso il mandato. Il legale ha spiegato di essere stato difensore d'ufficio del falso pentito Vincenzo Scarantino nel Borsellino quater e nel processo d'appello; inoltre ricopre la carica di vice procuratore onorario alla procura di Palermo. Secondo Montante, che oggi ha sostituito la nipote del boss, la sua nomina ad avvocato d'ufficio dell'ex latitante sarebbe incompatibile con tali incarichi. Il Tribunale si è così ritirato in camera di consiglio per decidere come procedere.

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L'avvocato delle parti civili: “Siamo ancora fermi”

"Le persone che rappresentiamo aspettano da oltre 30 anni di conoscere la verità. Ma siamo fermi ancora una volta. È la seconda udienza in cui non si fa nulla", ha affermato l'avvocato Roberto Avellone, legale di parte civile dei sopravvissuti delle stragi del '92 a Palermo e Capaci e dei familiari dei poliziotti uccisi nella strage di via D'Amelio, al termine dell'udienza. "Sta di fatto - continua Avellone - che anche il difensore d'ufficio avrà pochissimo tempo per potersi studiare il processo, perché chiaramente veniamo da un primo grado. Ci sono stati tantissimi depositi di atti processuali, quindi deve leggere una corposa mole di documenti e preparare un'arringa difensiva per il 23 marzo, per cui non sarà semplice". "Dopo l'arresto di Messina Denaro - aggiunge - c'erano stati da parte di alcuni dei dubbi sollevati sull'eventuale genuinità della cattura del boss. Credo che le indagini in corso dimostrino esattamente il contrario e quindi grande merito alla Procura di Palermo che ha eseguito questo arresto sulla base di quello che ha riscontrato e sulle indagini che sono state fatte. Quindi sgomberiamo il campo da illazioni, da polemiche sterili e inutili".

“Potrebbe non arrivare un passaggio in giudicato della sentenza”

"La paura, considerato lo stato di salute dell'imputato, è quella di non arrivare a un passaggio in giudicato della sentenza. Un giudizio potrà essere in corso finché lui è in vita", ha invece detto l'avvocato di parte civile, Felice Centineo. "Sull'avvocato Montante – ha aggiunto Centineo - ravviso l'inopportunità, non l'incompatibilità. La paura è che questo processo vada ancora per le lunghe e non escludo che Messina Denaro possa nominare un nuovo difensore di fiducia e quindi tutto ripartirebbe da zero, non il processo ma un nuovo termine a difesa per poter studiare le carte. Ci sono delle indagini in corso e dobbiamo aspettare che terminino perché non sappiamo quello che può essere stato trovato e quello che sarà trovato. Darei il tempo alla procura di Palermo che sta lavorando in maniera egregia di istruire e fare le indagini con la serietà e con le cautele necessarie. I processi devono essere fatti nelle opportuni sedi".

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