
Papa Francesco a Matera: "Se alziamo i muri ne resteremo imprigionati"
Il Pontefice è in Basilicata per celebrare la messa conclusiva del Congresso Eucaristico Nazionale. Durante l'Angelus poi Bergoglio ha pregato per la fine della guerra in Ucraina e per la situazione in Birmania: "Questa settimana mi è giunto il grido di dolore per la morte di bambini in una scuola bombardata. Che il grido di questi piccoli non resti inascoltato!"

Papa Francesco questa mattina si è recato a Matera, dove ha celebrato la messa a conclusione del Congresso Eucaristico Nazionale. L'arrivo a Matera ha subito una variazione nel programma causa del maltempo a Roma: il Pontefice si è spostato da Ciampino, alle 7.02, verso l'aeroporto di Gioia del Colle (Bari) con un Falcon 900 dell'aeronautica militare. Poi da lì si è diretto verso Matera con un'automobile
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Ad attenderlo nello stadio "XXI Settembre-Franco Salerno" vi erano circa 12 mila persone. "Il nostro futuro eterno – ha detto il Santo Padre ai fedeli presenti durante l’omelia - dipende da questa vita presente: se scaviamo adesso un abisso con i fratelli e le sorelle, ci 'scaviamo la fossa' per il dopo; se alziamo adesso dei muri contro i fratelli e le sorelle, restiamo imprigionati nella solitudine e nella morte anche dopo"
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"E' doloroso vedere che questa parabola - ha proseguito Papa Francesco commentando il Vangelo - è ancora storia dei nostri giorni: le ingiustizie, le disparità, le risorse della terra distribuite in modo iniquo, i soprusi dei potenti nei confronti dei deboli, l'indifferenza verso il grido dei poveri, l'abisso che ogni giorno scaviamo generando emarginazione, non possono lasciarci indifferenti". Dio chiede "un'effettiva conversione: dall'indifferenza alla compassione, dallo spreco alla condivisione, dall'egoismo all'amore, dall'individualismo alla fraternità"
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Il Papa, nella Messa che conclude il Congresso eucaristico della Cei, è tornato a chiedere alla Chiesa di mettersi a disposizione degli altri, specialmente di coloro che più soffrono. "Sogniamo una Chiesa così: eucaristica. Fatta di donne e uomini che si spezzano come pane per tutti coloro che masticano la solitudine e la povertà, per coloro che sono affamati di tenerezza e di compassione, per coloro la cui vita si sta sbriciolando perché è venuto a mancare il lievito buono della speranza"
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Papa Francesco sogna "una Chiesa che si inginocchia davanti all'Eucaristia e adora con stupore il Signore presente nel pane; ma che sa anche piegarsi con compassione e tenerezza dinanzi alle ferite di chi soffre, sollevando i poveri, asciugando le lacrime di chi soffre, facendosi pane di speranza e di gioia per tutti. Perché non c'è un vero culto eucaristico senza compassione per i tanti 'Lazzaro' che anche oggi ci camminano accanto, tanti”
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"Fratelli, sorelle, da questa città di Matera - ha concluso - 'città del pane', vorrei dirvi: ritorniamo a Gesù, ritorniamo all'Eucaristia. Torniamo al gusto del pane, perché mentre siamo affamati di amore e di speranza, o siamo spezzati dai travagli e dalle sofferenze della vita, Gesù si fa cibo che ci sfama e ci guarisce. Torniamo al gusto del pane, perché mentre nel mondo continuano a consumarsi ingiustizie e discriminazioni verso i poveri, Gesù ci dona il Pane della condivisione e ci manda ogni giorno come apostoli di fraternità, di giustizia e di pace"

Anche oggi spesso domina "la religione dell'avere", ha aggiunto ancora il Papa. "Com'è triste anche oggi questa realtà, quando confondiamo quello che siamo con quello che abbiamo, quando giudichiamo le persone dalla ricchezza che hanno, dai titoli che esibiscono, dai ruoli che ricoprono o dalla marca del vestito che indossano”

“Sempre la vita ci chiede il conto. Quando invece adoriamo il Signore Gesù presente nell'Eucaristia, riceviamo uno sguardo nuovo anche sulla nostra vita: io non sono le cose che possiedo e i successi che riesco a ottenere; il valore della mia vita non dipende da quanto riesco a esibire né diminuisce quando vado incontro ai fallimenti e agli insuccessi. Io – ha concluso - sono un figlio amato, ognuno di noi è un figlio amato; sono benedetto da Dio"

Il Papa poi durante l'Angelus, recitato da Matera, ha pregato per l'Ucraina: "Maria, Regina della Pace, conforti il popolo ucraino e ottenga ai capi delle Nazioni la forza di volontà per trovare subito iniziative efficaci che conducano alla fine della guerra"

Il pensiero del Pontefice è andato poi alla Birmania: "Penso, in particolare, al Myanmar. Da più di due anni quel nobile Paese è martoriato da gravi scontri armati e violenze, che hanno causato tante vittime e sfollati. Questa settimana mi è giunto il grido di dolore per la morte di bambini in una scuola bombardata. Si vede che è una moda bombardare le scuole bombardate. Che il grido di questi piccoli non resti inascoltato! Queste tragedie non devono avvenire!"
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