
Terremoto in Turchia, è possibile un sisma simile in Italia? Il parere dell'esperto
Nel nostro Paese non si sono mai verificati a memoria storica eventi di magnitudo 7.8, ma ce ne sono stati alcuni dalle conseguenze drammatiche: “Il rischio è il combinato della pericolosità sismica, della vulnerabilità degli edifici e dell'esposizione”, ha spiegato il presidente dell’Ingv

Il terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito la Turchia e la Siria ha lasciato una scia di morte e distruzione. Un evento di tale portata ha riacceso i riflettori sul rischio sismico anche in Italia, dove nel passato (anche recente) si sono registrate scosse telluriche dalle gravissime conseguenze. Ma un terremoto così forte può avvenire nella nostro Paese? E quali sono le zone a più alto rischio?
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Partiamo dalla storia: “In Italia non c’è mai stato un evento noto a noi che abbia raggiunto i 7.5. Il più grande che abbiamo avuto è stato il 7.3 negli Iblei nel 1693”, ha detto nei giorni scorsi a Sky TG24 Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
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“In termini di magnitudo e di pericolosità sismica l'Italia non ha i livelli della Turchia, nel senso che non ci aspettiamo che ci possano essere eventi di magnitudo 7.8”, ha detto lo stesso Doglioni in una intervista a Il Messaggero. Comunque “il nostro Paese ha in larga parte una pericolosità sismica significativa e quindi non è un problema da sottovalutare”
L'intervista del Messaggero a Carlo Doglioni
L’Italia ha comunque conosciuto terremoti dalle conseguenze terribili, da quello del 1908 che devastò Messina e Reggio Calabria fino al recente sisma di Amatrice (in foto). Secondo Alessandro Amato, sismologo dell’Ingv, l’evento che ha colpito la Turchia e la Siria è stato però mille volte più forte rispetto a quello di Amatrice e trenta volte più forte di quello dell’Irpinia del 1980
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È bene ricordare come una differenza anche piccola tra le magnitudo di diversi terremoti corrisponda, in realtà, a una grande differenza di energia liberata dalle scosse: la magnitudo infatti viene calcolata con una scala logaritmica, nella quale all’aumento di ogni grado corrisponde l’aumento di un fattore 30

A pesare però non è solo l’intensità del terremoto, ma soprattutto i danni che questo causa: “In termini di danneggiamento sicuramente ce ne possono essere di simili” in Italia, ha detto ancora Doglioni (in foto) a Il Messaggero. “Come accaduto a Messina, nella Marsica e in Irpinia”

“Il danneggiamento che potrebbe derivare da eventi sismici di magnitudo inferiore sarebbe comunque estremamente drammatico”, ha spiegato Doglioni. “Il rischio è il combinato della pericolosità sismica, della vulnerabilità degli edifici e dell'esposizione", cioè "di quanti abitanti abitano e di quanti edifici ci sono in una determinata area”

Il territorio dell’Italia, come riporta il sito della Protezione Civile, è suddiviso in varie aree in base alla pericolosità sismica: la Zona 1 è la zona più pericolosa, e la probabilità che capiti un forte terremoto è alta. Nella Zona 2 i forti terremoti sono possibili, mentre nella Zona 3 sono meno probabili rispetto alle precedenti. Nella Zona 4, infine, la probabilità che capiti un terremoto è molto bassa

Come è possibile vedere dalla mappa, in Italia ci sono varie aree in cui il rischio di forti terremoti è alto. In particolare la dorsale appenninica nel Centro-Sud fino allo Stretto di Messina, e anche nel Nord-Est del Paese

“È fondamentale essere coscienti che il terremoto ci può essere e che quindi dobbiamo costruire in maniera antisismica”, ha detto Doglioni a Sky TG24. “La prevenzione è la prima arma contro i terremoti”, ha aggiunto. “Se anche un giorno arriveremo a prevederli, la cosa più importante sarà avere delle case sicure”
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