Con le sue dichiarazioni ha portato alla luce i depistaggi sull’omicidio di Paolo Borsellino e riscritto la storia delle stragi di mafia. Al momento si trova ai domiciliari in una località segreta e l'unica strada possibile per uscirne è la liberazione condizionale. Oggi in Cassazione è fissata una nuova udienza
Gaspare Spatuzza, killer pentito che ha portato alla luce i depistaggi sull’omicidio di Paolo Borsellino e riscritto la storia delle stragi di mafia, in cella da 25 anni, ha chiesto di essere scarcerato, ma al momento i giudici gli hanno negato la libertà. A riportare la notizia è il Corriere della Sera.
La richiesta di scarcerazione
Secondo quanto ricostruito dal quotidiano, Spatuzza nel 2008 decise di collaborare con la giustizia (a 11 anni dall’arresto avvenuto nel 1997), ma il pentito, secondo il Tribunale di sorveglianza di Roma non ha ancora terminato il percorso di rieducazione, che anzi deve "consolidarsi", nonostante le Procure e le Corti che l’hanno ascoltato abbiano garantito sulla sua attendibilità e sull’importanza del suo contributo. Oggi in Cassazione è fissata l’udienza sul ricorso contro l’ultimo diniego dei giudici. Al momento Spatuzza si trova ai domiciliari in una località segreta e l'unica strada possibile per uscirne è la liberazione condizionale.
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La collaborazione di Spatuzza
Con le sue dichiarazioni, sempre secondo quanto riporta il Corriere, l’ex boss di Brancaccio ha scagionato le sette persone innocenti condannate all'ergastolo per la strage di via D’Amelio, scarcerati dopo lunghissime detenzioni, e fatto riaprire le indagini sui nuovi accordi tra mafia e politica siglati dai fratelli Graviano alla fine del 1993. “Ha chiamato in causa il partito di Silvio Berlusconi, con dichiarazioni considerate a volte non sufficientemente riscontrate, tuttavia le indagini sulle stragi del ’93 sono ancora in corso anche sulla base della sua collaborazione. E a Caltanissetta sono sotto processo i poliziotti accusati di aver estorto le bugie ai falsi pentiti sconfessati da Spatuzza”, spiega il quotidiano. Tutto questo, secondo l’avvocato di Spatuzza, non sarebbe stato valutato in maniera adeguata dai giudici di sorveglianza. Proprio per il contributo offerto, la Procura di Caltanissetta e la Direzione nazionale antimafia si sono dette favorevoli alla concessione della liberazione condizionale.