Il caso è stato segnalato dall'imprenditore veneto Sandro Bottega, dell’omonima azienda vitivinicola del trevigiano, leader del made in Italy con l'export di prosecco. “Cerco almeno 20 persone ma nessuno si presenta”, ha raccontato
“Chi può lavorare ma preferisce percepire il reddito di cittadinanza è un ladro”: sono le dure parole dell'imprenditore veneto Sandro Bottega, dell’omonima azienda vitivinicola del trevigiano, leader del made in Italy con l'export di prosecco, con le quali ha denunciato la difficoltà nell'assumere personale. “Cerco almeno 20 persone ma nessuno si presenta: manutentori, magazzinieri, mulettisti, autisti, anche enologi e distillatori, soffiatori, impiegati di segreteria, operai semplici o specializzati”, ha spiegato.
La questione del reddito di cittadinanza e degli stipendi
L'allarme lanciato dall'azienda di Bibano di Godega di Sant'Urbano, in provincia di Treviso, non è nuovo. Infatti, proprio sul tema delle difficoltà nella ricerca di personale si era già espresso il mondo imprenditoriale, considerando il fronte delle assunzioni stagionali per figure professionali quali i balneari e gli addetti nella ristorazione o nell'agricoltura. E lo scorso giugno avevano colpito le parole del leader della Cgil, Maurizio Landini, in particolare sul reddito di cittadinanza. “Se si pagano di più e gli si danno condizioni migliori vedrete che trovate anche le persone che lavorano”, aveva detto. Davide Fiatti, segretario nazionale Flai-Cgil, ha sottolineato, commentando le parole di Bottega, che “il problema della non attrattività del lavoro in agricoltura è che si tratta di lavoro pagato poco rispetto alla fatica che comporta, oltre alla mancanza di formazione del personale, perché il lavoro non è solo saper raccogliere l'uva”. Il problema di base, ha proseguito ancora, “è che il lavoro è sottopagato, e spesso il lavoratore è soggetto al lavoro nero, o grigio e a irregolarità, o addirittura a sfruttamento”. A rafforzare l’allarme, anche le parole del presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “La difficoltà di reperimento di profili qualificati, indispensabili in una fase di grandi trasformazioni come quella attuale, è un serio problema per le aziende che vogliono assumere e temo che continuerà ad esserlo anche nei prossimi anni”, ha spiegato.
Bottega: “La ricerca di personale dà risultati disarmanti”
Nella sua denuncia pubblica, Bottega ha poi detto ancora che “la ricerca di personale dà risultati disarmanti”. Infatti, ha proseguito, servono “mesi e mesi per trovare persone che abbiano competenza, volontà di lavorare, disponibilità a rimboccarsi le maniche e, nel frattempo, si perdono ordini e i clienti scelgono altre strade in altri Paesi”. Facendo riferimento solo ai primi mesi dell'anno, l’imprenditore ha riferito che la sua azienda “ha dovuto rinunciare a oltre 10 milioni di euro di ordini”. Certo, ha proseguito nel suo attacco Bottega, “bisogna aiutare chi non ce la fa, ma non si deve accettare l'assistenzialismo. Oggi siamo costretti ad assumere persone, per lo più immigrati perché altro non si trova, con esperienze e preparazione ben inferiori a quelle degli italiani, ma purtroppo questi ultimi spesso non hanno convenienza a lavorare perché mantenuti dal reddito di cittadinanza”. Infine, una secca replica ai sindacati: “Non mi si venga a dire che gli imprenditori pagano poco perché, se anche può essere vero in alcuni casi, non lo è nella maggior parte delle aziende d'Italia che hanno un costo del personale di poco inferiore alla media Ue, con la differenza che il maggior cuneo fiscale italiano provoca un netto in busta paga dei dipendenti ben inferiore a quello degli altri Paesi. I politici italiani dovrebbero entrare nelle aziende e capire che cosa vuole dire fare impresa”, ha commentato.