Un uomo di Gallipoli ha chiesto un risarcimento di 80mila euro a Google, accusando il colosso del web di averlo ripreso mentre si trovava sotto la doccia nel giardino di casa, a torso nudo, nei pressi della sua abitazione
Il protagonista della vicenda, un uomo di 56 anni, ha spiegato di essere stato ritratto nel momento in cui faceva la doccia all’aperto, nel giardino di casa, vicino alla recinzione. L’immagine sarebbe poi apparsa su Google Street View, rendendolo facilmente riconoscibile. Secondo la sua denuncia, il volto non era stato oscurato e ciò avrebbe dato origine a episodi di scherno da parte di conoscenti e vicini, causandogli "estremo imbarazzo, vergogna e danni morali".
Privacy e proprietà privata
Il 56enne, assistito dall’avvocato Vincenzo De Vittorio, afferma di aver inviato numerose segnalazioni a Google Italy e Google USA, oltre ad essersi rivolto al Garante della privacy. Nonostante ciò, le immagini sarebbero rimaste online per lungo tempo, con una sfocatura applicata solo successivamente e in modo insufficiente. A rafforzare la tesi della difesa, una perizia tecnica secondo cui la strada da cui è stata scattata la foto sarebbe privata, e quindi non soggetta a libera documentazione da parte di servizi come Street View.
La replica di Google
Google ha rigettato tutte le accuse. I legali della società di Mountain View – Marco Berliri, Massimiliano Masnada, Michele Traversa, Ambra Pacitti e Giacomo Bertelli – sostengono che le immagini contestate non siano più visibili sulla piattaforma e che, in ogni caso, l’uomo si trovava "fuori dal cancello di casa sua, sulla pubblica via" e indossava semplicemente un costume da bagno.
Secondo la linea difensiva, il volto dell’uomo non sarebbe affatto riconoscibile, neanche con lo zoom, e l’ipotesi di un danno d’immagine sarebbe quindi infondata: "È poco credibile che, in una località di mare come Gallipoli, durante la stagione estiva, una persona possa essere derisa per essere uscita in strada in costume da bagno".
Inoltre, Google ha dichiarato di non essere direttamente responsabile per la gestione di Street View, limitandosi alla vendita degli spazi pubblicitari.
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Polemiche tra legali
La vicenda ha acceso gli animi anche tra le parti legali. L’avvocato del 56enne ha infatti accusato i difensori di Google di aver utilizzato toni offensivi negli atti processuali, riportando frasi come "si sarebbe autorizzati a pensare a una barzelletta" e "sciatteria processuale dimostrata da controparte". De Vittorio ha chiesto che tali espressioni vengano rimosse dai documenti ufficiali. I legali di Google, dal canto loro, respingono le accuse e chiedono la condanna per lite temeraria.
La causa è ancora in corso, e la prossima udienza è stata fissata per il 2 ottobre presso il Tribunale di Lecce, dove potrebbe essere formulata una nuova proposta di risarcimento o arrivare una prima decisione sul merito.